Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali: La Divina Commedia, racconto visivo

Più informazioni su

Ormai la triade è completata: Inferno, Purgatorio, Paradiso. Padre Egidio Monzani, direttore del Centro Dantesco, ha fortemente voluto la riscrittura della Commedia in maniera molto semplificata, affidata ad Amedeo Tumicelli, e per rendere ancora più appetitoso l’approccio ha affidato a Giustina De Toni la rappresentazione grafica, disegni semplici ma molto efficaci e adatti a colpire l’interesse e la fantasia dei bambini e non solo.

Sappiamo che l’interesse per Dante e la sua opera ha da sempre interessato artisti, scrittori, poeti e critici di alto livello ma la lettura dell’Opera rimane sempre difficile per i bambini, i ragazzi e coloro che pur interessati non hanno la possibilità di districarsi nelle note, sempre molto numerose, che ricollegano i versi ad episodi storici, a teorie filosofiche, a tendenze ed eventi politici e ad interpretazioni teologiche.

Padre Egidio racconta di quante volte ha osservato le scolaresche fermarsi  davanti alla tomba di Dante, scattare una foto col telefonico e proseguire spesso distrattamente. “L’Opera di Dante – dice padre Egidio – è rimasta attuale anche dopo tanti secoli e le sue parole rappresentano spesso spunti educativi, esempi che si adattano perfettamente anche a situazioni di immediata attualità”.

I tre volumi si presentano con copertine che attraggono già a partire dal colore: l’Inferno ha fondo blu, non nero, il colore che ad arte e splendidamente è stato usato da grandi illustratori come Dorè, perché ai bambini avrebbe dato una sensazione angosciosa; il Purgatorio ha la copertina di un verde tenue che rispecchia, sì, l’incertezza della situazione, anime in attesa di transitare, ma anche la speranza di giungere infine in Paradiso; poi il giallo, la luce, la fase finale del viaggio che si conclude nel mondo delle anime eccelse, nei cieli di luce, nel Paradiso.

Si diceva, all’inizio, che si è cercato un linguaggio semplice, uno stile narrativo quasi di favola, ma il significato è rimasto fedele al testo con riferimenti continui alle terzine che saltuariamente vengono riportate. “Una parafrasi letterale avrebbe reso il testo troppo pesante, – scrive Claudio Giunta nel Domenicale del Sole 24 ore – e avrebbe implicato scelte troppo difficili: il riassunto permette invece di sorvolare sulle mille difficoltà, sui mille dubbi di parafrasi che la Commedia fa nascere nei suoi interpreti (i vessatissimi versi «colui ch’attende là, per qui mi mena / forse cui Guido vostro ebbe a disdegno» diventano ‘il saggio Virgilio mi sta accompagnando in un viaggio a cui forse Guido non era interessato’: che è giusto, senza essere proprio giusto)”.

L’Opera sta avendo molto successo e si verifica una richiesta continua, anche attraverso web. Il plauso al lavoro voluto da padre Egidio arriva anche da personaggi di alta cultura come Claudio Di Benedetto, direttore della biblioteca degli Uffizi, Firenze, che nell’introduzione all’Inferno elogia il coraggio di padre Egidio, Giustina e Amedeo perché: “Grazie a loro ci possiamo sprofondare  comodamente in poltrona, assicurandoci di avere vicino qualcosa di buono da bere e da mangiare, e di andare a  scoprire questo viaggio meraviglioso.”

La prefazione al Paradiso è, invece, del Cardinale Gianfranco Ravasi che la dedica non solo ai bambini, ma anche ai loro genitori, ai nonni, agli educatori, perché siano accanto ai ragazzi accompagnandoli nel viaggio, in questa interessante lettura, proprio come fecero Virgilio prima nell’Inferno e nel Purgatorio, e Beatrice, ora, in Paradiso. “La Divina Commedia-scrive Ravasi- è sempre nuova, sorprendente, dotata di mille iridescenze da scoprire.”

In seguito riporta la confessione di un poeta tanto caro papa Francesco, Jorge Luis Borges che nella sua opera ‘Sette notti’ scriveva: “Voglio solamente sottolineare che nessuno ha il diritto di privarsi di questa felicità. La Divina Commedia. All’inizio si deve leggere con la confidenza di un bambino, abbandonarsi ad essa. E allora ci accompagnerà per tutta la vita”. Ravasi riporta anche il pensiero di papa Paolo VI  che nel 1965, a settecento anni dalla nascita del poeta, scriveva come “Dante ci vuole condurre dal peccato  alla santità, dalla miseria alla felicità,  dalla contemplazione terrificante dell’inferno a quella beatificante del paradiso”.

Concludendo con parole semplici potremmo considerare il viaggio attraverso la narrazione di questi tre volumi come un percorso in autostrada, guardando i paesaggi mentre sfrecciamo velocemente, per poi scegliere un casello per uscire e fermarci nel luogo prescelto per approfondirne la conoscenza; oppure sorvolare in elicottero paesi e città e decidere di scendere per vedere da vicino i luoghi. Ecco, se un bambino rimane sedotto dal racconto della Commedia, in futuro tornerà per approfondire i passi complicati e per leggere le numerose note esplicative. E’ questa la finalità di questo intelligente lavoro.

Anna De Lutiis

.

Più informazioni su