Cultura. Andrea Rivola, grande mano e testa dura, ma ora i suoi disegni sono sul Corriere della Sera

Intervista al disegnatore e illustratore di Riolo Terme

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È un talento naturale, quello che fin da bambino ha guidato la mano di Andrea Rivola, disegnatore e illustratore di fama. Lui segue tutti gli studi che lo indirizzano verso l’arte: liceo artistico, corso di formazione professionale fino ad arrivare al Dams dove consegue la laurea. Da lì in poi un percorso artistico porta Andrea a specializzarsi nell’editoria per ragazzi. Oggi ha al suo attivo collaborazioni con testate giornalistiche nazionali ed internazionali, in Italia le sue illustrazioni sono pubblicate dal Corriere della Sera. 

E collabora con diverse case editrici che sviluppano progetti editoriali per l’infanzia. Nel 2016 con le sue illustrazioni per il libro “Il cammino dei diritti” edito dalla Fatatrac – Edizioni del Borgo, Andrea si è aggiudicato il Premio Emanuele Luzzati, il più ambito riconoscimento nazionale per narrativa e illustrazione infantile, intitolato allo storico illustratore genovese scomparso nel 2007. Lui si definisce un artigiano che si dedica con passione al disegno. Con la stessa passione porta avanti anche la piccola azienda vinicola di famiglia, sulle colline di Riolo Terme.

Rivola, il talento va anche coltivato con passione e dedizione, è stato così anche per lei?

“Certamente, fin da bambino mi sono sempre divertito a disegnare, era il mio hobby principale. Poi, una volta terminate le scuole medie, mi sono iscritto al liceo artistico di Ravenna. Non ero un gran talento nello studio, ero più bravo nella parte pratica, mi applicavo al disegno in se stesso. Finito il liceo non avevo ben chiaro se scegliere all’università le arti figurative o l’architettura.”

Alla fine la scelta su cosa si è orientata?

“Ho preferito fare un corso di formazione professionale, che per me è stato fondamentale. Ho capito che oltre alla pittura classica c’era anche un segmento più artigianale che era il disegno commerciale ed editoriale. In quel corso si è evoluta anche quella parte artistica che era dentro di me. Ho avuto la fortuna di avere insegnanti come Davide Reviati e Walter Pretolani. Quest’ultimo mi disse una frase che non dimenticherò mai: “Non ho mai conosciuto uno con un talento e una mano come la tua, ma così zuccone”. Mi ha fatto capire che non mi ero mai applicato bene negli studi, e ho cercato di rifarmi successivamente.”

Ha proseguito con l’università?

“Sì, mi sono iscritto al Dams a Bologna dove poi ho conseguito la laurea. Anche quella è stata una tappa importante per la mia formazione e la mia carriera. A Bologna ho iniziato a frequentare la Fiera del libro, per relazionarmi con quel mondo.”

 

 

In quale modo è iniziata la sua carriera di illustratore?

“Ho iniziato con illustrazioni per libri per l’infanzia, per bambini da 6 a 12 anni. Nel frattempo mi sono affidato a un’agenzia specializzata che promuove disegnatori e illustratori sia in Italia che all’estero, gestendo contatti con tutta l’editoria. Successivamente mi sono avvicinato alla fascia d’età ancora più piccola (0/3 anni), forse perché sensibilizzato dalla paternità.”

“Il cammino dei diritti” è il libro scritto da Janna Carioli che, con le sue illustrazioni, si è aggiudicato il Premio Luzzati nel 2016. Come è nato questo progetto?

“Per questo progetto ci è voluto un approccio tutto particolare. È un libro che affronta tematiche delicate come i diritti umani, concetti non semplici da spiegare a un bambino. Occorreva trascendere gli aspetti più difficili e delicati raccontando in maniera poetica lo spirito che ha spinto uomini e donne, nell’arco della storia, a lottare perché questi diritti diventassero patrimonio indiscusso dell’umanità. Mi sono applicato nel creare immagini che non fossero troppo realistiche e crude, adottando forme semplici e colori brillanti che si avvicinassero il più possibile alla poetica delle filastrocche di Janna Carioli, ideali alla lettura di un bambino. Ritengo che l’illustrazione per l’infanzia sia molto simile alla poesia in quanto sono forme espressive fortemente evocative, in grado di trascendere la realtà attraverso rappresentazioni fantastiche e coinvolgimenti emotivi.”

A quanti libri ha collaborato con le sue illustrazioni?

“Ultimamente ho perso un po’ il conto. Fino a qualche anno fa tenevo aggiornato anche quello che era il mio curriculum vitae, cosa che non faccio più. Indicativamente ho preso parte alla progettazione di circa 50 libri.”

 

 

La sua collaborazione con Rcs e il Corriere della Sera com’è nata?

“Ho iniziato a collaborare con Rcs attraverso l’agenzia che mi rappresenta. Ora proseguiamo con una certa regolarità. L’illustrazione editoriale è una palestra eccezionale per un illustratore. Hai tempi ristrettissimi per interpretare l’articolo attraverso un’illustrazione accattivante che l’accompagni e lo completi; solitamente sono due giorni, il primo per pensare e creare il bozzetto, il secondo per finalizzare e consegnare l’immagine.”

La sua vita si snoda fra due attività: il disegno e il vino. Del primo abbiamo già raccontato, da dove proviene la seconda attività che esercita?

“Andavo ancora all’università quando è venuto a mancare mio padre. Lui gestiva la piccola azienda vinicola di famiglia. Fin da allora mi sono dovuto applicare per dedicarmi parallelamente allo studio e al lavoro. Oggi continuo a occuparmi della mia azienda vinicola e di tutti i suoi processi. Per me è anche una valvola di sfogo dell’attività troppo “sedentaria” di illustratore.”

Quali vini producete?

“Produciamo i vini delle nostre terre: Sangiovese, Albana e Trebbiano. La nostra è una piccola azienda familiare, i nostri vini vengono venduti sfusi e non imbottigliati. L’imbottigliamento prevede un tempo e un investimento importante, che valuterò nei prossimi anni.”

Quali progetti ha in mente per il futuro di entrambe le attività?

“Per quanto riguarda la cantina vinicola sto pensando di mettere in produzione un altro vino: il Merlot. Ma per ora mi devo concentrare sul futuro imminente. Entro Luglio devo consegnare i lavori che vanno a completare sei libri. Il tempo è poco e devo razionalizzarlo bene per far funzionare al meglio entrambe le attività.”

 

Gianni Zampaglione

 

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