Votata in Consiglio Comunale la variante del Regolamento capanni da pesca e da caccia
Il commento del Gruppo PD e del Gruppo di CambieRà
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È stata votata nell’ultima seduta in Consiglio Comunale la variante all’articolo 09.02-2016 del Regolamento capanni da pesca e da caccia che proroga di 18 mesi la presentazione della documentazione relativa alle istanze per la riqualificazione delle strutture, e fissa il termine del 31 agosto 2021 per il termine dei lavori. La variante armonizza i tempi della riqualificazione con la durata delle concessioni patrimoniali stabilita dal Regolamento comunale per la “Assegnazione delle aree da destinare a capanni da pesca e da caccia”.
A norma di tale regolamento ai concessionari che completeranno l’intervento di riqualificazione del capanno entro il 31 agosto 2021 sarà rilasciata una nuova concessione patrimoniale per ulteriori 9 anni. Contestualmente, il termine di presentazione del progetto viene posticipato dal 31 gennaio 2017 al 31 luglio 2018 per consentire agli interessati di compiere tutte le verifiche preliminari e completare la documentazione necessaria per la presentazione delle istanze di riqualificazione.
In merito alla superficie dei 70 metri, secondo punto nel dispositivo di delibera, si è espresso Marco Maiolini di Cambierà motivando il suo voto contrario nelle tre votazioni alla luce del fatto che gli altri enti chiamati ad esprimersi potrebbero non utilizzare gli stessi parametri sulla cubatura col rischio di far allungare i tempi di realizzazione oltre il termine del 2021.
LA SODDISFAZIONE DEL PD
“Questa nuova modifica al regolamento – hanno dichiarato i consiglieri del gruppo PD – ci consentirà di concretizzare l’operazione di riqualificazione di uno degli ambienti più preziosi e delicati del nostro territorio, tenendo conto delle peculiarità dei capanni e nello stesso tempo, come richiesto dai capannisti stessi, di una variegata tipologia strutturale.”
“Il nostro scopo è stato quello di rispettare la storia della nostra città, la tradizione della presenza di queste strutture, preservando ed aumentando il loro profondo valore sociale per la nostra comunità. – continua il PD – La scommessa è anche quella di rendere questi luoghi una risorsa per il futuro di Ravenna, protagonisti di un turismo ambientale di qualità e rispettoso delle caratteristiche del territorio.”
“Non abbiamo allungato i tempi – concludono i consiglieri democratici – ma abbiamo allineato i vari regolamenti mantenendo l’obiettivo di avere al 2021 un ambiente riqualificato. Non abbiamo concesso più metrature ma abbiamo chiarito una buona volta come e cosa misurare. Non abbiamo, tantomeno, fatto sanatorie, ma posto un definitivo stop alla deregulation.”
LA POSIZIONE DI CAMBIERÀ
“Perché nel novembre del 2016 il regolamento, votato circa due anni e mezzo fa, non ha ottenuto gli effetti sperati nell’ambito della riqualificazione dei capanni? – si chiede invece il Gruppo di CambieRà – Perché, come dicemmo all’epoca, ciò che è stato scritto è in netto contrasto con gli altri regolamenti degli enti sovraordinati. Ieri cosa è successo in Consiglio Comunale? Si è ulteriormente tirata la corda. La variazione al regolamento capanni da caccia e pesca prevede una proroga sui tempi di regolarizzazione condivisibile, in quanto, malgrado prossimi alla scadenza, solo pochi manufatti hanno avviato l’iter. E’ però stata aggiunta anche una norma che prevede, l’esclusione dal calcolo dalla metratura ammessa, degli spazi esterni coperti, annullando l ultimo baluardo di logica che rimaneva nel regolamento, ovvero il limite dei 70 mq totali, più che sufficiente per la pratica della pesca e della caccia. Ora di quale metratura massima saranno i capanni non è dato sapere in quanto gli spazi esterni coperti non sono calcolabili.”
“È stato fatto presente in commissione come l’esclusione delle tettoie dal calcolo della superficie potesse andare contro le direttive regionali (vedi Dal 259 del 2010). – continua CambieRà – È stato fatto notare come la modifica fosse sostanziale, in quanto inerente ad una materia come le superfici concesse e per questo motivo la variante avrebbe dovuto, per la tutela i capannisti, essere sottoposta prima agli enti sovraordinati per un parere preventivo. È stato rimarcato come sia stata inserita la dicitura “corpo capanno” al posto della parola “capanno” a cui si riferiscono i 70 mq proprio perché cambia l’oggetto cui la metratura è riferita. L’emendamento non è la panacea di tutti i mali dei capannisti, ma solo un modo per far rientrare un’altra decina di capanni “oversize” all’interno della riqualificazione, con buona pace dei vari partiti e associazioni che storicamente usufruiscono di tali strutture.”