Politica. Giovanni Malpezzi: a Faenza stiamo facendo bene, ma restano ancora due anni di duro lavoro

Intervista-bilancio sui primi otto anni alla guida di Faenza e sugli impegni dei prossimi 24 mesi - Per Malpezzi non è ancora il tempo per cercare il cavallo vincente del centrosinistra del Palio 2020

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Giovanni Malpezzi è dal 2010 Sindaco di Faenza. Iscritto al PD da qualche anno, guida una coalizione di centrosinistra a trazione PD. Nel 2010 fu eletto con 18.400 voti e il 54% dei consensi al primo turno. Nel 2015 finì invece al ballottaggio contro il candidato della Lega Gabriele Padovani e fu un testa a testa mozzafiato nella notte dello scrutinio. Poi prevalse Malpezzi con il 51,86% dei voti. Fra due anni Malpezzi passerà il testimone. A chi non si sa, perchè il centrosinistra non ha ancora cominciato a discutere sul cavallo vincente del Palio. E, soprattutto, perchè la situazione politica è sempre più complicata e la vittoria di uno schieramento sull’altro tutt’altro che scontata.

L’INTERVISTA

2010 – 2018. Malpezzi, può tracciare un bilancio di questi otto anni di governo per Faenza?

“Sì, a patto che non si parli di un bilancio di chiusura. Perché restano due anni di lavoro da fare, in cui dobbiamo pedalare per realizzare alcuni progetti strategici del programma di mandato. Fra l’altro, su alcuni progetti noi potremo solo porre le basi e altri finalizzeranno: penso per esempio alla riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria o ai bandi per il consolidamento delle scuole, in corso.“

Ma non ha detto ancora del bilancio di questi otto anni.

“Giudicare il proprio lavoro è un esercizio sempre difficile e a volte inopportuno. Posso dire che sono stati anni molto impegnati e impegnativi. Nessuno può dire che non mi sono impegnato per Faenza, e non come quando a scuola si diceva il ragazzo s’è impegnato, per dire che le cose andavano così così (ride, ndr).”

Avrà visto anche i risultati di tanto impegno?

“Oggi stiamo raccogliendo frutti importanti di un lavoro serio e a volte anche impopolare, in un periodo di crisi economica generale, che non ci ha aiutato. Siamo stati costretti a dire tanti no, tanti faremo. Ora però si stanno concretizzando importanti realizzazioni visibili, anche grazie al risanamento di bilancio dei primi anni di mandato. Anni asfissianti per la carenza di risorse. Avere recuperato un equilibrio strutturale di bilancio, dopo anni di forti investimenti: ecco, questo è stato un primo grande risultato.”

Ma quali sono le cose realizzate in questi otto anni di cui va più fiero e per cui Giovanni Malpezzi magari sarà ricordato?

“A volte le due cose non coincidono. La gente vuole vedere cose molto concrete e appariscenti, da fuori. Io invece penso che la riorganizzazione amministrativa dell’Unione dei Comuni sia un’opera poco appariscente ma assolutamente strategica, perché dà una prospettiva di crescita a un intero comprensorio e crea i presupposti di una maggiore efficienza ed efficacia della rete dei servizi ai cittadini sul territorio.”

Fin qui mi ha parlato di riequilibrio del bilancio e di riorganizzazione della macchina amministrativa. Mi dica qualcosa che si vede da fuori, per l’appunto.

“Ci metterei il tema della riqualificazione dell’area della stazione. Altri termineranno l’opera ma sono orgoglioso di avere avviato questo progetto e speriamo di aggiudicarci le risorse pubbliche per la sua realizzazione. Oggi ci sono condizioni migliori di ieri, per acquisire aree strategiche per riqualificare la zona e anche per fare un parcheggio a servizio dei pendolari.”

Invece, che cosa avrebbe voluto fare ma non è ancora riuscito a fare?

“Beh, direi lo Scalo merci ferroviario. Era un obiettivo sia del primo che del secondo mandato ed è un obiettivo condiviso e sollecitato anche dalle Associazioni economiche e di categoria nell’ambito del cosiddetto Patto per lo sviluppo. Purtroppo non si sono ancora create le condizioni per potere realizzare quest’opera strategica. Ed è un mio cruccio.”

Le restano due anni a disposizione. Quali sono i grandi progetti per i prossimi 24 mesi?

“Della stazione ferroviaria ho già detto. Abbiamo in corso il progetto per la Canonica della Chiesa dei Servi, porzione adiacente alla Biblioteca Comunale. Poi c’è il tema della viabilità, con un grande intervento del valore complessivo di 5 milioni di euro per la riqualificazione della circonvallazione urbana. Circa tre km di strada da sistemare e mettere in sicurezza, rifacendo l’asfalto, poi lo spartitraffico centrale e il risanamento acustico per andare incontro alle richieste dei residenti. Procederemo per stralci. E nei prossimi due anni rifaremo sicuramente tutto l’asfalto. Infine, c’è il cantiere in corso per il recupero del Palazzo del Podestà, siamo al secondo stralcio. Restituiremo alla città un contenitore culturale chiuso da decenni grazie a un percorso partecipato per costruire insieme alla società faentina una modalità di gestione sostenibile.”

Quando l’inaugurazione?

“Speriamo nel settembre del 2019.”

 

Fra le cose che avete fatto e che all’inizio hanno fatto molto discutere annoveriamo anche il nuovo Piano della Sosta. Ora non protesta più nessuno. Quindi lei aveva visto giusto?

“Questa è una delle cose da rivendicare, in risposta alla domanda di cosa vado orgoglioso. Il nuovo Regolamento della Sosta del 2013 è stata una sfida molto importante, anche perché chi mi aveva preceduto aveva sempre evitato di affrontare questo problema, per paura di bruciarsi le dita. Noi ci abbiamo messo le mani. Malgrado la forte opposizione delle Associazioni dei Commercianti, e non solo, le quali oggi ammettono come quella scelta si sia rivelata giusta.”

Recentemente avete fatto una verifica politico-programmatica di maggioranza. Lei ha detto in quella occasione che c’è la necessità, anche a livello locale, di una profonda riflessione capace di interpretare i nuovi scenari che si sono delineati dopo il voto del 4 marzo per indirizzare al meglio l’azione politico-amministrativa del prossimo futuro. Che cosa bisogna fare esattamente? Come intende muoversi?

“Vuol dire che il 4 marzo ha messo in discussione tanti equilibri e tante convinzioni. E vuol dire che noi dobbiamo continuare a tenere fede ai nostri impegni di mandato, facendo ancora meglio negli ultimi due anni, da qui al 2020.”

Lavoro, sicurezza e salute: lei ha ribadito che sono e restano i capisaldi della sua azione di governo. Eppure non passa giorno senza che le opposizioni la attacchino, in particolare su sicurezza e sanità. Partiamo da quest’ultimo punto. Di recente c’è stato l’incontro con la dirigenza Ausl. Com’è la situazione dell’Ospedale di Faenza? È soddisfatto della riorganizzazione Ausl Romagna? Pensa che Faenza sia stata penalizzata come dicono le opposizioni?

“Se fossi soddisfatto non avrei organizzato l’incontro con il Direttore Tonini giovedì scorso. La sanità locale è un cantiere aperto: stiamo trasformando e armonizzando le 4 Ausl locali in un’unica Area Vasta che è una delle più grandi d’Italia e ha l’originalità di avere questa struttura policentrica, con 7 ospedali e altre 6 strutture più piccole. L’impresa avviata qualche anno fa è ancora in corso, non è compiuta. Come Sindaco e Presidente del Comitato di Distretto rivendico gli indirizzi che noi e Lugo avevamo condiviso per integrare le due strutture ospedaliere: questo non si è ancora realizzato, a partire dalla direzione ospedaliera unica, da certe unità specialistiche complesse ancora da unificare, come la chirurgia, o per via dell’assenza di primari a pieno titolo, per esempio per la medicina. Con ciò non voglio buttare tutto quello che è stato fatto: vedo lo sforzo compiuto in questi anni per recuperare le carenze strutturali accumulate in passato nel Ravennate.”

In definitiva?

“Riconfermo la validità della scelta strategica dell’Ausl unica della Romagna, ma non posso dire di essere completamente soddisfatto della situazione, perché abbiamo ancora criticità da superare e progetti da completare. Insomma, c’è ancora da lavorare e migliorare.”

Sicurezza. La Lega la attacca sempre sui rom e non solo; sostiene che lei è troppo buonista e non governa la situazione a livello locale. Cosa ribatte al Carroccio?

“Ribatto che l’allora Sindaco leghista di Verona, Tosi, appena eletto, cercò un accordo con la Caritas e la Curia per dare una casa e una sistemazione ai rom che stavano nei campi nomadi. A Roma l’altro giorno la Sindaca Raggi ha annunciato che intende fare la stessa cosa: cioè cerca case dei privati da dare ai rom, per toglierli dai campi e dalle strade. Voglio dire che, in concreto, ognuno alla prova del governo cerca la strada più pragmatica per risolvere il problema rom, così come per risolvere altri problemi, al di là della facile demagogia. Inoltre, le leggi in uno stato di diritto non mettono a disposizione particolari strumenti coercitivi per contrastare certi fenomeni e colpire certi soggetti, fintanto che non delinquono.”

Quindi lei rigetta la critica di essere “buonista”?

“Se per buonista s’intende chi accetta supinamente qualsiasi comportamento incivile o addirittura delinquenziale di certi soggetti, assolutamente no, non sono buonista. Ma uso solo gli strumenti che la legge mi mette in mano e li ho applicati molte volte. Ma bisogna essere anche realisti. Non è che si possa fare ciò che si vuole. Ora parliamo di rom ma se parliamo di parcheggiatori abusivi all’ospedale, per esempio, ricordo che la nostra Polizia Municipale ha denunciato alcuni soggetti negli ultimi tempi perché creavano situazioni di molestia e disagio. Ebbene la magistratura ha emesso alcune sentenze negli ultimi mesi e li ha assolti tutti.”

A proposito di buonismo, lei è diventato molto popolare per via della sua netta presa di posizione contro le offese, le invettive e le volgarità di alcuni giovani rivolte a lei su Facebook, per la questione della non chiusura delle scuole in occasione di una giornata di neve. Ha poi incontrato i ragazzi e cosa vi siete detti? Hanno capito?

“Spero di sì. Almeno la maggior parte di loro. Ne ho incontrati 25. Qualcuno si è presentato più baldanzoso, altri sinceramente prostrati e dispiaciuti, anche in ansia per ciò che avevano fatto e per ciò che poteva attenderli. Tutti hanno ammesso di avere sbagliato. Qualcuno mi ha chiesto scusa. Ma non è un problema mio personale, cioè di lesa maestà alla mia persona. Il problema era rendersi conto che si stava gravemente offendendo l’istituzione Sindaco e Comune.”

Lo rifarebbe quindi?

“Certamente. Non ho fatto nulla di speciale. Mi sono comportato come si comporta un padre di famiglia. Io ho 4 figli e 2 sono nella fascia di età dei ragazzi che si sono resi protagonisti negativi di questa vicenda. Come padre mi sarei aspettato che l’istituzione si fosse comportata come mi sono comportato io, per fare capire a questi ragazzi, anche e soprattutto dal punto di vista educativo, dove e come avevano sbagliato. Se avessi fatto partire delle denunce, non avrei ottenuto lo stesso risultato. Avrei intasato il lavoro dei magistrati e non avrei insegnato nulla ai ragazzi.”

 

 

Sulla Fondazione per il Palio ha deciso di fermare le macchine. La versione ufficiale della maggioranza è che non tutti erano pronti a recepire questa innovazione. L’opposizione ha parlato invece di suo fallimento. Lei come la vede?

“Quando uno si rende conto che un obiettivo non è realizzabile ha l’obbligo di essere realista. Io ribadisco che l’obiettivo della Fondazione è e resta valido, perché la gestione interna al Comune di una manifestazione che consiste in un torneo di cavalli e cavalieri è un fatto antistorico. Gestire un evento di questo tipo con le norme del codice degli appalti non è il massimo. Anche altrove hanno esternalizzato la gestione di giostre e quintane. In alcuni comuni non l’hanno fatto. Dipende dalle situazioni e dalle persone. L’organizzazione va costruita a misura dei soggetti che la devono interpretare. Oggi a Faenza non sono ancora maturi i tempi di questa evoluzione. Ma il tema resta.”

Turismo e cultura legati al mondo della ceramica funzionano, voglio dire state ottenendo i risultati che speravate?

“Se l’indicatore oggettivo è quello delle presenze turistiche, allora la risposta è sì. Il dato è in crescita non solo nell’ultimo anno ma in tutto il periodo. Al di là delle presenze, c’è la riconoscibilità nel mondo di Faenza come capitale della ceramica: su questo abbiamo investito parecchio. Abbiamo sottoscritto un nuovo gemellaggio con la capitale cinese della porcellana. Abbiamo assunto la guida dell’Associazione Europea Città della Ceramica, il mio Vice Sindaco è il Presidente italiano di questa associazione, abbiamo ottenuto dai francesi di Limonges di guidare anche il progetto della Strada Europea della Ceramica. Abbiamo investito molto e stiamo ottenendo molto. L’Ente Ceramica è vivo e vitale. Il MIC è cresciuto molto e oggi ha una squadra di gestione di valore nazionale.”

Veniamo alla situazione politica attuale. Come la vede? È preoccupato?

“Se uno non fosse preoccupato sarebbe uno stolto. Stiamo vivendo una fase molto complicata della nostra vita istituzionale. Io credo che se perdura questa fase di instabilità siano a rischio non solo lo spread e l’economia ma anche i fondamenti della nostra democrazia.”

Lei sta con Mattarella?

“Ho la sua foto lì appesa, vede (ride, ndr). Sicuramente io sto con il Presidente della Repubblica. Mi fa sorridere chi ipotizza un impeachment perché credo che il Presidente conosca bene le proprie prerogative e abbia ben interpretato la Costituzione. Uno può discutere l’opportunità politica della sua azione, ma non può metterne in discussione la legittimità.”

Faenza è un po’ la roccaforte del renzismo nel Ravennate. Ora sembra proprio che Renzi e la sua leadership siano finite in un vicolo cieco. Come vede la situazione del PD e che cosa dovrebbe fare per uscire dalla crisi attuale?

“Io credo che il PD debba fare un congresso e trovare un leader che lo prende per mano, perché in questo momento con una segreteria facente funzioni non c’è una conduzione forte e chiara, ci sono troppi gruppi che giocano sullo stesso campo. Lo stesso Renzi che ha un peso politico, può piacere o non piacere, deve dire la sua all’interno del congresso. E non gli si può mettere il bavaglio. Se parlano gli altri può parlare anche l’ex segretario.”

Torniamo alla recente riunione di maggioranza e allo stato delle alleanze. Pensa che tutte le forze politiche che sostengono l’amministrazione comunale di Faenza oggi – Partito Democratico, Art. 1 MDP, le liste civiche “Insieme per Cambiare” e “La tua Faenza”, Italia dei Valori e Partito Socialista Italiano – saranno ancora insieme nel 2020?

“Qui ci vorrebbe la sfera di cristallo. L’auspicio è sì. E anche le intenzioni. Avendo condiviso il programma di mandato e l’idea di portarlo a compimento, la naturale conseguenza è che ci sia la riconferma di questa alleanza. Poi le cose della politica cambiano molto velocemente e dire oggi chi ci sarà nel 2020 è molto difficile. Io spero che nel 2020 ci sia una coalizione ampia di centrosinistra, con un perimetro largo, per vincere.”

A suo modo di vedere L’Altra Faenza è irrecuperabile a un discorso di centro-sinistra?

“Nel 2020, facendo un programma rispettoso di alcuni capisaldi irrinunciabili delle diverse forze politiche, compresa L’Altra Faenza, credo ci siano le condizioni per allargare la coalizione e costruire un percorso comune.”

Nel 2015 lei vinse per un soffio. Nel 2020 potrebbe essere ancora più difficile vincere e tenere Faenza. Teme più la Lega o i Cinque Stelle? E teme che anche a livello locale possa saldarsi un blocco Lega-Cinque Stelle che potrebbe diventare difficilmente battibile nelle urne?

“Questi sono scenari fortemente condizionabili dalle vicende nazionali. Ma se stiamo alle vicende locali, oggi Lega e M5S sono molto lontani fra loro, le loro distanze programmatiche sono abissali. Poi se il quadro nazionale va in una certa direzione, non si può dire.”

Ha già in testa un suo successore nell’ambito del centrosinistra? Ne state ragionando?

“È molto prematuro. Sui giornali cominciano a circolare dei nomi, ma sono puri esercizi di fantasia. Non ne abbiamo nemmeno cominciato a discutere. Anche perché oggi, più che ragionare su un nome e un cognome dobbiamo ragionare su dove vogliamo andare e con chi ci vogliamo andare. Ci vorranno ancora un po’ di mesi prima di passare a quella fase. Oggi dobbiamo pensare a lavorare per fare bene negli ultimi due anni di legislatura.”

Insomma, meglio lavorare che cercare ora il cavallo vincente per il Palio del 2020?

“Esatto.”

  

Intervista raccolta da Pier Giorgio Carloni 

 

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