Politica. Question time di Ancisi (LpRa) che difende la legittimità dei manifesti anti-abortisti

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Interrogazione “question time” al sindaco di Ravenna di Alvaro Ancisi sulla querelle dei manifesti anti-abortisti. Il titolo del question time non lascia dubbi sulla presa di posizione di Ancisi: UN SINDACO NON STRAPPA I MANIFESTI PER LA VITA. La polemica è verso Michele de Pascale che aveva espresso il suo parere contrario a tale affissione. Ancisi invece è favorevole perchè dice “non si tratta di una “condanna delle donne”, né di una negazione del loro “diritto di scegliere”… Tanto meno si tratta di un “attacco alle legge 194”, giacché si muove anzi nel solco del principio base di questa legge, stabilito dall’ art. 1: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio”. 

“Stupisce, al riguardo, che quanti sono investititi delle massime responsabilità nell’amministrazione pubblica locale non sappiano neppure che rimuovere quei manifesti, oltreché causare illegittimamente un danno civile non lieve a chi li ha prodotti e utilizzati, vuol dire commettere il reato di abuso d’ufficio, per violazione dell’art. 18, comma 3, del regolamento comunale per le affissioni, di seguito qui riprodotto, il quale rimanda al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria. – continua Ancisi – È fuor di dubbio, infatti, non solo che nessuna accusa di lesione a tale Codice può essere rivolta, se non pretestuosamente, ai manifesti in questione, in particolare all’art. 9 (per affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti) o all’art. 10 (per offesa alle convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini e alla dignità delle persone in tutte le sue forme ed espressioni evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere). Quanto che, nei casi dubbi, il messaggio pubblicitario deve essere sottoposto, prima della pubblicazione, al giudizio del Comitato di Controllo dell’Istituto nazionale di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP).”

“Il Comune ha avuto quattro giorni di tempo dalla presentazione della domanda per chiedere questo pronunciamento, che viene rilasciato molto rapidamente. – conclude Ancisi – Si può dunque pretendere o anche solo valutare di “strappare” d’autorità i manifesti dalle loro plance solo se sprovveduti o in malafede. Ci sono però sedicenti libertari, emuli di regimi liberticidi, che non si sono fatti scrupolo di strappare di notte questi manifesti in più strade (quali le vie Faentina, Zalamella e Santi Baldini), provocando così la denuncia contro ignoti del circolo committente. Forse sono gli stessi alle cui mani si deve, per esempio, la vistosa scritta abusiva ANTIFA che da anni, sul muro del parcheggio comunale di via Renato Serra, di fronte all’ex macello, resiste imperterrita al dovere di cancellazione in capo al sindaco e al vice-sindaco e assessore alla polizia municipale, da un lato, e alla polizia municipale stessa, dall’altro. Di qui la necessità di chiedere al sindaco: 1. se esclude che si possano rimuovere d’autorità i manifesti in oggetto; 2. se riconosce onestamente, senza entrare nel merito, che la loro affissione corrisponde al diritto di libera manifestazione di ogni pensiero, riconosciuto dalla Costituzione; 3. se sente il dovere di condannarne lo strappo squadristico; 4. se considera doveroso disporre invece che ogni abusiva affissione o apposizione di stampati o di scritte, di qualsiasi contenuto ed eventuale ideologia politica, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, debba essere rimossa, commissionandone il censimento e l’operatività alla polizia municipale.”

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