Porto, Guerra (Lega Nord): “Ecco gli indirizzi che proporrò in Commissione Comunale”

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“Riprendo la lettera degli operatori in seno al Comitato Portuale sulla situazione del Porto di Ravenna per introdurre alcune riflessioni che introdurrò nella Commissione prevista per il 5 novembre e che, auspico siano prese in considerazione da coloro che andranno a votare nelle prossime e sempre più imminenti Amministrative del 2016″ lo dichiara il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale Paolo Guerra proponendo alcune azioni per sbloccare l’impasse in cui si trova attualmente il progetto di approfodimento del porto ravennate.

“L’economia locale, il lavoro legato alle attività marittime e l’intero indotto retro portuale – afferma Guerra – non possono essere tutelati da annunci e dichiarazioni che si susseguono e si rincorrono sul giornale. Questa lunga crisi economica e la concorrenza dei porti dell’Alto Adriatico, sono elementi che per certi versi accomunano le imprese e i lavoratori del Porto di Ravenna, i quali richiedono azioni semplici e concrete.

La necessità ultradecennale di effettuare i dragaggi dei fondali è stata irresponsabilmente agganciata ad un POC logistico complesso e concatenato, che prevedeva una lottizzazione estesa, il trasferimento dei materiali giacenti nelle casse di colmata, ed un improbabile insediamento industriale a Porto Fuori. E’ incredibile sentire gli alleati del PD e del PRI che sino a ieri sostenevano il “progettone” a spada tratta, “strambare” oggi e senza alcun imbarazzo, ritrattando pagine di comunicati e di dichiarazioni”.

Guerra elenca poi una serie di proposte: “In quanto rappresentante della Lega Nord Romagna nelle istituzioni, in virtù delle mie esperienze al di fuori della politica e dei confronti avuti con esperti ed operatori portuali vorrei:

1) trasformare le operazioni di dragaggio dei fondali in attività di manutenzione ordinaria, evitando bandi di gara, appalti e procedure interminabili ottenendo un contenimento dei costi ed assicurando un pescaggio costante nel tempo, almeno ai 12,50 metri per competere sullo stesso piano con Venezia;

2) assistere ad un minor consumo del territorio trasferendo buona parte dei fondali al largo, in mare (e non all’interno dei moli) contestualmente al dragaggio, evitando ripetuti e costosi trasferimenti;

3) vedere autotreni che trasportano le merci anche fuori regione grazie ad un incremento del traffico portuale, reso possibile dall’approfondimento dei fondali, anziché trasferire i fanghi sul territorio comunale;

4) pensare che i materiali delle escavazioni siano desalinizzati nel momento in cui vengono introdotti in alcune (non troppe) casse di colmata, per essere poi utilizzati intelligentemente sul territorio;

5) separare la questione dei materiali attualmente nelle casse di colmata dal resto, per avviare gli ormai improrogabili approfondimenti del Candiano. I materiali giacenti potranno essere verificati, eventualmente caratterizzati e, in virtù degli ingombri e della loro caratterizzazione, destinati per scopi concordati in aree condivise e a disposizione sul territorio comunale”.

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