Ausl Romagna, Cgil Cisl e Uil: “Direzione generale in ritardo, mancano i primari. E non solo”

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“A un anno di distanza dall’insediamento della nuova Direzione Generale dell’Ausl della Romagna e dagli impegni assunti durante la discussione dell’Atto aziendale, siamo ancora lontani dal completare la struttura organizzativa, con sottovalutazioni evidenti che hanno ripercussioni sulla capacità di risposta dei nostri servizi”: la denuncia arriva da Cgil Cisl e Uil di Ravenna che parlano di ritardi e processi decisionali troppo lenti che portano al depotenziamento.

“I presidi ospedalieri della nostra provincia, – osservano i sindacati – a partire da quello di Ravenna, la città più grande di tutta la Romagna, continuano ad essere senza un Direttore, retti da professionisti, in alcuni casi già impegnati anche in altri incarichi estremamente complessi, ed a cui è stato assegnato l’incarico di facenti funzioni. Ci sono state, e continuano a esserci, inspiegabili lentezze che hanno portato a una serie di incarichi provvisori attribuiti in rapida successione. In conseguenza di ciò, i presidi ospedalieri del territorio si sono caratterizzati per processi decisionali lenti, intempestivi e a volte contraddittori.

Anche e soprattutto in quelle realtà in cui l’evidenza richiedeva interventi decisi e radicali cambiamenti dell’impostazione. Ci appaiono evidenti le sottovalutazioni dei problemi in essere, che hanno inciso non poco sulla capacità delle singole unità operative di dare risposte ai bisogni dei cittadini e sulle condizioni di lavoro di tutti i professionisti, lasciati poi a rispondere in prima persona in caso di problemi.

Mancano ancora le coperture di importanti primariati su cui la direzione si era impegnata e nulla risulta muoversi per preparare la sostituzione di altre posizioni che entro i prossimi 4 mesi saranno scoperte. Non vorremmo assistere ad altri atteggiamenti dilatori e non vorremmo che ci fosse bisogno di altri mesi per approntare le soluzioni che dovrebbero essere già in campo. Non parliamo di eventi straordinari ma dell’ordinaria capacità di portare a termine i singoli progetti con i risultati attesi”.

“Sorge legittimo un dubbio: – concludono Cgil, Cisl e Uil – vi è forse il tentativo di depotenziare gli ospedali del nostro territorio di quelle figure e di quegli strumenti di diagnosi in grado di garantire la continuità di risposta assistenziale affinché un domani diventi “scontato” che, per poter avere risposte in termini “ordinari”, i cittadini siano costretti a migrare verso altre realtà? Cgil, Cisl e Uil non sono più disponibili ad attendere oltre e ritengono fondamentale l’immediata attivazione di tutte le procedure necessarie a garantire le legittime risposte attese dai cittadini”.

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