Niente tassa soggiorno 2016 a Cervia, Savelli (Cervia prima di tutto): “Avevamo ragione noi!”

Colpa del ritardo della Giunta: "Danno di immagine al turismo cittadino e agli operatori del ricettivo. Adesso vogliamo le scuse del sindaco e di tutti i suoi soloni"

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Esulta Paolo Savelli, capogruppo della lista Cervia prima di tutto alla notizia che il Ministero delle Finanze ha comunicato all’amministrazione comunale cervese che per il 2016 la tassa di soggiorno non potrà essere applicata (a Cervia) in quanto imposta di nuova introduzione che la legge di stabilità 2016 impediva. “Siamo estremamente contenti per questa notizia” le prima parole di Savelli.

“Noi glielo avevamo detto al sindaco – prosegue il capogruppo di Cervia Prima di tutto -, alla sua giunta e alla sua maggioranza che erano fuori termine e loro per tutta risposta avevano tentato il colpo gobbo sotto Natale nel disperato tentativo di rimediare a questo loro errore madornale. Glielo avevamo spiegato in tutti i modi ricevendo quali risposte risatine e sorrisetti che ora immaginiamo saranno spariti. 

E guardate che questa imposta viene bloccata solo per l’incapacità amministrativa di Coffari e compagni(a) i quali con arroganza e ben poca applicazione nello studio, hanno ritardato talmente tanto l’adozione della tassa di soggiorno (la delibera di Giunta sulle tariffe in particolare) da andare oltre i termini che la Legge di Stabilità 2016 stabiliva per poter introdurre nuove imposte comunali. Noi li avevamo avvertiti, ma loro niente, mentre addirittuta ostentavano sicurezza e certezza nell’adozione di un decreto da parte del Governo che doveva garantire la salvezza per l’imposta di soggiorno, rimettendoli in termini. 

Scriviamo questo primo commento a “botta fredda”, mentre gioiamo per la figuraccia del PD e dei suoi alleati. Una figuraccia tutta loro e di chi li ha appoggiati su questa partita”. 

“Ricordiamo a tutti i cervesi – prosegue Savelli – che l’imposta di soggiorno è una delle più celebri promesse mancate dal sindaco che vinse le elezioni anche grazie alla famosa bugia secondo cui si impegnava a non introdurre questa imposta.
E ben gli sta che ora il suo stesso governo lo abbia “fregato”, almeno per il 2016.
Ricordiamo altresì che nel bilancio 2015 era stata anticipata la somma di presunto incasso dell’imposta di soggiorno per 2,5 milioni e altrettanto è stato previsto (2.750.000 Euro) sul bilancio di previsione 2016 quale incasso dell’imposta che invece non produrrà alcuna entrata fino almeno al 2017 inoltrato. Mancano all’appello perciò ben 5.250.000 Euro tra i due bilanci e a poco valgono le rassicurazioni della Giunta secondo cui l’allentamento del Patto di Stabilità ci consentirà di ovviare.
Cari signori, la frittata è fatta.

Non osiamo immaginare il danno di immagine causato al turismo cittadino e agli operatori del ricettivo che sono stati prima buggerati e poi tenuti fino a ottobre 2015 inoltrato nell’incertezza sulle tariffe che avrebbero dovuto applicare, fattore quest’ultimo che ha ingenerato non pochi problemi anche per la chiusura di contratti soprattutto con i tour operators. E non dimentichiamo, nemmeno per un momento, il fatto che moltissimi operatori del ricettivo hanno speso denaro per depliants, pubblicità sia sul web che su riviste per far conoscere le tariffe ai propri clienti, storici e nuovi. Chi li risarcirà per queste spese e per il danno d’immagine? 

Crediamo che qualcuno dovrebbe presentare le proprie dimissioni dalla Giunta e chiediamo che venga convocato un Consiglio Comunale straordinario durante il quale il Sindaco e l’Assessore Fabbri dovranno spiegare chiaramente gli effetti che questo gravissimo danno comporterà sul bilancio del Comune, i correttivi che adotteranno, le misure che intendono porre in campo.

Non cerchino i signori del PD e i loro alleati di far passare questa vicenda enorme come una folata di vento, non lo è nemmeno un po’. Adesso vogliamo le scuse del sindaco e di tutti i suoi soloni.  Scuse non a noi (che siamo ben felici di aver avuto ancora una volta ragione), ma alla città intera e a tutti coloro che la frequentano e la vivono.

Per amministrare bisogna studiare e capire cosa si studia. Chi non sa amministrare, è meglio che si cimenti in altre attività. Meglio per tutti”.

 

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