Tassa sui rifiuti, Confcommercio: “Per la Tari la parola d’ordine è riduzione”

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“La fiscalità locale rappresenta (ancora) un peso evidente per le imprese, che devono affrontare una marea di tributi e balzelli sempre ormai troppo onerosi e ingiustificati, considerando le inefficienze. La tragica odissea dei rifiuti che nelle ultime settimane ha interessato l’intero territorio provinciale ne è la più evidente testimonianza” lo afferma Confcommercio provincia di Ravenna in una nota nella quale .

“È forte la preoccupazione dei vari settori produttivi locali e tra le varie tasse quella relativa ai rifiuti cioè la TARI è la più emblematica – sottolinea l’associazione di categoria – .Siamo arrivati ormai a livelli insostenibili per le imprese: non si può pensare di continuare a “fare cassa” sulle spalle degli imprenditori (cioè da chi produce e crea ricchezza) aumentando tutto ciò che è possibile aumentare sotto il profilo della fiscalità locale. Anche perché le risorse drenate si traducono automaticamente in una minore possibilità di spesa. Questo ovviamente deprime i consumi medesimi e lo sviluppo del territorio. I dati sulla disoccupazione a livello provinciale lo dimostrano ampiamente”.

“Più volte abbiamo chiesto come Confcommercio un reale riequilibrio (non solo di facciata) della tassa fra utenze domestiche e non domestiche. Perché questa richiesta? – prosegue l’associazione -. Perché oggi il calcolo non avviene in base alla produzione reale dei rifiuti ma sull’estensione della superficie dell’attività e inoltre, considerata la contrazione del numero delle imprese, continua ad aumentare la sperequazione, tra domestico e non domestico.

Non solo: in provincia di Ravenna recentemente il gestore HERA ha affidato con un consistente ribasso d’asta la gestione della raccolta, ma di questo “beneficio” non c’è traccia nelle bollette. Anzi, con la sola eccezione di Ravenna – molte Amministrazioni si sono ben guardate dal convocarci in anticipo rispetto alle riunioni di Consiglio per l’approvazione della TARI, immaginiamo per gli aumenti decisi con l’unica eccezione per il Comune di Ravenna nei riguardi delle attività di impresa. E se i conti ad HERA tornano, gli azionisti, e cioè sempre le Amministrazioni Comunali che ne detengono il controllo, di certo non hanno ragione di cambiare le cose.

E intanto, poi, registriamo i disservizi di questi giorni”.

“Ribadiamo quindi – conclude Confcommerio – che in una situazione economica che ancora oggi appare fragile e non lascia trasparire una chiara inversione di tendenza per le imprese, un segnale chiaro da parte delle Amministrazioni comunali sarebbe quello di ridurre il peso della TARI, una sorta di boccata d’ossigeno per il sistema produttivo che oggi paga su 1.000 euro di profitti complessivamente 654 euro di tasse“.

 

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