In 500 all’OP64. Campioni del mondo… e dell’ “Orgoglio Pieghevole”

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Sabato 13 aprile a Lugo è stata la giornata dell’ “Orgoglio Pieghevole” (OP64), evento unico nel suo genere, ormai pubblicizzato ogni anno dai media nazionali, durante il quale un carnevesco corteo di grazielle vintage, cavalcato da arditi atleti di altri tempi, rigorosamente in costume, si è spostata dal salotto della Bassa Romagna a Campotto e ritorno.

Quest anno l’OP64 (64 come i chilometri complessivi da percorrere sulle stridenti 20″ pieghevoli e come l’anno 1964 di creazione dell’iconica bicicletta) ha visto 500 partecipanti provenienti da tutta Italia con presenti delegazioni di paesi stranieri.

Resoconto della manifestazione “Orgoglio Pieghevole” (OP64)
Mentre la piazza all”ombra dell’ala di Baracca di stava svegliando, sabato 13, con un occhio alla tazzina del caffè e l’altro fuori dal bar, i lughesi attendevano l’arrivo del festoso corteo dell’OP64, con sorniona curiosità.
Il fragore dei campanelli e delle trombe, il tripudio dei colori delle parrucche non lasciava presagire nulla di quello che stava accadendo.
A metà corteo piombó il silenzio nella piazza, nonostante lo sconquassante rimbombo del serpentone di grazielle, si sentirono i cucchiaini cadere sul bancone del bar e con la bocca spalancata la memoria volò subito a quella magica notte nella quale in una lontana notte d agosto in cima all’ala di Baracca venne issato un tricolore dalla folla festante.
Lo stesso silenzio che precede le note iniziali dell’inno di Mameli.
Ebbene sì, sabato 13 aprile in piazza Baracca a Lugo è apparsa la nazionale italiana di calcio che vinse i mondiali del 1982.
O meglio, le figurine umane, fedeli riproduzioni storiche dell’epoca di quegli atleti ormai leggende entrati a far parte della mitologia del calcio, sempre in grado di suscitare un’emozione in chi le vede.
Figurine in carne ed ossa, deambulanti, non solo deambulanti ed in grado di cantare l inno nazionale a squarcia gola, ma anche di pedalare ed in sella ad una graziella di portare a termine l’eroico OP64.
Lungo tutto il percorso ogni spettatore della manifestazione che le ha viste passare si è emozionato, anche sentendo la voce di Nando Martellini che con la sua telecronaca accompagnava l incedere degli azzurri.
Ad ogni punto di ristoro, dopo aver intonato, rigorosamente schierati nella formazione dell’epoca, l inno di Mameli, erano gli atleti più gettonati per le foto di rito.
E se a Conselice si arrivava col cielo più scuro per un rigore sbagliato dal bell Antonio nazionale, a Campotto spuntava il sole dopo il doppio vantaggio di Pablito Rossi e Marco Tardelli con l’urlo di esultanza che rimbombava nella valle.
All arrivo al maracanà a Lugo il triplice fischio di Arnaldo Coehlo, anche lui presente, rigorosamente in tenuta nera, tra le “figurine”, sanciva il definitivo 3 a 1, con l ultima rete per l Italia siglata da Spillo Altobelli.
Nota di colore, nell arcobaleno dell’OP64, a San Pancrazio mister Baerzot, il capitano Dino Zoff ed il barone Franco Causio hanno trovato il tempo per una partita a scopa.
Gli azzurri dell’82, oltre ad alzare al cielo la coppa del mondo, hanno levato al cielo un altro ambito e meritato trofeo quello dell’OP64 miglior agghindamento di gruppo 2019.
L’evento lughese già di per sé rinomato e connotato da uno spirito unico intriso di autoctona ed a km 0 romagnola pataccagine, quest anno scrive un’altra gloriosa pagina.
Purtroppo Marco Lattuga (Tardelli), Franco Morelli (Pruzzo) & soci in questa edizione ne hanno alzato l’asticella ad un livello superiore.
Rimarremo dodici mesi in attesa di vedere chi sarà in grado di raccogliere il guanto di sfida e riuscirà il prossimo anno a far cadere il cucchiaino del caffè nella tazzina al popolo lughese.

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