Alvaro Ancisi: non vorrei candidarmi, e Liverani “è il nuovo perchè resti il vecchio”

Il capogruppo di Lista per Ravenna attacca a testa bassa il PD e dice che l'importante è portare l'ex PCI al ballottaggio perchè stavolta il partito di Via della Lirica può perdere

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Intervistare Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, decano dei consiglieri comunali ravennati, non è mai semplice. Perché l’uomo è puntiglioso e anche un po’ sospettoso. Non ama parlare a ruota libera. Preferisce avere sotto mano i suoi dossier e documentarsi. Chiede domande scritte su cui poter meditare e limare le risposte. E nemmeno a noi fa sconti, perciò non riusciamo a sottrarci del tutto alle sue regole. 

 

E questo, malgrado dica che ha un debole per Ravennanotizie.it, definito, testuali parole “puntuale testimone e maggior archivio istantaneo della storia recente di Ravenna”. Troppa grazia. L’intervista che segue spazia su vari argomenti e su alcuni Alvaro Ancisi pare proprio scatenato, su altri non si sbottona ma fa intendere sfracelli. A tratti sembra un Alvaro Furioso che si scaglia contro “questo” (ci tiene a dire) PD e tutti i suoi (di lui stesso) detrattori. Infine annuncia che stavolta, se possibile, non vorrebbe essere lui il candidato Sindaco di Lista per Ravenna. Insomma un Ancisi agguerrito, aggressivo, caustico. Il solito Ancisi.

 

Alvaro Ancisi, il PD appare in difficoltà. Per la prima dopo tanti anni il suo sistema di alleanze è in crisi. Occasione storica per batterlo? Eppure anche l’opposizione non pare messa bene…

“È la prima volta, da oltre vent’anni, che l’ex PCI può finire all’opposizione. Nel mezzo ci sono state quattro elezioni comunali col risultato già scritto in anticipo. L’occasione storica si è creata non solo perché l’ex PCI ravennate, già da tempo in decomposizione, è diventato insopportabile anche per tutti gli alleati di sinistra. Ma soprattutto perché il marcio, fino a prima occultato con forti somministrazioni di incenso, è stato portato in piazza, negli ultimi quattro anni, sotto il naso di tutti, da un’opposizione agguerrita e spietata, sintonizzata giorno per giorno con la massa dei cittadini sempre più scontenti e delusi, anche elettori dell’ex PCI. Opposizione chi? Su che? Come? Ravenna Notizie, puntuale testimone e maggior archivio istantaneo della storia recente di Ravenna, conosce a memoria queste risposte. Chiunque può darsele cliccando, nello spazio di ricerca, “Lista per Ravenna”, e poi via via il nome di qualunque altro soggetto politico.”

 

Scardinare il sistema PD sembra essere l’obiettivo di molti o di tutti. Ma come? Su questo punto registriamo le divisioni nell’opposizione.

“Non c’è una sola macchina da guerra da scagliare contro il PD, ma quattro. Una si è costituita all’estrema sinistra, mettendo insieme i pezzi che l’ex PCI ha lasciato per strada. Le altre sono, nell’ordine attuale di consistenza elettorale a Ravenna (sottolineo Ravenna), il raggruppamento di liste civiche che fa o farà capo a Lista per Ravenna, i 5 Stelle e il centro-destra. La missione comune è raccogliere al primo turno tutti i consensi dei rispettivi specifici bacini elettorali, senza sovrapposizioni forzate che potrebbero farne perdere. Così si porterà il PD, con i suoi residui compagni di strada, sotto il 50 per cento, e quindi al secondo turno, obiettivo al momento molto logico. Al secondo turno, tutti confluiranno sul candidato sindaco alternativo al PD più votato al primo. Obbligatorio non pestarsi i piedi. Ognuno pensi a raccogliere più voti possibile dal suo orto, non di portarne via a quelli del vicino. Il nostro è peraltro il più vigilato, 24 ore per 365 giorni.”

 

Insomma, nessuna alleanza vasta. Ancora tutti in ordine sparso?

“Credo di avere già risposto. Delle quattro macchine, due potrebbero accorparsi in una, purché se ce ne siano le condizioni. Ho il più grave difetto di un politico. Sono incapace di non mantenere la parola. Un mese fa ho detto al Resto del Carlino, a proposito dell’eventuale “guida” di un tandem: “scelta del candidato sindaco comune legittimata da elezioni primarie, oppure convergendo su una personalità con caratteristiche di grande attrazione per gli elettori: non avere mai fatto parte attiva di partiti; essere meno che cinquantenni; essere generalmente stimata – senza alcuna ombra – per l’esercizio di una professione del tutto autonoma da condizionamenti o collusioni politiche; non avere precedenti giudiziari. Discutiamo con tutti, se lo vogliono, ma non accettiamo niente a scatola chiusa”. La seconda opzione è quella che Lista per Ravenna preferisce, fermo restando che, anche volendosi molto bene, non ci si sposa con se stessi, come pure che single è meglio che male accompagnati. Non fatemelo dire cento volte, per favore.”

 

Che cosa pensa dell’eventuale candidatura di Della Rocca?

“Ne sono amicissimo, ho il suo cellulare da sempre, ma non ci siamo neppure parlati. Un anno fa concordammo che, se gli fosse balenata o prospettata l’idea, ne avremmo parlato. È una delle tante invenzioni preelettorali della stampa, questa per lo meno lusinghiera. Fulvio sa bene che, se si schierasse con l’una o l’altra parte, farebbe la fine degli altri ex prefetti, anche di grande prestigio, che si sono candidati a sindaco in tal modo. Perdenti e screditati. Potrebbe sfondare a capo di uno schieramento non di destra né di sinistra. Se la stampa riesce a metterlo insieme, ci stiamo. Auguri.”

 

Lei viene spesso accusato da alcuni detrattori di fare finta opposizione, cioè di urlare al lupo al lupo ma di portare acqua in sostanza al mulino del PD. Che risponde?

“Detto da chi siede all’opposizione senza farla, curando più i propri interessi? Liberi voi di riportarlo, libera la gente di seppellirlo con una risata. Non ho il benché minimo interesse privato in gioco, anzi lo avrei godendomi la pensione, e non per stare in pantofole. E le battaglie che hanno fatto perdere sangue al PD, ormai quasi svenandolo, non già il solletico, tutte intestate a Lista per Ravenna, hanno ricevuto da quelli di cui sopra gelosie, permali, e poca o nessuna collaborazione, se non distinguo. Salvo mettere il nido, come il cuculo, nel nido già fatto col sudore di altri. Pago di tasca mia le cause giudiziarie che, pur di fermarmi, senza riuscirci, anzi incattivendomi, mi sono state scatenate contro per conto del PD. Ne ho tuttora in corso tre non da poco, prive del benché minimo senso giuridico, che però devo subire e affrontare in proprio e in solitudine, perfino senza una espressione di solidarietà. Non le scagliano certo contro quelli di cui sopra. Cos’altro dovrei dimostrare a voi giornalisti, oltre ai volumi della documentata opposizione senza quartiere fatta da Lista per Ravenna riportata dalla vostra stessa stampa, perché sappiate che, quando date spazio a chi mi accusa di falsa opposizione, la gente si chiede anche se vivete sulla luna?”

 

Chi ha più possibilità di vincere contro il PD? E che farete voi?

“Non ce ne frega niente. Chiunque non potrà essere peggio di qualunque sindaco di questo PD ravennate. Chi ha più possibilità, comunque, siamo noi. Non ho detto io. I 5 Stelle li abbiamo già superati nelle precedenti elezioni, quando Grillo riempiva Piazza del Popolo. Il centro-destra berlusconiano è in dissolvimento. La Lega ha già imparato bene, pagando grossi scotti a Lista per Ravenna, che, quando si parla di Ravenna, gli elettori sanno bene distinguerla dalla Padania. Anche nel 2011, partendo da oltre il 12% (alle precedenti elezioni politiche e nei sondaggi che interrogano la gente sulle imminenti elezioni comunali come se fossero per Roma, Bologna o Bruxelles), la Lega è uscita dalle cabine elettorali di Ravenna col 7%. E poi, le liste che si fanno forti di un partito o di un leader nazionali cos’hanno fatto, in questi cinque anni, a Ravenna e per Ravenna? E cosa ha fatto Lista per Ravenna da se stessa? A chi solo si sono rivolti, quasi sempre, i cittadini per chiedere voce e/o aiuto sulle sofferenze loro e della città? Suvvia, un po’ di considerazione per l’intelligenza e la memoria degli elettori ravennati.”

 

Lei siede da molto tempo in Consiglio comunale. Qual è il giudizio su Ravenna nell’anno domini 2015?

“Ravenna è alla frutta: per la disoccupazione e ancora di più per la mala occupazione (quella delle cooperative di servizio ovunque dilagate, ad essere chiari); per la gente che vive del proprio lavoro e paga le tasse per chi non le paga; per l’ambiente che le famiglie rischiano di lasciare ai propri figli e nipoti ovunque cementificato e dissestato; per le strade scassate più che nel terzo mondo; per i servizi pagati profumatamente dal Comune coi nostri soldi, che non funzionano o funzionano male e che nessuno controlla; per i vantaggi, le prebende e i favoritismi sparsi a piene mani a chi fa politica col PD e/o per il PD; non ultimo, per l’ordine pubblico e la sicurezza, compromessi da una politica di accoglienza degli immigrati che ha dato ai malintenzionati piena libertà di violare le leggi e di delinquere, regalando case, lavoro, assistenza e sussidi a chi non li merita, togliendoli ai ravennati che ne hanno bisogno. Devo continuare?”

 

Sulla questione fanghi lei è stato fra i protagonisti della battaglia che ha portato all’apertura di un’inchiesta della Magistratura. Qual è lo stato dell’arte?

“Per la serie della “finta opposizione”? Il peggio deve ancora venire, a seguito del dossier che ho consegnato il 18 gennaio scorso alla Procura, senza pubblicizzarlo. Ho la massima fiducia nel suo operato”.

 

In attesa delle prossime puntate, parliamo allora del porto e del famoso “Progettone”.

“Stessa serie? Il porto si salva solo se, dopo tre anni che lo predico e dopo averli fatti sbattere contro le indagini della Procura (anche su questo il peggio deve ancora venire), resisi conto che non avrebbero potuto ulteriormente marciare fuori dei binari della legge, ridurranno il Progettone alla giusta misura per Ravenna, non della speculazione selvaggia: fondali da scavare fino a 12,5 metri, non più 14,5/15,5; non più un mega nuovo terminal container, valorizzando invece quello esistente, tuttora a metà servizio; curare in primis la manutenzione del porto e dell’avamporto; spendere le tasse del porto per il porto (non come col ponte mobile), anziché per gli interessi del PD e imprese compagne.”

 

Veniamo alla questione dei premi ai dirigenti comunali. Un atto dovuto. Ma impopolare. Che cosa si poteva e doveva fare?

“Lunga la serie della finta opposizione, ma potremmo continuare per ore. Causa un sistema di legge degenerato, quei premi sono blindati dai contratti stipulati. Bisogna cambiare profondamente il sistema, cominciando dal parlamento, dunque da Renzi. Ma non perché il sindaco di Ravenna non possa, in ogni caso, applicare quello esistente in modo radicalmente più giusto, riformando contemporaneamente il sistema degli incarichi dirigenziali (ne bastano la metà fatti bene) e premiando i veri meriti, però giudicati dai cittadini, non dagli amici degli amici. Serve un nuovo sindaco che sappia fare il sindaco. Guarda caso quello di cui voi giornalisti non vi occupate, basta che sia “nuovo”, magari inventato. Le macchine complesse bisogna prima di tutto conoscerle e poi saperle guidare. Se no finiscono nel fosso.”

 

Sta parlando del candidato PD Enrico Liverani, appena annunciato?

“Appunto. Il suo curriculum è impietoso sulle competenze politico-professionali. Mai fatto un concorso, mai sottoposto alla valutazione degli elettori, troppo disinvoltamente passato dalla cooperazione sociale a servizio del Comune alla CGIL della Funzione Pubblica e (appena da gennaio) all’incarico politico di assessore del Comune. Vuol dire avere cambiato da un giorno all’altro la veste di lavoratore parapubblico con quella di sindacalista dei dipendenti pubblici e questa con quella di loro datore di lavoro. Da questo punto di vista, è il miglior nuovo sindaco dell’ex PCI, sicuro di tirarlo per i fili, come ha sempre fatto con tutti i sindaci PCI e post PCI. Nuovo perché resti il vecchio. Liverani non va bene a quel che resta dei cattolici e del PRI, rispettivamente associati e alleati del PD? Sarà comunque “unitario”, si fa per dire. Questione di prezzo. Le poltrone e prebende da distribuire non sono però più sicure e dunque facilmente spendibili. E i topi scappano, come dalla nave che affonda, quando non c’è più formaggio. Prevedo in libera uscita dal PD i cattolici suoi ex elettori e gli elettori repubblicani dal PRI.”

 

Sulla questione del ponte mobile CMC le ha fatto una causa civile e chiede due milioni di danni. Come sta procedendo l’iter della causa e come ha intenzione di difendersi?

“Ancora la finta opposizione. È la causa più inconcepibile che un giudice civile possa trovarsi sul tavolo. Lamentano diffamazione senza avermi denunciato per diffamazione (anzi per aver detto la verità, e molto meno che tutta) e per danni letteralmente inventati. Una causa del genere in Germania sarebbe finita nel cestino dopo letta la prima pagina. In Italia può andare avanti anni, tanto solo io, non stipendiato per fare politica, come tutti i consiglieri comunali, devo pagare gli avvocati di mia tasca . Posso dire che sul ponte mobile, anche perché, essendo stato costretto a documentarmi allo sfinimento, l’ho fatto con successo, non vado in Tribunale per difendermi, ma per attaccare. Sono del Leone. Se ce la fanno, muoio, magari sotto il ponte mobile, da leone. Non da pecora.”

 

Alvaro Ancisi sarà ancora candidato in campo?

“Uffa. Almeno spiegatevi. Candidato a che?”

 

A Sindaco, naturalmente.

“L’ho fatto (ma non nel 2006) come unica strada, imposta dalla legge, per essere eletto consigliere comunale e creare un libero movimento civico, che poi è diventato grande e forte oltre Ancisi. Fino a ieri tutti i candidati sindaco non del PD sapevano di poter diventare solo consiglieri comunali. L’ho fatto, soprattutto, per non mettermi a servizio e al comodo riparo di un simbolo di partito ed essere utile alla mia città senza avere padroni che non siano i cittadini. Ora che si può anche diventare sindaco non PD, preferisco che si candidi una persona con le caratteristiche vincenti che ho appena ripetuto. Sarò invece candidato a uno dei 32 posti da consigliere comunale senza stipendio finché avrò vita e forza. Non lascio la mia città nelle grinfie di nessuno.”

 

A cura di P. G. C.

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