Spadoni (UdC): “Provincia, continuano le spese per consulenze e incarichi esterni”

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Scrive Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale Udc: “Nell’anno 2012 la Provincia di Ravenna assunse personale esterno a tempo determinato per fronteggiare i “picchi di lavoro straordinari” dovuti alla necessità di portare a compimento procedimenti amministrativi relativi alle autorizzazioni integrate ambientali, meglio conosciute con l’acronimo AIA”.

“Si trattava, precisa Spadoni, dell’assunzione di un tecnico specializzato nell’ambito delle procedure di autorizzazione integrate ambientali a tempo pieno per la durata di diciotto mesi, e di un secondo tecnico specializzato nelle procedure di valutazione di impatto ambientale, sempre  con lo stesso tipo di contratto, ma a tempo parziale con una percentuale lavorativa del 50%, per una durata pari a diciotto mesi. La spesa sostenuta per tali incarichi esterni ammontava a ben 75.000,00 euro”.

“La stessa giunta, continua Spadoni, in un contesto economico ancora segnato dalla profonda crisi e, soprattutto, in una situazione di incertezza dovuta agli ultimi sospiri delle vegetative province, con le medesime motivazioni nel coso 2013 rinnovava per altri diciotto mesi uno dei due  contratti, vale a dire quello a tempo parziale instaurato nel 2012, prevedendo una spesa di 22.508.89. Il ricorso ’inopportuno rivolto a personale esterno non si ferma qui”.

“Con l’ultima delibera del 28 maggio 2014 – precisa il consigliere – , infatti, lo stesso esecutivo politico di piazza dei Caduti, proroga per diciotto mesi uno dei due contratti sino a fine mandato  prevedendo una spesa di euro 50.00,00 (di cui 16.00 per il 2014, 33.000 per il 2015 e 1.000 per il 2016). Sino ad arrivare, poi, a persistenti  “esigenze straordinarie”, per cui nella seduta di giunta del 24 settembre scorso, si modifica la situazione passando a un’altra assunzione, vale a dire a due tecnici per la durata di dodici mesi. Il tutto, come si evince, in barba alla spending rewiev e al lungo periodo di crisi che, come noto, non risparmia nemmeno gli enti pubblici. Oltretutto non si tiene conto dell’impegno cogente delle pubbliche amministrazioni previsto da un preciso articolo di legge, finalizzato a contenere la spesa corrente. Articolo  riferito alle  pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevano comunque eccedenze di personale come nel caso della Provincia di Ravenna, la quale, nel caso in oggetto,  bypassa  artatamente la legge aggrappandosi, come recita la delibera, al fatto  che le eccedenze di personale riguardano  profili professionali diversi rispetto a quello in discussione”.

“Con un bilancio di previsione come quello dell’ente provinciale ravennate, si dovrebbe agire con maggiore senso di responsabilità, contenendo al massimo le spese e valorizzando al meglio le risorse umane interne all’ente stesso. A tal proposito non si comprende, infatti, perché  la Provincia dovendo percorrere la scelta (obbligata)  di rinunciare completamente alle attività culturali (fatta eccezione delle biblioteche) di spettacolo e sportive, non “riconverta” le risorse umane in capo a tali settori per colmare le richieste di personale  relative a servizi  ancora in piena funzione, come nel caso di specie,  peraltro con evidente risparmio di spese.
Oltre allo stupore per l’uso inappropriato dei pochi soldi a disposizione,  c’è da chiedersi perché i revisori degli enti locali sino ad arrivare alla Corte dei Conti non abbiano nulla da rilevare su simili provvedimenti!?”, ha poi concluso Spadoni.

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