Troveranno lavoro anche le fasce più deboli della popolazione

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mercoledì 16 aprile 2008

Il Consiglio provinciale ha approvato a maggioranza gli indirizzi delle politiche d’inserimento lavorativo a favore delle fasce deboli della popolazione, illustrate dall’assessore provinciale alle politiche sociali Emanuela Giangrandi.

Si sono astenuti i gruppi AN Il Popolo della Libertà e Forza Italia verso il nuovo partito dei moderati e dei liberali; hanno votato a favore Udc e i gruppi di maggioranza.
“In sostanza – ha spiegato Emanuela Giangrandi – riconosciamo nelle cooperative sociali di tipo B gli organismi che possono rappresentare validi partner per il perseguimento dei fini che la Provincia si pone e cioè promuovere lo sviluppo delle politiche di inserimento lavorativo a favore delle fasce deboli, mediante convenzionamento o affidamento a queste cooperative sociali di lavori, servizi e forniture”.
“Esiste anche nel nostro territorio il problema, sempre più urgente, di creare nuovi posti di lavoro per uomini e donne appartenenti alle fasce deboli e che a tale criticità si va a sommare la situazione delle persone in condizione di svantaggio sociale, e in particolare di quelle in condizioni “svantaggio più complesso”, generalmente in carico ai servizi socio – sanitari territoriali, non sostenuta, per l’ avvio al lavoro, da nessuna normativa di riferimento.

Le politiche attive a favore dell’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti deboli del mercato del lavoro sono state implementate, a partire dal 2000, dalla Provincia e dai Comuni, dai servizi sociali territoriali e dall’Azienda USL che hanno sviluppato una rete territoriale integrata di servizi per il lavoro che prevedono azioni per sostenere e accompagnare al lavoro le persone disabili e in condizione di svantaggio sociale attraverso servizi specialistici di mediazione lavorativa denominati SIIL (Sostegno Integrato Inserimento Lavorativo).

L’attività della rete dei servizi ha evidenziato la necessità di intervenire sul meccanismo dell’offerta di lavoro, in quanto se non si agisce sulle relazioni economiche territoriali sviluppando l’impresa sociale e la sensibilità sociale nelle imprese profit e nella cooperazione non sociale creando nuovi posti di lavoro, gli stessi servizi specialistici di inserimento riescono con difficoltà a collocare al lavoro”.

“L’affidamento di commesse alle cooperative di inserimento lavorativo costituisce una strategia per le pubbliche amministrazioni per realizzare interventi sociali significativi, tenuto conto che l’azione imprenditoriale delle cooperative sociali di tipo B sono un beneficio per le comunità locali contribuendo alla costruzione dei Territori Socialmente Responsabili e di uno sviluppo economico più sostenibile perché creano una riduzione della spesa corrente in servizi socio- assistenziali, con il passaggio della persona disabile /svantaggiata, a seguito dell’assunzione, da “assistito” a “contribuente”; effetti di redistribuzione del reddito verso fasce sociali a rischio di marginalità, con conseguente integrazione sociale e rafforzamento della coesione sociale della comunità locale”.

Sono intervenuti Francesco Morini, capogruppo Udc, per auspicare che “una pagina del prossimo bilancio sociale sia dedicata a questo importante progetto” e Fiorenza Campidelli, Pd l’Ulivo, che ha sottolineato “quanto sia importante dare alle fasce deboli la possibilità d’inserirsi nel mondo del lavoro anziché essere soltanto assistiti dai centri sociali”.

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