Pagani (PD): dopo due referendum su Renzi ora basta, dobbiamo voltare pagina e cambiare politica

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Alberto Pagani è stato segretario del PD, poi deputato. Fa parte della minoranza interna “asfaltata” al congresso da chi prometteva agli iscritti e agli elettori la vittoria. È arrivata invece la clamorosa bocciatura delle urne. Bruciante come non mai. Pagani ha salvato il suo seggio per un soffio. Si guarda intorno e vede macerie. Perciò dopo due referendum su Renzi dice: basta! E se lo dice un uomo mite come lui, allora vuol proprio dire che nel PD molti stanno perdendo la pazienda e per l’ex Sindaco di Firenze non ci sarà un terzo tempo.

 

L’INTERVISTA

Alberto Pagani, com’è andata?

“Male. È chiaro. Abbiamo perso. Ora andiamo all’opposizione.”

Ma perché avete perso?

“Non abbiamo convinto. E quindi non abbiamo vinto. Abbiamo governato per 5 anni e cercato di fare cose buone per il paese, e io penso che le abbiamo anche fatte in fin dei conti. Però il giudizio degli elettori è stato negativo, la nostra azione è stata bocciata. Ne prendiamo atto.”

Se avete governato bene, come lei dice, perché siete stati puniti?

“Perché sono stati fatti degli errori, non solo cose buone. E il primo errore, quello più grave, è che abbiamo dato l’impressione di non stare più con chi soffre, con chi subisce la crisi, con chi resta indietro. Non abbiamo dato le risposte che loro si aspettavano da noi. Invece noi dobbiamo ripartire da quelli lì. Dai temi della giustizia sociale, dalle persone che subiscono la crisi. Se non ci stiamo noi accanto a loro, quel posto viene occupato da altri, dalla Lega e dai Cinque Stelle. È quello che è successo il 4 marzo.”

Ma queste cose le state dicendo da tempo. Perché non le avete fatte prima?

“Io lo sto dicendo da un po’ che questo è il nostro problema. Ma io non conto nulla, cioè sono in minoranza da tempo nel mio partito. E la minoranza non è ascoltata. Soffriamo di una specie di sindrome di Cassandra, la figlia di Priamo, che parlava ma non veniva creduta né ascoltata. Naturalmente avere detto prima che le cose non andavano, è una magra consolazione e non serve a nulla. Bisogna rimettere in sintonia il PD con il suo mondo, con il popolo che lavora, che studia, che insegna, con i giovani. Non possiamo passare per il partito che difende i ceti più ricchi.”

Il 4 dicembre 2016 gli italiani vi avevano dato un segnale molto chiaro. Allora perché il PD ha continuato sulla vecchia strada affidandosi sempre a Renzi, già bocciato una volta?

“Perché il PD è un partito democratico e anche in democrazia si fanno degli errori. Non voglio dire che io, in minoranza, ho ragione e chi ha eletto Renzi avesse torto. Però le cose sono andate come sono andate. Adesso bisogna prenderne atto, ricostruire, ripartire, aprire una nuova stagione politica.”

Renzi è fuori gioco sul serio?

“Lo ha detto lui. E credo sia così. Adesso dobbiamo ragionare davvero sulle cose che non vanno e da cambiare. Non possiamo fare come nel 2016, dopo il referendum, quando si decise di non discutere e di andare alla conta nel congresso fra chi era con Renzi e chi era contro Renzi. Non si fece una discussione, si fece un altro referendum, con le persone che si mettevano le casacche. Questa è la maniera per non discutere e per non affrontare i problemi.”

È due anni che in Italia e nel PD si fanno referendum su Renzi. Non vi sembra un po’ troppo? Oltretutto due volte su due è stato bocciato…

“Penso anch’io sia troppo. E non avevamo bisogno di perdere le elezioni per saperlo. Lo avrei evitato. Ora basta. Ora bisogna voltare pagina sul serio. Ragionare fra noi per cambiare strada e ripartire.”

Dall’opposizione?

“Sì. L’ipotesi di un governo con il M5S non esiste. Saranno loro i primi a non volere un governo con noi. È più probabile un accordo fra M5S e Lega.”

 

A cura di P. G. C. 

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