Un dibattito pubblico su valli e riqualificazione dei capanni organizzato da Assoraro

Giovedì 22 giugno alle 20.30 nella Sala Buzzi di Via Berlinguer 11 a Ravenna

Più informazioni su

“Avendo preso in carico le istanze dei fruitori delle valli e delle pinete – scrive Paolo Guerra dell’associazione Assoraro – ed organizzando allo scopo un dibattito pubblico per il prossimo 22 giugno che tratterà della valorizzazione delle piallasse ravennati e della situazione dei capanni da pesca, ci corre l’obbligo di intervenire sulle recenti prese di posizione di un movimento politico presente in Consiglio Comunale e che pertanto, seppur in opposizione, opera a pieno titolo nell’Amministrazione di questo territorio”.

“Il comunicato sul tema dei capanni e degli accatastamenti – prosegue Guerra – comparso nei giorni scorsi sugli organi di informazione, oltre che essere inesatto, rischia di incrementare la confusione già esistente, in quanto va ad insinuare che i capannisti abbiano, o intendano, caricare il costo delle pratiche di accatastamento all’amministrazione comunale, ovvero alla collettività. Ciò è completamente inesatto e superficiale in quanto coloro che frequentano le valli, e cercano invano di regolarizzare le proprie posizioni da decenni, stanno già pagando tutti i tributi previsti per legge, compresa l’IMU”.

“La questione – precisa Guerra – è invece che viene richiesto il termine perentorio di 60 giorni quando ancora i “nostri” anziani e i tanti pensionati, stanno cercando di superare gli ostacoli burocratici e interpretativi creati dall’ultimo Regolamento. Escludendo il dopo guerra, è dagli anni 60 e 70 che, in virtù degli usi civici di pesca e delle concessioni di alcuni proprietari, era consentita ai residenti di Ravenna e di Casalborsetti la realizzazione di questi insediamenti. Le amministrazioni succedutesi da allora, sino ad oggi solo casualmente appartenenti allo stesso schieramento di maggioranza, non sono mai riuscite a sistemare questa situazione con i tanti regolamenti e tanto meno attraverso la loro applicazioni e il controllo del territorio”.

“Uscendo pertanto – aggiunge Guerra – dalle proprie appartenenze politiche, ed entrando nei tanti problemi del territorio in cui si vive, a nostro avviso era meglio prendere altre strade, ma a questo punto è indispensabile valutare l’introduzione di pochi e mirati correttivi nel regolamento, oppure facilitare il percorso di regolarizzazione di queste persone. In ogni caso qualche iniziativa è diventata ormai improrogabile in quanto la riqualificazione dei capanni e la regolarizzazione degli insediamenti di tanti fruitori influisce fortemente sulla valorizzazione delle zone umide e delle pinete. E solo questo passaggio permetterà di mantenere in essere gli insediamenti decorosi e rispettosi delle norme e di rimuovere invece quelli fatiscenti e degradati. Questo era l’obbiettivo, ancora non raggiunto dei regolamenti”.

“Vale la pena ricordare che queste persone si occupano dell’ambiente che frequentano laddove le amministrazioni concessionarie poco riescono a fare, ad esempio vigilando queste zone mantenendo gli argini, pulendo le aree circostanti ai loro insediamenti. Talune associazioni di capannisti hanno addirittura finanziato progetti per il ripopolamento ittico dei nostri corsi d’acqua. Sarebbe quindi auspicabile coinvolgere queste risorse, anziché complicare da decenni la loro regolarizzazione o metter loro in bocca cose che non hanno detto”.

“Ma se davvero – conclude Guerra – vi fosse la volontà di approfondire le questioni i cittadini ed i rappresentanti delle istituzioni sono invitati al dibattito pubblico del prossimo 22 giugno alle ore 20.30 presso la Sala Buzzi di Via Berlinguer 11 a Ravenna nel quale, grazie alla disponibilità dei rappresentanti delle istituzioni si cercherà di chiarire alcuni passaggi interpretativi delle attuali normative capire quali progetti vi sono in essere per la valorizzazione delle valli ravennati”.

Più informazioni su