Zingaretti (Ravenna Domani): “Brutto regolamento quello delle concessioni”

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“Non si può certo dire che io sia un supporter dei capannisti, ma questo regolamento delle concessioni è da rivedere in profondità. Che regolamentare le concessioni fosse molto più complesso dei capanni lo si sapeva, per cui non si comprende la fretta di approvarlo senza un adeguato confronto, quando per il regolamento capanni si è speso oltre un anno di incontri”.

“Il contenuto del regolamento concessioni è duro – dice Carlo Zingaretti di Ravenna Domani –, restrittivo e troppo schiacciato sulla “migliore offerta economica”, quando invece i parametri di valutazione dovrebbero essere spostati su come si gestisce il proprio capanno e il proprio diritto di concessione. È un regolamento che premia i ricchi, chi ha molta disponibilità di mezzi e che non incentiva la gran massa di capannisti a migliorare la gestione del loro capanno. Definire un arco temporale di durata della concessione (9 anni) è più che giusto ma prevedere che il criterio dell’assegnazione della proroga sia solo l’offerta più alta è discriminatorio e rischia seriamente di premiare solo chi ha più soldi per lo svago.

Altro punto penalizzante è l’aver omesso il criterio dell’indennizzo. In altre parole se un capannista ha costruito una struttura e se questa struttura è a norma e ben tenuta, al momento del passaggio della concessione ad altro soggetto ci deve essere un indennizzo. Si trovi un sistema di valutazione per definire il valore del manufatto, che prescinda dal valore di mercato, ma stabilire che debba passare di mano senza alcun indennizzo mi sembra davvero troppo.

Ovviamente è di tutt’altro tenore se si riconsegna un capanno “rudere”. Non condivido la proposta di costituire associazioni che si intestano la concessione del capanno, perché in tal modo non si crea ricambio.

Sono molto perplesso sulla presenza di enti pubblici, onlus , cooperative, organismi vari fra coloro che possono acquisire la concessione. Se ci devono essere, sarebbe bene che fossero in misura molto, ma molto limitata e la ragione è semplice: disponendo di mezzi possono ampliare l’uso della pialassa quando invece l’obiettivo dovrebbe essere ridurre la presenza antropica stanziale a favore di una presenza temporanea, legata cioè a semplici escursioni, secondo percorsi prestabiliti. E per fare ciò non occorre disporre di un capanno.

Un brutto regolamento, che scontenta tutti, che appanna la funzione di Comune e Parco del Delta nella conservazione e manutenzione delle pialasse.

E’ la premessa perché tutto degradi ancora più di come è adesso. Un regolamento che divide mentre, fino ad oggi, si è cercato di unire le energie per migliorare la gestione delle pialasse”.

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