Cultura. Claudia Casali parla dei progetti MIC Faenza, da Lenci alla Cina, dalle Americhe a Picasso

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Il MIC Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza è il fiore all’occhiello della cultura faentina ed è un vanto nazionale. I suoi ambienti custodiscono e promuovono dal 1908 la ceramica nazionale, internazionale e tutta la storia dell’arte dei maestri della maiolica. Nel 2011 è stato dichiarato “Monumento testimone di una cultura di pace” dall’UNESCO. Parliamo del museo, della sua programmazione e degli eventi futuri del MIC con la direttrice Claudia Casali, che da circa otto anni lo guida con passione e abnegazione, promuovendo in Italia e nel mondo la cultura della ceramica. 

 

Dottoressa Casali, partiamo dalla gloriosa Manifattura Lenci di Torino, alla quale avete dedicato la mostra attualmente in corso.

“La Manifattura Lenci nasce a Torino nel 1919 per produrre bambole e giocattoli in genere, mobili, arredi e corredi per bambino, ma anche un particolare tessuto per arredi, arazzi e bambole conosciuto per l’appunto come “pannolenci”. In questa mostra del MIC ospitiamo 150 opere provenienti dalla collezione Giuseppe e Gabriella Ferrero, la più importante e ricca dedicata alla storica manifattura torinese, alla quale si aggiungono per un confronto, alcuni esemplari della Manifattura Essevi. Tra moda, costume e bon ton, le sculture raccontano il gusto della classe borghese tra il 1927 e il 1937.”

Quali risultati sta raggiungendo la mostra?

“La mostra, inaugurata il 4 marzo e aperta fino al 3 giugno, sta avendo un grandissimo riscontro presso la stampa nazionale e il pubblico. Dal giorno della sua inaugurazione, abbiamo oltrepassato i 6.000 visitatori. Abbiamo istitutito visite domenicali gratuite che stanno avendo molto successo. L’aspetto più interessante è che molti dei visitatori conoscono bene la Manifattura Lenci, la quale, nonostante abbia avuto l’apice del suo lavoro negli anni ’30, è rimasta nell’immaginario collettivo italiano, tramandando di generazione in generazione alcuni pezzi di questa storica ceramica.”

 

 

Si è da poco conclusa una mostra itinerante in Cina, dove avete esposto 150 ceramiche per raccontare la storia della maiolica italiana dal Medioevo fino ad oggi. Com’è andata?

“È andata molto bene, in circa quattro mesi la mostra ha ottenuto circa un milione e mezzo di visitatori, tanto da indurre gli organizzatori a chiederci di studiare un nuovo progetto. I cinesi sono molto interessati agli studi storici sulla maiolica, ma ultimamente stanno aprendo le frontiere anche sulla contemporaneità, quindi ceramica antica e ceramica moderna. Il prossimo progetto a cui ci dedicheremo sarà orientato verso il ventesimo secolo, periodo di svolta radicale della ceramica, che in Cina non conoscono: vedono in questo futuro progetto anche una sorta di aggiornamento della loro stessa tradizione ceramica.”

Ci parli del 60° Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea – Premio Faenza.

“È sicuramente il concorso più longevo ed ammirato al mondo. Si tratta di una mostra curatoriale e abbiamo fatto un collegamento molto stretto con l’arte contemporanea di oggi. Ci sono artisti rappresentati dalle più importanti gallerie, non solo per quanto riguarda la ceramica. È importante sottolineare come ci sia stata una grande adesione da parte delle gallerie e degli artisti stessi, perchè hanno capito l’importanza di questo progetto. Sempre di più la ceramica sta diventando linguaggio dell’arte contemporanea e sempre di più ci sono artisti che adottano questo linguaggio. La mostra sarà molto varia con artisti provenienti da tutto il mondo: abbiamo cercato di far capire cosa significa oggi fare ceramica. La mostra sarà aperta dal 30 giugno al 7 ottobre e saranno esposte le opere più innovative di maestri affermati ma anche di giovani riconosciuti talenti.”

Il 2018 è anche l’anno di Argillà Italia. Cosa avete in programma al MIC in occasione di questo evento?

“Dalla scorsa edizione Argillà è gestita interamente dal nostro museo. Stiamo definendo tutti gli eventi collaterali, gli espositori sono oltre 200. Ci sarà una bellissima panoramica dedicata alle delegazioni internazionali, avremo stand di Cina e Giappone presenti con i loro artisti, mentre il paese ospite di questa edizione è la Germania, che come sempre troverà collocazione qui di fronte al museo, in via Baccarini.”

 

 

A completamento di quest’annata importante, dopo Argillà avete in programma “Precolombiane: ceramiche, l’altra faccia dell’America” giusto?

“Sì, “Precolombiane” si terrà dall’11 novembre al 10 febbraio 2019. Il MIC possiede la più grande raccolta italiana di ceramiche precolombiane, con affascinanti testimonianze provenienti dall’area peruviana (culture Nasca e Chimu), dal Messico (culture Teotihuacan, Atzeca, Mixteca, Maya), dal Costa Rica e dal Brasile. Sono pezzi straordinari che danno conto di civiltà che la colonizzazione ha soffocato con il passare dei secoli.”

State lavorando anche a un grande progetto come la mostra dedicata alle opere ceramiche di Pablo Picasso. Come procedono i lavori?

“Sì. Stiamo lavorando a questo progetto a stretto contatto con il Museo Picasso di Parigi. La mostra vedrà la luce tra la fine del 2019 e la primavera del 2020. Stiamo cercando di creare un progetto che non sia la solita mostra, ma che cerchi di andare anche a quelle che sono le fonti di Picasso, un aspetto che non è mai stato indagato e che vorremmo approfondire in questo nostro progetto faentino. Al MIC l’artista di Malaga è già presente, con una serie di opere donate dallo stesso pittore dopo il pesante bombardamento subito dal museo durante la seconda guerra mondiale.”

Fra tutti i vostri progetti, ce n’è uno molto interessante dedicato alle domeniche animate per le famiglie, di cosa si tratta?

“Tutte le domeniche pomeriggio, il laboratorio del MIC apre le porte alle famiglie per sperimentare insieme attività tattili, grafiche e ceramiche per tutte le età. Sta ottenendo sempre più successo e nel corso di questi anni abbiamo cercato di incentivare le famiglie verso questo appuntamento. Il dialogo fra adulto e bambino su un medesimo livello, cioè il giocare con la ceramica, mostra potenzialità molto varie. È un laboratorio di un paio di ore molto dinamico e piacevole. Al MIC abbiamo anche avuto un incremento delle frequentazioni didattiche con progetti speciali. Due settimane fa per esempio abbiamo avuto un liceo di Bolzano che è venuto a Faenza per una settimana intera. Durante il periodo i ragazzi hanno studiato la ceramica dalla visita guidata al museo all’esperienza con la terra, dalla serigrafia alla pittura su ceramica. Con la possibilità di frequentare tutti i nostri laboratori.”

 

A cura di Gianni Zampaglione

 

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