A domanda rispondo, conversazioni con i miei lettori di Francesco Fuschini

Il libro è edito per le Edizioni Il Ponte Vecchio

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Nel settembre scorso, in occasione delle serate dedicat alla Divina Commedia nel mondo, è stato attribuito a don Francesco Fuschini il Lauro dantesco alla Memoria, a dieci anni dalla sua scomparsa, e a riceverlo è intervenuto il suo amico di sempre:Walter Della Monica, raccoglitore e curatore di tutti i suoi scritti, visibilmente commosso.

Era appena uscito questo libro che lo rappresenta in tutta la sua spontaneità, nella sua ricchezza umana, nelle sue risposte acuminate e dolcissime, ironiche e svagate. Il libro raccoglie scritti pubblicati sul Resto del Carlino dove il prete scrittore teneva una seguitissima rubrica di domande e risposte fra lui e i lettori del giornale. Il periodo degli scritti è compreso tra il 1984 e il 1993 e fa seguito al suo pensionamento  da parroco di Porto Fuori e al ritiro insieme  ad altri due sacerdoti e, ovviamente, all’inseparabile cane Pirro, in una vecchia villa di campagna vicino alla frazione di San Michele.
E’ divertente sfogliare le pagine soffermandosi su alcune lettere a lui inviate con relative risposte: “Egregio Fuschini, in un mondo dove tutto è troppo, mi concedo al poco. Pochi amici, pochi svaghi, poco, poco, poco. Alcuni amici, il cui gusto maggiore è la critica, mi dicono che finirò nel vuoto del nulla, dell’emarginazione, eccetera, eccetera. Sono un esteta del quasi nulla. E dunque? Un parere da lei e un cordiale saluto da me. G.P.R. (Padova) Ed ecco la risposta: “Il troppo storpia e il poco non è mai poco se è abbastanza. Gesù Cristo, il mio dolce Maestro, è un esteta del quasi nulla. Il regno di Dio, che non è né poco né molto ma tutto, lo paragona a “un granello di senapa che è il più piccolo di tutti i semi”. (Marco 4,30).
Ma la risposta continua ancora a lungo con frasi ognuna ricca di significato come “La bilancia del poco e del molto è dentro(di noi):una lucciola a volte fa più lume di un faro”. Don Fuschini non disdegnava affrontare e rispondere a quesiti politici o filosofici come “I veri anarchici”, “La morte gentile”, “C’è più gioia a dare”. Essendo amico fraterno con il suo amato Pirro rispondeva e consigliava anche quando gli argomenti riguardavano gli animali come in “Il Dio degli animali” dove spiegava come “La Bibbia accarezza gli animali.
Furono creati nello stesso giorno dell’uomo e tutti(anche il leone) si nutrivano di piante(Genesi,1-30). Dio è Dio anche per gli animali: “Guardate gli uccelli del cielo che non seminano e non mietono né radunano nei granai, eppure il Padre vostro li nutre”(Matteo, 16-26). Un libro, dunque, divertente e spesso commovente, denso di cultura e di sapienza. Sono le caratteristiche di questo prete scrittore che pur non trascurando la sua missione di parroco di una piccola parrocchia, sapeva parlare al mondo con uno stile prodigioso tanto che  il grande  Giuseppe Prezzolini lo definì  il maggiore degli scrittori cattolici del Novecento.

Anna De Lutiis

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