Ancisi (LpRa): “Le città europee dello sport sono una cosa seria?”

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Scrive Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna: “Tutto quello che l’amministrazione comunale fa con l’intenzione di promuovere lo sviluppo delle attività sportive è ben fatto, quindi anche la candidatura di Ravenna a “Città europea dello sport 2016”, lanciata dal sindaco Matteucci nello scorso aprile e approdata alla selezione finale mercoledì scorso. Ma le perplessità sulla serietà dell’iniziativa sono numerose, documentate e fondate”.

“Il richiamo subliminale – continua Ancisi – alla parallela candidatura di Ravenna capitale europea della Cultura 2019 è del tutto inappropriato. Questa manifestazione è organizzata da un’associazione privata, denominatasi ACES Europa, che nulla ha a che fare con l’Unione Europea, così come con altre istituzioni pubbliche. Attribuisce ogni anno un titolo di Capitale europea dello sport tra le città con almeno 500 mila abitanti, un numero imprecisato di titoli di Città europea dello sport tra quelle con almeno 100 mila abitanti (a cui dunque concorre Ravenna) e un numero altrettanto illimitato di titoli di Municipio europeo dello sport alle città con meno di 100 mila abitanti.  Sul suo pur seducente ed esuberante sito internet, non si rintraccia alcunché della doverosa trasparenza minima, che consiste nella pubblicazione dello statuto, dell’atto costitutivo, dei bilanci e degli organi societari. Se ne ricavano solo, indirettamente, i nomi del presidente, Gian Francesco Lupatelli, e del presidente onorario, Mario Mauro, presentato come membro del Parlamento Europeo, di cui però non fa più parte dal febbraio 2012. Dagli atti finora compiuti sulla candidatura, non risulta che il Comune di Ravenna abbia acquisito questa documentazione, indispensabile ad ogni amministrazione pubblica che si rispetti quando intende instaurare rapporti di collaborazione con qualsiasi soggetto privato, assumendosene gli oneri finanziari. Vi si legge solo che ACES è stata costituita nel 2000 a Milano, mentre dal sito internet associativo risulta aver distribuito riconoscimenti “europei” dal 2007/2008″.

“Il fatto che – evidenzia Ancisi – su 123 attestati oltre la metà siano andati a città italiane fa ritenere che, in realtà, si tratti di un’organizzazione di raggio largamente domestico. Se Ravenna sarà ‘premiata’ da ACES, si troverà in un’allegra, sovrabbondante e non sempre esaltante compagnia indigena, destinata a superare, nel 2016, il centinaio di membri. (*). Todos Caballeros in Italia, direbbe Carlo V”.

UN PREMIO CARO. VIAGGI E FESTE A GO GO
“Ci sono naturalmente – prosegue Ancisi – degli obblighi da adempiere. Per presentare la candidatura occorre iscriversi (non si sa a quale prezzo e/o quota) ad Aces e rimborsare ogni spesa di viaggio, vitto e soggiorno per tre giorni della cospicua commissione incaricata di visitare le città da ammettere alla fase finali e degli accompagnatori locali. Per le città ammesse – com’è stato per Ravenna, ma non se ne conosce alcuna che sia mai stata scartata – scatta il pagamento di 700 euro per le spese organizzative dell’associazione. Le vincenti (33 nel 2014) dovranno assumersi i costi per: la cerimonia di festeggiamento per il proprio riconoscimento; gli avvenimenti sportivi “di grande importanza internazionale, nazionale, regionale, locale” a cui dovrà obbligatoriamente partecipare un “numero non inferiore a 36 per le Capitali, 24 per le Città e 12 per i Municipi”; un evento a propria scelta da effettuare alla fine dell’anno a cui ogni città premiata “dovrà invitare tutti i rappresentanti di tutte le Amministrazioni comunali che hanno ottenuto dei riconoscimenti ACES nell’anno”, cioè svariate decine. Ciò giustifica l’impegno di 10 mila euro sul bilancio comunale del 2014, a cui seguiranno quelli, imprevedibili, del 2015 e del 2016″.

SERIETÀ?
“Adesso, integrata l’informazione, ognuno può commentare da solo, con piena coscienza di causa. Ai lettori chiedo soltanto chi, a loro giudizio, sia più serio tra: l’organizzazione dei riconoscimenti ACER Europa; gli entusiasmi sparsi su tutti i giornali da sindaco, assessore & c. per il superamento dell’esame di idoneità “a pieni voti”; i 1.769 cittadini di Ravenna che, alla domanda posta da un sondaggio informale: “Siete favorevoli o contrari a Ravenna Città Europea dello Sport 2016”, hanno risposto di essere favorevoli il 6,27%, indifferenti lo 0,23% , non interessati il 7,41% e contrari l’86,09%” – ha infine concluso Ancisi.

(*) Questa compagnia, in attesa della pubblicazione dei responsi per il 2015 e il 2016 stesso, comprende, come “capitali”: Milano e Torino (solo questa figura al momento designata per il 2015); come “città”: Palermo, Rimini, Varese, Novara, Trieste, Treviso, Parma, Firenze, Pescara, Viterbo, Cremona, Modena, Reggio Calabria, Alba, Ascoli Piceno, Biella, Brindisi, Cesena (in una specie di derby romagnolo, impossibile per Ravenna), Chieri, Jesi, Latina, Pavia, Prato, Rapallo; come “municipi”: Busca, Loano, Albisola Superiore, Bellaria Igea Marina, Besozzo, Darfo, Fossano, Peschiera, Pino Torinese, Rosà, Atri, Finale Liguria, Savigliano, Savignano sul Rubicone, Valdengo, Ariccia, Maio, Salò, Cairo Montenotto, Forte dei Marmi,  Dolo, Monsummano, Morlupo, Giaveno, San Giovanni Teatino, Roseto degli Abruzzi, Arenzano, Assago, Cantalupo, Castiglione della Pescaia, Cervere, Forano, Mazzano, Montecchio Maggiore, Saint Vincent, Solbiate Olona. IN TUTTO 62.

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