Ancarani (FI): Per i capannisti in arrivo un’altra batosta”

l capogruppo di Forza Italia, Alberto Ancarani, critica i criteri di riorganizzazione dell'Unità operativa Gestione Edilizia

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Il capogruppo di Forza Italia in Comune, Alberto Ancarani, rilancia il tema della riorganizzazione dello sportello unico dell’edilizia, paventando per i capannisti un’altra seria problematica. E lo fa con un comunicato stampa in cui, dopo aver ricordato che “la denuncia lanciata dal sottoscritto ormai due anni fa non ha sortito effetti” e che “il servizio edilizia del Comune di Ravenna resta l’ufficio peggio gestito all’interno della macchina comunale”, pone però all’attenzone come “una determinazione dirigenziale del 18 dicembre scorso parrebbe voler tentare un cambio di passo”. 

“Si è infatti deciso – scrive Ancarani – che all’interno della Unità operativa Gestione Edilizia dal I° febbraio vengano istituiti tre gruppi di tecnici che a rotazione dovrebbero ottenere l’assegnazione delle pratiche secondo un preciso ordine: al gruppo 1 città storica e a conservazione morfologica e capanni da pesca, al gruppo 2 città consolidata e in via di consolidamento prevalentemente residenziale, al gruppo 3 città consolidata e in via di consolidamento per attività produttive”.

Per il capogruppo di Forza Italia sulla carta “questa potrebbe essere una buona risposta alla soluzione dei numerosi guai che affliggono quell’ufficio, che sebbene molti non se ne rendano conto, è uno dei gangli dell’economia della città. In esso è conservato indirettamente un potere enorme: rallentare o addirittura annullare iniziative imprenditoriali; modificare progetti che avevano un senso solo se ragionati in un certo modo e non lo hanno più se modificati come da richieste effettuate da quell’ufficio; inserimenti di pastoie burocratiche precedentemente non annunciate da un tecnico ma comunicate da un altro e via di simili vicende, di cui i liberi professionisti parlano a mezza bocca per timore che si scopra chi li abbia riferiti al sottoscritto”.

Insomma, secondo le valutazioni di Ancarani, “l’utenza che non può non avvalersi di quell’ufficio lamenta quel fenomeno del tecnico che settimanalmente cambia e che dice al geometra o all’ingegnere di fiducia del privato che chiede lumi su una propria richiesta l’esatto contrario di ciò che ha detto l’interlocutore della settimana precedente. Un fenomeno, per intenderci, che ha costretto qualche libero professionista in trasferta casuale a Ravenna a presentarsi chiedendo di poter registrare le parole dell’interlocutore onde poterle riproporre quando gli venissero contestati successivamente rilievi che sembravano superati. A queste problematiche potrebbe rispondere la nuova organizzazione decisa dalla determina dirigenziale sopramenzionata che intenderebbe anche avviare finalmente la prenotazione via web degli appuntamenti, peraltro in un ritardo tecnologico e storico notevolissimo rispetto ad altri comuni e rispetto alle esigenze di un’utenza fino ad oggi costretta a presentarsi a orari antelucani per poter essere ricevuta in tempi decenti”.

La cosa grave, sostiene Ancarani, è che “nonostante quelle che sembrerebbero buone intenzioni volte a iniziare timidamente un cambio di passo si inizia malissimo con le pratiche per i capanni, in questo momento particolarmente numerose dopo il lungo e travagliato parto che ha portato prima all’approvazione del regolamento capanni poi a quella del regolamento concessioni. Esse sono state devolute al “gruppo 1”, i cui tecnici non ne hanno mai seguite e che a mezza bocca hanno già dichiarato di dover studiare completamente la materia non essendo stata di loro competenza fino ad oggi, mentre uno dei tecnici che meglio conosceva l’argomento è stato assegnato al gruppo 2, che però non si occuperà di capanni. A pagare le conseguenze sarà dunque ancora una volta l’utenza, in questo caso quella dei capannisti, già alle prese con una materia del tutto nuova ed ostica, oltrechè più onerosa del previsto. L’amministrazione dovrebbe essere la prima a venire incontro alle esigenze del cittadino, ma da quell’orecchio, da troppo tempo, non sente”, conclude Ancarani.

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