Viaggio a sinistra / 1. Parla Alessandra Govoni neo coordinatrice provinciale di Sinistra Italiana

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Iniziamo oggi un percorso in diverse tappe nella sinistra ravennate. Partiamo dal nuovo partito nato dalle ceneri di SEL e da Alessandra Govoni, da pochi giorni coordinatrice provinciale di Sinistra Italiana a Ravenna. Di origini ferraresi, Alessandra Govoni, 48 anni, è romagnola di adozione, poiché abita a Faenza da molti anni e lavora come medico presso l’ospedale di Imola. Ora guida la nuova formazione politica nata con il congresso di Rimini e che annovera anche il deputato locale Giovanni Paglia.

 

L’INTERVISTA

Dottoressa Govoni, ci aiuti a ricostruire il suo percorso politico.

“Ho iniziato a fare politica attiva nel 2012 con le Primarie del Progetto di PD e SEL Italia Bene Comune, in cui competevano Bersani, Vendola e Renzi. Io fin dall’inizio appoggiai la battaglia di Nicky Vendola e mi iscrissi a SEL per poterla sostenere meglio, perché Vendola era l’unico candidato che si opponeva all’Agenda Monti. Il mio percorso politico è cominciato lì.”

 

Poi SEL ha rotto con il PD e ha deciso di dare vita al progetto di Sinistra Italiana, il nuovo soggetto politico di sinistra nato al recente congresso di Rimini. Un soggetto costruito con un obiettivo: prendere definitivamente le distanze dalle politiche renziane e del PD. Anzi contrastarle. È così? 

“Certamente. Per noi, il PD non è più un partito di sinistra e, anzi, spesso adotta proprio politiche di destra.”

 

Fra i primi atti avete deciso di fare un gruppo parlamentare unico con Possibile di Pippo Civati, Andrea Maestri e altri.

“Sì. Esatto.”

 

Questo significa anche che alle prossime elezioni politiche vi presenterete insieme?

“Noi stiamo pensando a un percorso comune della sinistra radicale, con chi è a sinistra del PD. Quindi vogliamo portare avanti il dialogo con Possibile, con cui c’è già una collaborazione molto stretta, e poi anche con Rifondazione Comunista e con i Comunisti Italiani, con L’Altra Europa con Tsipras. Tutta l’area della sinistra radicale insomma.”

 

E qual è invece il vostro rapporto con Articolo Uno MDP, ovvero Bersani, Speranza, Rossi, Errani e quanti sono appena usciti dal PD in rotta con Renzi?

“Io sto alla finestra e guardo. Guardo ciò che stanno facendo, con interesse, ovviamente, ma voglio capire meglio. Perché sono usciti in contrasto con Renzi però in Parlamento continuano a sostenere Gentiloni e votano provvedimenti di questo governo che noi giudichiamo sbagliati, come il decreto Minniti, che non è esattamente un provvedimento di sinistra.”

 

Quindi giudicate ambiguo il comportamento di Bersani e compagni?

“Ripeto, voglio capire meglio cosa intendono fare esattamente. Hanno votato tutte le leggi di Renzi, dal Jobs Act all’abolizione dell’articolo 18, dalla Buona Scuola al decreto Minniti. Voglio vedere se ora dicono: ci siamo sbagliati, cambiamo strada. Oppure se invece dicono: andiamo avanti con quelle politiche, senza Renzi. A noi interessano politiche e riforme di sinistra. Non ci interessa il centro che fa la destra.”

 

Insomma, prima di allearvi con Bersani e gli altri volete vedere le carte, capire come si muovono concretamente e che politiche portano avanti…

“Assolutamente. Non sottovaluto l’azione che hanno compiuto rompendo con Renzi e uscendo dal PD. Finalmente hanno fatto un gesto di rottura concreto. Ora vogliamo vedere se sono conseguenti anche sulle scelte politiche nel merito dei problemi: anche su quelle bisogna rompere con il passato.”

 

E rispetto al tentativo di Giuliano Pisapia e al suo Campo Progressita, qual è la vostra posizione?

“Posso dire che se Pisapia vuole dialogare anche con Renzi, come va ripetendo, allora non ci interessa. Ma non è un problema legato alla persona, il fatto è che Renzi incarna politiche di destra, politiche che nemmeno Berlusconi ha fatto. Ora, se Pisapia vuole allearsi con lui, noi stiamo da un’altra parte.”

 

A livello ravennate continua l’esperienza di aggregazione di Ravenna in Comune, che ha portato Raffaella Sutter in consiglio comunale. Come va?

“Sì, assolutamente. È una bella esperienza. In questo senso Ravenna è stato un laboratorio, dove abbiamo sperimentato forme di aggregazione della sinistra radicale. Lo abbiamo fatto a Ravenna, Faenza, Alfonsine, Lugo, Bagnacavallo. E continueremo su questa strada.”

 

A Ravenna su che cosa volete concentrare la vostra azione politica?

“Al primo posto mettiamo senz’altro l’impegno sull’ambiente. Perché qui abbiamo un’enorme emergenza ambientale, con le trivelle in mare e le estrazioni sulla terra ferma e poi aggiungiamo anche il problema dell’ampliamento della discarica di Imola che grava sul territorio della nostra collina, a Riolo Terme. Al momento il progetto è bloccato ma potrebbe di nuovo tornare a incombere, poiché votato dalla Regione. Inoltre, è stato deciso il potenziamento degli inceneritori di Ravenna e della Romagna e così ci avviamo a diventare la discarica della regione. Sono tante le ragioni di allarme.”

 

Quindi l’ambiente come priorità, insieme al tema del ciclo dei rifiuti…

“Sì. Il tema dell’ambiente e poi quello del lavoro. Che sono legati. L’economia e l’occupazione sono in crisi. L’ambiente e la cosiddetta economia verde possono essere strade nuove per investire e creare opportunità di lavoro alternative a quelle tradizionali: economia verde ed energia pulita invece dei soliti inceneritori. E poi c’è tutta la questione della legalità, della lotta alle mafie, contro la corruzione e tutte le forme di criminalità.”

 

Avete in cantiere campagne o iniziative particolari?

“Stiamo preparando una nuova iniziativa per contrastare le scelte sulle nuove aree estrattive nel territorio di Bagnacavallo, della Bassa Romagna e di tutto il Ravennate. Inoltre, intendiamo muoverci contro il decreto Minniti che non punta a contrastare la povertà o a creare più sicurezza ma sembra piuttosto fare la guerra ai poveri. Far sparire i poveri, gli ultimi, perché disturbano è inaccettabile.”

 

Secondo voi sarebbe un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto. È così?

“Sì. I poveri esistono. E il tema della povertà va affrontato con misure concrete. Ma in questo caso, sotto il tappeto non finisce la polvere, ci finiscono persone in carne ed ossa come me e lei.”

 

Tornando alle estrazioni nella Bassa Romagna, questo è stato il casus belli per cui sono andate in crisi le vostre partecipazioni ai governi locali di Lugo e Bagnacavallo insieme al PD.

“Sì. A Bagnacavallo abbiamo tolto il nostro appoggio alla maggioranza e a Lugo la nostra Assessora si è dimessa sia per il merito delle scelte, sia per il metodo poco democratico con cui sono state prese le decisioni. Fondamentalmente, ci hanno messo di fronte al fatto compiuto.”

 

In futuro continuerete a valutare caso per caso o state maturando l’idea generale che con il PD per voi è impossibile allearvi anche a livello locale, dopo tali esperienze?

“In politica è difficile generalizzare. Comunque, laddove ci siamo già scottati con il PD non vedo perché dovremmo continuare a commettere sempre gli stessi errori.”

 

A proposito di comuni, in giugno si vota a Riolo Terme. Vi presenterete?

“A Riolo Terme usciamo da un’esperienza di governo con il PD che non ci ha soddisfatto, quindi di sicuro abbiamo rinunciato a ripresentarci con il PD. Non so ancora se ci presenteremo in altro modo. Ne stiamo discutendo.”

 

Quindi, c’è una sola cosa certa: non vi presenterete con il PD a Riolo Terme?

“Sì. Questa è una certezza.”

 

A cura di P. G. C.

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