A Faenza la Marcia per la Pace nel giorno di Capodanno

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Il Centro diocesano per la Pastorale sociale di Faenza organizza la Marcia per la Pace nel giorno di Capodanno, domani 1 gennaio, a partire dalle 15.30. “Papa Bergoglio, quest’anno, ci invita a meditare sulla Pace che deriva dalla pratica di una buona politica. E la politica è buona quando, coloro che vengono delegati dai cittadini a questo compito, lo svolgono al servizio esclusivo del Bene Comune. A sua volta il bene comune è frutto di quella politica solidale che, secondo la nostra Costituzione (art. 2), è un “dovere inderogabile” di tutti i cittadini” si legge in una nota. 

La marcia parte alle 15.30 dalla via faentina dedicata a Benigno Zaccagnini, che fu partigiano antifascista e, nel dopoguerra, militò nella Dc di cui fu anche segretario nazionale. Poi la marcia incontra il granarolese Giuseppe Donati: ebbe incarichi nazionali nel Partito Popolare e per la sua intransigenza antifascista dovette emigrare all’estero dove morì esule. Passerà per via Kennedy, il primo presidente Usa cristiano cattolico: venne assassinato per i suoi intendimenti democratici. Dopo una sosta alla chiesa del Paradiso, dove si ascolterà la radicalità della pace biblica “via lontano da me maledetti, perché ero straniero e non mi avete accolto” (Mt. 25), la marcia passerà davanti al monumento alla Resistenza (opera del ceramista Domenico Matteucci) per ricordare tutti i faentini “che hanno dato la loro vita perché di nuovo in Italia fosse possibile una buona politica. Come dice don Milani nella Lettera ai giudici: “La Resistenza antifascista è stata l’unica ‘guerra’ che ha ridato dignità al nostro Paese”. Non è quindi retorica di parte ricordare che questi “martiri per la libertà” (i numeri li dicono a maggioranza di militanza comunista) sono il piedistallo su cui è nata la nostra Carta costituzionale. Ne deriva che, nel nostro Paese, dire buona politica è sinonimo di politica antifascista e antirazzista. Non dimentichiamo la vergogna della Legge “in difesa della razza” (1938): escluse dalla vita pubblica persone che, solo per essere di tradizione ebraica, si trovarono nella “clandestinità”. Anche allora il Governo dichiarò lo stato di emergenza, anche allora lo Stato disse di dover agire “in difesa” della sicurezza nazionale: se si voleva salvaguardare il futuro degli italiani doc occorrevano dei clandestini. Mai dire che la Storia si ripete! Anche perché l’altra volta dalla clandestinità si passò ai forni crematori!” si legge nella nota di convocazione della marcia. 

 

Proseguendo poi per viale Baccarini, la marcia incontrerà il busto ad Antonio Zannoni, l’artefice della ferrovia Faenza-Firenze e dell’acquedotto (cosiddetto) degli Allocchi: opere meritevoli per un buon vivere sociale. Poi incrocerà via Carlo Zucchini, deputato al Parlamento il cui figlio Antonio fu sindaco di Faenza ed ebbe dei guai col nascente movimento fascista, violento fin dalla sua nascita. Da corso Giuseppe Mazzini (uno degli artefici dell’Italia risorgimentale) si arriverà da piazza del Popolo al voltone della Molinella dove ha sede il Municipio, la casa per la buona politica: “In particolare ricorderemo Pietro Nenni, fuoriuscito per antifascismo, combattente in Spagna contro la minaccia franchista e, al rientro, uno dei padri della nostra Costituzione: fu segretario del Partito socialista e rese possibile alla Dc di Aldo Moro di realizzare la svolta politica detta di centro-sinistra.”

La Marcia si scioglierà ai piedi della scalinata del Duomo dove alle 18 il vescovo presiederà la Celebrazione liturgica per la Pace 2019. 

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