Indagine sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore: Ravenna è decima. Lo scorso anno era prima

La provincia ravennate nella top ten, prima in Emilia Romagna. Ma per l'ordine pubblico scivola al 105° posto su 110

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Torna la tradizionale ricerca del Sole 24 Ore sulla Qualità della vita nelle province italiane e a salire ancora una volta sul podio è Bolzano (con 603 punti). Seguono Milano (a sorpresa) e Trento. Ravenna ottiene un buon decimo posto con 555 punti, ma niente rispetto al primo posto dello scorso anno. La nostra provincia aveva fatto meglio anche nel 2013, quando aveva conquistato il sesto posto.

Il primato bizantino rimane se confrontato con le altre province della Regione: terna emliana tra il 12° e il 14° posto con Bologna, Parma e Modena. Seguono Rimini al 23°, Forlì-Cesena al 25°, Reggio Emilia al 26° e Piacenza al 37°.

Anche quest’anno l’indagine si snoda attraverso sei aree tematiche (Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero) e 36 indicatori con relative classifiche parziali, di tappa e finali.

I risultati di Ravenna premiano Servizi e Ambiente (756 punti e secondo posto della classifica parziali), Affari e Lavoro (679) e Tenore di vita (621). Seguono popolazione (570), tempo libero (467). Sul gradino più basso del podio in questa particolare classifica ravennate l’ordine pubblico con soli 238 punti che fanno precipitare Ravenna al 105°posto.

Le province considerate sono salite da 107 a 110, vista la disponibilità di dati statistici anche per Bat (Barletta-Andria-Trani), Fermo e Monza Brianza.

Al di là dei risultati della prima e dell’ultima, indicazioni interessanti emergono dalla visione d’insieme della pagella finale. A partire dal secondo posto di Milano (in avanzamento costante, ma in progresso di sei gradini rispetto all’edizione scorsa), guadagnato soprattutto grazie agli indicatori del benessere (pensioni, Pil), dei servizi e delle opportunità di svago, mentre meno bene va sul fronte della sicurezza (trend che comunque coinvolge tutti i centri piu’ grandi o ad alta attrazione economica o turistica). Diversamente va all’eterna rivale Roma che quest’anno scende al 16° posto, mentre Monza e Brianza (al debutto nella classifica, per la prima volta scorporata dal capoluogo di provenienza) ottiene una ragguardevole 20esima posizione. La top ten è occupata dai centri del Nord e del Centro (con l’aggiunta di Olbia-Tempio), di piccole o medie dimensioni (salvo appunto il caso di Milano e, in parte, di Firenze), spesso situate lungo l’arco alpino (come Bolzano, Trento, Sondrio, Cuneo, Aosta). Dopo la Lombardia, è la Toscana la regione più rappresentata, con Siena stabile (nona come nel 2014) e il capoluogo Firenze che mette a segno un notevole miglioramento, salendo al quarto posto. Nella parte finale si concentrano invece le province del Mezzogiorno, restituendoci l’immancabile fotografia di un’Italia tagliata in due. Tra le dieci che chiudono l’elenco, due calabresi in fondo (Reggio Calabria e Vibo Valentia), ma anche tre pugliesi (Taranto, Lecce e Foggia) e tre siciliane (Palermo, Messina, Caltanissetta) e due campane (Caserta e Napoli). Le province piu’ in difficolta’ delle altre aree territoriali sono per il Centro, Frosinone (84ª) e, per il Nord, Asti (75ª).

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