Rom e convenzione Comune-Fondazione Romanì, Necki (L’Altra Faenza): “Disappunto e irritazione”

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“Sono consigliere comunale, membro della Commissione che si occupa di servizi sociali, vice presidente dell’Unione dei Comuni della Romagna faentina e mi tocca apprendere dai giornali che è stata prorogata di tre mesi la convenzione con la Fondazione Romanì (che si occupa della integrazione della comunità rom con i residente ndr)” a parlare è Edward Eddy Necki, consigliere comunale de L’Altra Faenza. “Era stato assicurato che il percorso intrapreso dalla stessa Fondazione sarebbe stato oggetto di verifica – sottolinea Necki -, anche attraverso una relazione presentata in Commissione”.

Prosegue Necki: “Personalmente avevo chiesto – e mi erano state fornite assicurazioni in tal senso dagli assessori Gatta e Luccaroni – che i gruppi rappresentati in Commissione fossero coinvolti, così da condividere un progetto capace di avviare a soluzione un problema che da vent’anni fa discutere ed è al centro di ricorrenti polemiche.

La relazione non s’è vista, il coinvolgimento non c’è stato, anziché discusse e assunte nelle sedi deputate le decisioni si vengono a conoscere attraverso la stampa.

A titolo personale e a nome della forza politica che rappresento in Consiglio comunale, L’Altra Faenza, esprimo disappunto e irritazione per questo modo di procedere. Sono irritato perché riscontro che chi si riempie la bocca di partecipazione e democrazia in realtà pratica metodi poco trasparenti e tali da escludere anziché coinvolgere. Sono irritato perché a otto mesi dall’inizio del mio impegno in Consiglio comunale e in altre sedi istituzionali sono costretto a elemosinare ciò che ritengo essere un mio diritto: disporre di uno spazio nel quale incontrare i faentini, ricevere puntualmente informazioni e dati, potermi fidare di chi prende impegni senza poi disattenderli. È bene che i faentini sappiano e diano a Cesare quel che è di Cesare”.

 

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