Maiolini, Tardi e Panizza: votiamo per il Movimento 5 Stelle perché stavolta va messo alla prova

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Continua il paradosso a 5 stelle di Ravenna. Non si sa esattamente quanto valga il partito-movimento di Grillo, Casaleggio e Di Maio, ma si suppone – in base a tutti i sondaggi – che anche qui riceverà il 4 marzo un corposissimo pacchetto di voti nelle urne. Eppure è senza voce. Nessuno a Ravenna può parlare a nome e per conto del M5S. Non c’è alcun rappresentante in Consiglio comunale dopo la bocciatura delle due liste (di qua Michela Guerra di là Francesca Santarella) da parte del Direttorio due anni fa. E non c’è nessun candidato ravennate per il Parlamento, dopo la bocciatura del Direttorio dell’altro giorno (che ha fatto fuori due esponenti storici come Vandini e Martelli) e in seguito da parte degli iscritti alla piattaforma Rousseau.

Insomma Direttorio amaro, anzi amarissimo per Ravenna, che resta acefala. Nemmeno alle prossime elezioni politiche ci sarà un ravennate a rappresentare Grillo e i suoi. Nessuno a portare avanti le idee a Cinque Stelle (a meno di sorprese dell’ultima ora). Dunque con chi parlare, se nessuno è autorizzato a farlo? Chi diffonderà il verbo grillino se nessuno è certificato dal Direttorio? Un vero rompicapo, anche per i giornalisti.

Allora abbiamo chiesto ai tre consiglieri comunali di CambieRà, distinti e autonomi dal M5S, ma sempre vicini con il cuore al movimento: Marco Maiolini, Samantha Tardi e Emanuele Panizza. Del resto, proprio loro avrebbero potuto rappresentare i 5 Stelle e ora potrebbero parlare a nome del movimento se due anni fa la storia avesse girato in un certo modo. Se quelle maledette divisioni interne al meet up ravennate non avessero provocato il corto circuito e poi il patatrac. Divisioni che pesano ancora oggi e che forse sono alla base delle diffidenze e delle bocciature del Direttorio anche in questa occasione. Grillo, Casaleggio e gli altri non si fidano di Ravenna. Ecco la brutale realtà di fronte ai grillini nostrani, costretti a leccarsi le ferite e a masticare amaro.

 

EMANUELE PANIZZA

“Io mi sento ancora parte del M5S sia a livello nazionale sia a livello locale – dice Panizza – e voterò convintamente per il Movimento. Io mi sono avvicinato ai 5 Stelle poco prima delle elezioni di 2 anni fa e non mi esprimo su quello che allora accadde, con la bocciatura del Direttorio nazionale, la mancata concessione del simbolo e tutto il resto. Ero appena arrivato ed ero troppo fuori da certe dinamiche. Quindi alla fine ho accettato, ho preso atto di quelle scelte. Poi ci siamo presentati come CambieRà per dare vita comunque a un’alternativa per la città. È andata così.”

“Sono dispiaciuto ora del fatto che non ci siano candidati ravennati in lista per il M5S – continua Panizza – perchè si tratta di un fatto un po’ penalizzante. Debbo aggiungere però che in passato altri hanno occupato poltrone in Parlamento o in Regione, come Errani, Presidente dell’Emilia-Romagna, che però non ha fatto molto per i ravennati. Dunque non basta conquistarsi uno scranno in Parlamento per difendere bene gli interessi locali.”

Sui problemi legati alla democrazia nel movimento, Panizza dice “che il M5S non fa selezione in ingresso, è aperto, fa entrare tutti, per cui uno potrebbe anche entrare e poi, avendo una certa disponibilità di soldi, potrebbe avere anche la possibilità di mobilitare consensi e voti e magari farsi candidare al Parlamento con 200 voti alle Parlamentarie. Per cui io credo che il controllo dall’alto, da parte del Direttorio, sia una garanzia per tutti. Io ci credo. Se sono entrato nel M5S è anche perchè credo a questa forma di garanzia che si sostanzia nel Direttorio e nella sua azione di controllo. Mi rassicura. Anche gli altri partiti fanno selezione, dopo tutto, magari in altro modo, ma tutti la fanno.”

Emanuele Panizza ritiene che il M5S si confermerà primo partito in Italia, anche se la sfida alle altre coalizioni, correndo da solo, metterà a dura prova la possibilità del movimento di costituire un governo. Sulla scelta di Luigi Di Maio come candidato Premier è abbastanza convinto, anche se lui personalmente preferisce Di Battista. Il Programma del M5S lo convince e aggiunge: “Vorrei vedere il movimento alla prova del governo. Ero curioso anche di Berlusconi nel 1994, volevo vederlo alla prova, anche se non lo votai, perchè io allora votavo per il PDS-PD. Ho visto ciò che hanno fatto e non hanno fatto Berlusconi prima e il PD poi. Ora spero di vedere cosa saprà fare il M5S. Spero venga data al movimento questa chance.”

 

SAMANTHA TARDI

“Io ho sempre votato M5S e ho partecipato anche alla nascita del primo meet up ravennate. – dice Samantha Tardi – Sì, certo voterò il 4 marzo per i Cinque Stelle anche se la mia stavolta è una scelta un po’ marescottiana. Nel senso che non posso negare i problemi che ha il movimento. Anche un cieco li può vedere, a partire dal tanto decantato principio della trasparenza che è stato incrinato. Voto M5S perchè quegli ideali e quei valori ancora mi rappresentano. Ed è l’unica forza che si avvicina al mio pensiero e alle mie istanze. Ma non posso dire che andrò a votare a cuor leggero. Stavolta no.”

Precisando il senso del riferimento a Marescotti, Tardi dice: “Più che rompere gli equilibri, stavolta vorrei vedere il movimento veramente alla prova. Vorrei che il M5S mettesse sul piatto tutto e facesse vedere tutto quello che vale. Per capire e far capire se sa governare o non sa governare.”

Alla domanda sul cosa pensa della prova di governo di Raggi e Appendino, Samantha Tardi preferisce parlarmi di Pizzarotti, che lei ama: “Ritengo che l’aver costretto Pizzarotti ad andarsene è stato un errore clamoroso del movimento ed è la rappresentazione degli errori che il M5S continua a fare tuttora. Quando c’è una testa pensante che ti critica, la devi ascoltare e devi discutere e magari fare autocritica, non cacciarla. Epurare significa togliere il beneficio del dubbio, eliminare la discussione. La stessa cosa è avvenuta forse anche con Pietro Vandini a Ravenna, una testa pensante che a volte aveva le sue idee e le esprimeva, anche facendo critiche al movimento, critiche costruttive, per migliorare. Ecco, uno come Vandini viene fatto fuori senza nemmeno essere ammesso al voto dei cittadini sulla piattaforma Rousseau. È un errore.”

“Sono molto dispiaciuta che non ci sia nessun candidato ravennate e sono dispiaciuta soprattutto per Pietro. – conclude Tardi – Io avrei ammesso tutti quelli che si erano autocandidati, per vedere davvero quanti consensi raccoglievano. Dopo avrebbero potuto eventualmente intervenire se qualcosa non andava. Invece, ha prevalso un certo gioco di veti di alcuni contro altri. Comunque, voterò M5S, anche se con il cuore pesante per tutte queste ragioni.”

 

MARCO MAIOLINI

“Io voterò M5S perchè non c’è secondo me altra vera alternativa in questo momento storico. – dice Maiolini, capogruppo di CambieRà – È l’unica forza di cambiamento del paese e della politica in Italia, nel bene e nel male. Devo dire che se sono qui è anche grazie al movimento e a quei ragazzi che hanno costruito i Cinque Stelle a Ravenna, malgrado oggi non siano stati premiati. Sono dispiaciuto per la scelta dei vertici nazionali del movimento. Conosco queste persone, il loro valore. Purtroppo la discordia emersa due anni fa ha continuato a pesare. A livello nazionale hanno pensato che qui non siamo in grado di gestire le dinamiche interne al gruppo.”

Quindi prima o poi dovrete porvi anche il problema di ricostruire il M5S a Ravenna, perchè siete senza rappresentanza in Consiglio comunale e senza candidati ravennati per il Parlamento. Nessuno è autorizzato a parlare a nome dei Cinque Stelle. Un bel problema no? “Oggettivamente questo è un problema. – ammette Maiolini – Io confido nei più giovani. Non credo che i vecchi fondatori abbiano modo di recuperare la situazione, non credo soprattutto verrà data loro la possibilità di farlo. Devono farlo i giovani.”

Sulla piattaforma Rousseau e sulle Parlamentarie, che tante criticità e proteste hanno sollevato, Maiolini dice che “probabilmente, anzi sicuramente, il meccanismo va migliorato. Il concetto però è giusto, perchè in Parlamento devono andare i rappresentanti degli Italiani e bisogna quindi trovare un sistema che consenta di selezionare e rappresentare al meglio gli Italiani nelle loro varie caratteristiche. La selezione dei Cinque Stelle si avvicina a questo criterio anche se può essere migliorata.” 

PD e Berlusconi attaccano il M5S sull’affidabilità e sulla competenza. Dicono che dei grillini non ci si può fidare e alimentano paure tipo salto nel buio. Cosa ne pensa Marco Maiolini? “Per me ci vuole la competenza politica: significa ascoltare la gente, gli Italiani, per farsi carico dei loro problemi e trasformarli in proposte politiche. Se tu fai il portavoce quando ti occupi di ponti o strade non significa che devi essere anche ingegnere per costruire di persona ponti e strade. Devi essere bravo a scegliere l’ingegnere giusto. Per gestire l’economia devi scegliere l’economista giusto. Per me questa è la competenza. Quanto alla paura poi, è pretestuosa e alimentata ad arte.”

Luigi Di Maio è l’uomo giusto? “Sì, secondo me è l’uomo giusto. Mi piace” conclude Marco Maiolini.

 

A cura di P. G. C. 

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