La Coldiretti Ravenna va in Regione, presentate le priorità indispensabili per ripartire

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“Una semplificazione burocratica che non resti solo sulla carta, un taglio netto alle normative in eccesso che impediscono agli agricoltori di essere ‘custodi’ del territorio, interventi concreti per affrontare l’emergenza dissesto e la messa in sicurezza della rete idraulica e, ancora, la richiesta di pressione sul Governo centrale per rivedere le ‘storture’ di una legislazione fiscale oramai acefala, perciò fuori controllo, azioni mirate per risolvere le ‘grane’ dei confini del Parco della Vena del Gesso Romagnola e il flagello nutrie, ma prima di tutto l’appello alla Regione affinché si risolva quanto prima la situazione di empasse che rischia di ‘congelare’ il nuovo Piano di Sviluppo Rurale, ‘manovra finanziaria’ di vitale importanza per tutto il mondo agricolo e agroalimentare”.

Sono queste alcune delle priorità indispensabili per mettere le imprese agricole ravennati nelle condizioni di realizzare mirati progetti e programmi  per farle decollare sotto il profilo economico e reddituale,  contenute nel Documento di Coldiretti Ravenna ‘per il Buon Governo del Territorio’, messe in evidenza venerdì scorso ai quattro consiglieri regionali ravennati neoeletti, Mirco Bagnari, Gianni Bessi, Manuela Rontini (Pd) e Andrea Liverani (Lega Nord), in un incontro con i vertici della Federazione nel corso del quale il Presidente di Coldiretti Ravenna, Massimiliano Pederzoli, ha ricordato che questo “è il primo di una serie di ‘faccia a faccia’ che, come Organizzazione rappresentativa di circa 4mila aziende e di oltre 10mila clienti, ci proponiamo di promuovere con cadenza regolare nei mesi a venire”.

 

Pederzoli, dopo aver sottolineato l’importanza strategica della Regione Emilia-Romagna, “cuore dell’agroalimentare italiano e culla di numerose eccellenze Dop e Igp”, ha ribadito  la necessità che le Istituzioni e la politica tornino realmente a investire sul settore agricolo, “l’unico che negli ultimi anni, nonostante le difficoltà legate al dissesto idrogeologico, all’eccesso di burocrazia e ad una tassazione spinta che frena gli investimenti, ha creato nuovi posti di lavoro”.

Nel documento redatto da Coldiretti e presentato ai consiglieri si sottolinea l’urgenza di una non più rinviabile ‘verifica sulla pianificazione urbanistica e territoriale’ e di una “pianificazione che non deve indebolire il già fragile assetto del territorio”, unitamente a quella di una revisione delle “normative assurde che impediscono all’agricoltore e al cittadino in generale di prendersi cura dell’ambiente, in particolare nelle zone golenali”.

Il Presidente Coldiretti ha toccato anche il capitolo Imu, stigmatizzando il recente decreto battezzato ‘tassa sull’altitudine’ approvato e poi congelato dal Governo: “Non è una normativa regionale – ha precisato Pederzoli – ma auspico che anche i consiglieri regionali, come fatto da Coldiretti, vadano in pressing sull’Esecutivo Renzi per ottenere una revisione intelligente di questa gabella che colpisce in particolare le imprese che operano in territori disagiati”.
E’ invece di competenza regionale il PSR, Piano di Sviluppo Rurale: “E qui l’UE ci sta facendo fortemente rallentare – ha affermato Pederzoli – con una tardiva richiesta di integrazioni che rischia di far posticipare a fine estate l’apertura dei bandi: questo non ce lo possiamo permettere!” “Ecco perchè – ha aggiunto – chiediamo al Consiglio Regionale di fare il possibile per ottenere l’apertura di graduatorie provvisorie, perlomeno per le misure che riguardano i giovani agricoltori”. Su questo punto è intervenuto anche il Direttore di Coldiretti Ravenna, Walter Luchetta, ribadendo come ‘le solite pastoie burocratiche rischiano di danneggiare le aziende e di far perdere chances di sviluppo fondamentali per realizzare progetti e percorsi di filiera”.

Da ultimo, lo stesso Luchetta ha insistito sul tasto della semplificazione ricordando ai consiglieri neoeletti che “l’Emilia Romagna è parecchio indietro rispetto ad altre regioni nella completa attivazione delle funzionalità operative dei CAA, Centri di Assistenza Agricola, enti privati che in molte regioni già ora stanno permettendo tagli di burocrazia, di tempo e di spese agli agricoltori e agli stessi uffici regionali”.

A chiudere il proficuo incontro, gli interventi dei quattro consiglieri. A partire da Gianni Bessi che si è detto pronto a fare il possibile per sostenere politicamente l’attività dell’agricoltore attivo, quello che non vive di rendita ma solo delle proprie produzioni. Riguardo alla semplificazione normativa, Bessi ha lanciato la proposta di uno ‘screening della legislazione regionale’, alla quale farà seguito una importante stretta sulla legalità, per contrastate in particolare le contraffazioni nell’agroalimentare. Tutti concordi sull’importanza di accelerare l’iter del Psr e di bypassare le ‘censure’ dell’Ue “al fine – ha detto Bagnari – di ottenere perlomeno un’approvazione in linea tecnica del ‘pacchetto’ di contributi che spetta alla nostra agricoltura”. E mentre il consigliere leghista Liverani ha promesso di portare concretezza in Regione, auspicando di entrare in Commissione Agricoltura, Manuela Rontini (PD)  ha garantito il massimo impegno sul fronte della ‘sburocratizzazione’ dell’ente di viale Aldo Moro.

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