Alberto Pagani (Pd): sulle Unioni Civili stavolta la legge si farà

Sul Porto: bisogna superare questa fase di conflitti e di stallo. Per Versalis: va bene l'investitore straniero ma con patti e impegni chiari. Se si fa il referendum per lo stop alle trivellazioni in Adriatico Pagani voterà NO

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L’On. Alberto Pagani, deputato ravennate del PD, è abituato a parlare con calma e pacatezza, quasi una flemma inglese. Nel clima spesso frenetico e concitato della politica attuale fa quasi specie, in senso positivo. Con lui affrontiamo alcuni temi caldi della politica romana e di quella ravennate, con una doverosa puntata sulle prossime amministrative del 12 giugno: e Pagani è convinto che il PD possa farcela al primo turno anche questa volta.

 

Legge Cirinnà. Alla vigilia delle votazioni che contano in Senato e prima del passaggio alla Camera, che dice, stavolta si fa finalmente una legge sulle Unioni Civili anche in Italia?

“Sì, penso che stavolta sia la volta buona. I contenuti della Cirinnà sono importanti. Si è parlato soprattutto, giustamente, del fatto che permette a persone dello stesso sesso di contrarre un’unione giuridicamente tutelata. Ma riguarda anche gli eterosessuali che convivono: anche a loro si estendono diritti. Ed è giusto, perché così vengono tutelate sotto vari profili tutte le coppie che, per varie ragioni (magari solo perché in attesa di farlo) non siano sposate.”

 

Ma la Legge Cirinnà sarà “epurata” della famosa stepchild adoption o sarà approvata integralmente a suo parere?

“Su questo punto ho meno certezze. Al Senato i numeri sono in bilico e con il voto segreto ci possono essere sorprese, anche da parte di chi – come il Movimento 5 Stelle – in teoria dovrebbe votare compatto per la Legge Cirinnà nella sua integrità e quindi anche con il passaggio sulle adozioni.”

 

In che consiste. Ne vogliamo parlare?

“La Legge Cirinnà consente di adottare il figlio biologico di uno dei due componenti, sia se nato durante l’unione civile sia se concepito precedentemente. Le parti dell’unione possono chiedere l’adozione di minori e in caso di separazione si applicano, con riguardo ai figli, le disposizioni vigenti del Codice civile per le normali separazioni.”

 

Che pensa in definitiva di tutta questa vicenda della tribolata legge sulle Unioni Civili?

“Non uso mezzi termini: era ora! Il provvedimento estende in maniera sacrosanta i diritti alle persone che ancora non ne hanno e così facendo non lede in alcun modo i diritti di chi li ha già. Voglio ricordare che il 21 luglio 2015 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per violazione dei diritti umani proprio per il mancato riconoscimento legislativo delle coppie gay. I giudici di Strasburgo ci hanno redarguito per “la mancanza di una norma che riconosca e protegga le loro relazioni, violando così il rispetto della vita privata e famigliare”. L’Italia è ancora (visto che il Ddl non è ancora legge) infatti uno dei pochi Paesi rimasti nel mondo Occidentale a non prevedere nessuna forma di tutela per le coppie omosessuali. Nella maggior parte dei casi, come in Gran Bretagna, in Francia, nelle cattolicissime Irlanda e Spagna, in tutti i Paesi scandinavi così come in Danimarca o in Olanda, gli Stati hanno “allargato” l’istituto del matrimonio anche a gay e lesbiche che possono quindi sposarsi come tutti. In altri Paesi, tra cui la Germania e la Grecia ma perfino l’Estonia o l’Ungheria, ci sono leggi per le unioni civili. In questi Paesi si possono poi adottare i figli biologici del partner. Noi invece siamo rimasti in compagnia di Russia, Lettonia, Lituania, Ucraina, Turchia, per restare nei paraggi. E ovviamente siamo in compagnia anche di tutti i Paesi che per molti aspetti consideriamo molto ma molto più arretrati.”

 

Insomma, meglio tardi che mai.

“Sì, arriviamo tardi rispetto al mondo civile, ma almeno ci stiamo arrivando. E sarò orgoglioso di votare una legge che, con tutti i limiti che ha – perché è in sé frutto di una mediazione tra punti di vista molto distanti tra loro – almeno sana una falla non più sostenibile. Noi giustamente spesso condanniamo le società che non danno parità di trattamento alle donne o in cui le famiglie si basano sull’imposizione del mondo maschile su quello femminile. Sono gli stessi Paesi in cui l’omosessualità è vista con sospetto se non condannata. Bene: la nostra è una società più aperta ed evoluta di altre. O almeno si fregia di esserlo. Se vogliamo affermare una democrazia matura a 360 gradi e un’identità progressista è giusto che allarghiamo la nostra visione ed estendiamo le idee ormai sclerotizzate. Perché, lo ripeto, l’orientamento sessuale è una libera disposizione dell’individuo. E lo Stato ha il dovere di recepire l’evoluzione sociale. Uno Stato senza diritti per gli omosessuali è più ingiusto e meno civile.”

 

Referendum sulle riforme costituzionali a ottobre. Si stanno costituendo i Comitati del NO per bocciare le riforme approvate. Il PD invece è per il SI. Lei ritiene positiva l’impostazione del premier Matteo Renzi, che dice se perdo me ne vado e chiede un referendum non tanto sul merito delle riforme ma sul suo governo e perfino sulla sua persona?

“No. Non lo ritengo positivo. È inevitabile che se il referendum va male ci saranno conseguenze negative per il governo. Credo che tatticamente la scelta di Renzi non sia utile, perché se si sta invece al merito delle riforme e quindi del referendum, credo che la maggioranza ampia del 60 o 70% degli italiani sia favorevole al superamento del bicameralismo, come dicono i sondaggi. Invece, se si fa un referendum pro o contro Renzi non si discute del merito e si finisce per compattare un fronte anti governativo che esiste.”

 

Che cosa succede nel PD? Continue fibrillazioni. Problemi nel tesseramento. Ora anche questo caso Sicilia con Totò Cuffaro che vuole entrare.

“Penso che le fibrillazioni siano aspetti fisiologici per un grande partito che tiene insieme tante cose diverse. I partiti identitari, monolitici, sono in tutta Europa piccoli, mentre quelli grandi e popolari come il PD sono una cosa diversa con anime differenti e contraddizioni da governare e tenere insieme.”

 

Grandi al punto da accogliere anche l’ex Governatore della Sicilia Udc Cuffaro, già in carcere per collegamenti con la mafia?

“Non mi risulta sia vero. Credo sia una vicenda montata, estremizzata e strumentalizzata. Non penso davvero che Cuffaro possa entrare nel PD.”

 

Ma lei è favorevole all’idea renziana del Partito della nazione?

“Mi piace l’idea uscita con l’impostazione iniziale di Reichlin, quella cioè di un grande partito che svolge una funzione nazionale. Invece nella versione più ristretta e semplicistica di un partito che comprende tutti al suo interno, no, in questo caso l’idea non mi convince. Io sono per un partito che guida un governo centrosinistra, che fa politiche riformatrici e sa distinguere fra destra e sinistra. In realtà, nessuno credo nel PD abbia l’idea di tenere insieme tutti e probabilmente questa cosa è stata raccontata male.”

 

Veniamo ai problemi di Ravenna visti dal suo osservatorio parlamentare. Che succede al Porto? Quando finirà questa situazione di scontro e di stallo che non fa bene a Ravenna?

“È inimmaginabile che possiamo risolvere i problemi e rilanciare il nostro Porto, oggi e in futuro, continuando a litigare fra noi. È una situazione che va sbloccata, perché non ci permette di andare avanti. E noi invece non abbiamo tempo da perdere.”

 

Quindi Delrio e Bonaccini decideranno di sbloccare sostituendo Galliano Di Marco?

“Non ho notizie in questo senso. Ripeto ciò che ho già detto. Non abbiamo bisogno di conflitti ma di collaborazione e compattezza fra i vari protagonisti per rilanciare il nostro Porto.”

 

Veniamo alla situazione di Versalis. Come la vede?

“Dobbiamo piantare solidi paletti sugli investimenti, sulla ricerca, sul punto produttivo e sull’occupazione a Ravenna. Ci può stare che Eni in un settore come quello chimico – che non è il suo core business – cerchi partner competenti, che ci mettono soldi e know how. Ma bisogna capire per fare cosa. Se il partner compra per chiudere, questa cosa non va bene. Anche perché Eni non è un gruppo privato che fa l’interesse degli azionisti privati, ma è un grande gruppo pubblico che deve tenere conto degli interessi nazionali e ha delle responsabilità anche verso i lavoratori. Comunque, se si fanno patti chiari prima su un investimento che salvi il punto produttivo e l’occupazione a Ravenna non abbiamo nulla in contrario all’ingresso di un investitore straniero.”

 

L’ipotesi dell’intervento pubblico con la Cassa Depositi e Prestiti è nell’ordine delle possibilità?

“Sì. È una delle possibilità da tenere presenti.”

 

Trivellazioni in Adriatico. C’è alle porte un referendum indetto da 10 Regioni ma non dall’Emilia-Romagna. Il PD cercherà di scongiurarlo?

“Sì. Cercheremo di prendere in considerazione tutte le ipotesi per non andare al Referendum che considero sbagliato nel merito e nel metodo in questo caso. Non è materia che si può affrontare con un Referendum.”

 

Ma se si farà voterete contro lo stop alle trivellazioni?

“Io non voterò per un blocco delle trivellazioni, perché lo considero un errore dal punto di vista strategico. Un paese che può estrarre metano ma non lo estrae, lo lascia dov’è, e poi va a importare il metano dalla Russia è un paese sciagurato, che si cerca dei guai. Inoltre, dall’altra parte dell’Adriatico la Croazia continua ad estrarre e quindi se noi blocchiamo la ricerca e l’attività non facciamo una scelta molto intelligente. Finisco dicendo che a Ravenna abbiamo un distretto dell’OffShore fra i più importanti del mondo: e se noi siamo i primi a non credere più nelle estrazioni in Adriatico, non vedo come possa andare avanti la ricerca e l’attività di queste aziende qui a Ravenna. Mettiamo ancora più in crisi un intero settore che già incontra grosse difficoltà.”

 

Elezioni a Ravenna. Il tema è sempre quello: PD e alleati vinceranno al primo turno secondo lei?

“Non ho la palla di vetro. Ma secondo me è possibile, ci sono le condizioni per farcela al primo turno. Il candidato Michele de Pascale incontra consenso, si sta facendo conoscere e tutti quelli che lo hanno incontrato me ne parlano bene. Da solo il PD non ce la fa di questi tempi, ma insieme al PRI e alle liste civiche della società civile, e con un candidato valido come de Pascale penso che ce la possiamo davvero fare.”

 

A cura di P. G. C. 

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