Zampe di cormorano appese al cancello di Punte Alberete, Ancisi (LpRa): “Ambiente che muore”

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Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna torna sulla situazione dell’oasi di Punte Alberete anche a seguito di una segnlazione ricevuta da una signora che gli scrive: “Oggi sono andata nell’oasi di Punte Alberete, passando dall’entrata secondaria, anche perché nella entrata principale, dove c’è il parcheggio, c’è un giro poco raccomandabile. Allego la foto di cosa ho trovato appeso al cancello. Sono zampe di uccello acquatico. Ho già mandato e-mail alla Forestale, alla Lipu e contatto l’Enpa di Ravenna, ma non si è fatto ancora fatto vivo nessuno. Non so come divulgare bene questa notizia”. Poi, fa sapere Ancisi, la Forestale ha compiuto sul posto un sopralluogo, avviando le indagini.

“Abbiamo interpellato due ornitologi – spiega il capogruppo di Lista per Ravenna -: si tratta delle zampe di un cormorano, specie selvatica protetta dalla direttiva Uccelli dell’Unione Europea, la prima in materia di conservazione della natura, integrata successivamente nella direttiva Habitat. I cormorani popolano numerosi quest’oasi e la vicina Valle della Canna, dove trovano un ambiente idoneo alla nidificazione, anche perché poco frequentato dall’uomo. La base della loro alimentazione è una grande varietà di pesci, grazie al fatto che sono una delle poche specie in grado di muovere gli occhi. Potrebbero pescare fino a una profondità di sei metri, ma solitamente si alimentano nelle acque poco profonde, come appunto in questi luoghi, portando la preda in superficie.

È molto verosimile che l’atto barbarico, non trattandosi di una specie commestibile, sia una specie di sfida ai divieti e agli inesistenti controlli, non tanto da parte di qualche cacciatore di frodo, quanto da pescatori parimenti abusivi: all’interno dell’oasi, dove è assolutamente vietato pescare, sono state rinvenute tracce di battute di pesca come sacchetti di pasture, resti di pasti ecc., segno che lì si pesca tranquillamente, peraltro senza neanche asportare i rifiuti depositati. Anni addietro, furono appesi, nello stesso punto, cinque aironi cinerini uccisi, volatili ugualmente protetti e non commestibili, soliti a camminare ininterrottamente a fianco di acque poco profonde alla ricerca di pesci da catturare col grande becco”.

“Quanto sopra – commenta Ancisi – va inquadrato nell’estremo degrado in cui versa l’oasi Punte Alberete, patrimonio naturalistico invidiabile, foresta allagata di grande suggestione paesaggistica per l’alternarsi di ambienti di bosco igrofilo, più o meno inondato, praterie sommerse, “chiari” d’acqua, flora e fauna tipiche degli ambienti palustri. Della sua gestione si dovrebbe occupare l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po, ma da quando ha cessato di collaborarvi l’associazione di volontariato ambientale ARCA, la manutenzione e la vigilanza sono nelle mani del Comune di Ravenna. Il risultato è stato più volte segnalato, ad esempio così: ‘Rovi, sterpi e crescita incontrollata delle piante rendono difficoltoso il passaggio nei sentieri e nei ponticelli. Lo stradello che costeggia la statale Romea è persino inaccessibile per la barriera di rami e sterpi di ogni sorta, dal che deriva la necessità, per i visitatori, di camminare sulla strada, con grave pericolo’; il parcheggio è ‘usato da scambisti, prostitute e ladri che saccheggiano le auto dei turisti’.

Sorvolo per mancanza di spazio sui problemi idraulici cronici, quanto irrisolti, di qualità e scarsità delle acque, che da anni conducono l’oasi verso l’agonia.

Il problema è stato più volte sollevato da Lista per Ravenna, in particolare con un’interrogazione al sindaco dell’8 luglio 2014, quando l’assessore all’Ambiente Guerrieri, a margine del dibattito sul bando che il Comune stava predisponendo per l’assegnazione della gestione di Punta Alberete e la vicina Valle della Canna, disse: ‘Il problema degrado non è cosa nuova. Sarebbe opportuno per me che la gestione del parcheggio andasse inserita nel bando per la gestione delle due aree verdi. Così, visto che le due zone sono strettamente collegate, chi pensa alla pulizia, alla manutenzione e alla vigilanza dell’area verde, farebbe lo stesso nel parcheggio’.
Non si contano le volte in cui l’impegno del bando è stato successivamente ribadito, inutilmente. Sta di fatto che tutto è come prima, anche peggio. Ambiente ideale sì, ma per malvivenza e malcostumi”.

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