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Alessandra Govoni: Lettera aperta ai militanti di Art. 1 MDP

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Alla fine abbiamo il governo, d’altra parte votare serve a eleggere la propria rappresentanza politica, perchè realizzi nel concreto gli ideali politici in cui si crede. Ecco, parto dalla fine perchè credo che mi venga più chiaro esprimere quello che penso. Il contratto sottoscritto da M5S e Lega non rispetta molti dei punti più caratterizzanti della campagna politica dei Cinque Stelle, e sento molti rappresentanti della sinistra accusare di incoerenza questa forza politica. 

 

Condivido, è vero, ma vorrei che la coerenza fosse la prerogativa della sinistra. Mi rivolgo a voi militanti, donne e uomini reali che ho conosciuto in questa campagna elettorale invernale, abbiamo passato abbastanza tempo insieme lavorando a testa bassa, discutendo di politica e di speranze per il futuro, e vi ho sentiti miei compagni, così come per le compagne e i compagni di Possibile.

Per la verità non ho smesso di considerare miei compagni anche i militanti di PaP (Potere al Popolo, ndr), nè ho espresso un solo pensiero negativo verso di loro, anche questa volta le dirigenze ci hanno costretto a correre separati. Già, le dirigenze nazionali. Sono organismi che dovrebbero esprimere il nostro pensiero comune, dovrebbero essere espressione del nostro libero voto democratico, eppure non è evento raro – diciamo così per eufemismo – che prendano decisioni sopra le nostre teste, talora in aperto contrasto con le decisioni da noi militanti di base.

Dico da noi militanti di base perchè nel momento in cui vi scrivo sono dimissionaria da segretaria provinciale di Sinistra Italiana. Per me fare la dirigente è sempre stato un’operazione di sintesi di quanto espresso nell’assemblea federale, non per mancanza di pensiero personale, ma perchè per me la democrazia è sempre un valore vero, anche nelle occasioni in cui sono stata in minoranza. Quando si vota il pensiero che esce è un pensiero forte, sano, frutto di confronto. Ebbene le mie dimissioni sono maturate nel periodo post elettorale perchè ritengo doveroso che, dopo una sconfitta elettorale, la dirigenza si presenti tutta dimissionaria.

Molti dubbi inoltre mi sono sorti dopo alcune prese di posizione individuali di dirigenti nazionali che volevano decidere i destini di LeU in autonomia da tutti i militanti. L’assemblea nazionale di LeU è stata una manifestazione dove non si è esercitato il diritto di voto, nè si sono declinati dei contenuti identitari della nostra erigenda casa comune. Sono stata tacciata di essere contro Leu. Non è vero. Non sono identitaria per storia personale, e per forma mentis, ritengo un valore il dibattito anche fra posizioni divergenti, tuttavia onestà vuole che dopo una discussione politica si venga a sintesi e che si voti la linea. Diversamente non si fa politica ma politicismo.

Penso che a molti di voi sarebbe piaciuto discutere di diritto del lavoro, di sanità pubblica, pubblica istruzione, ambiente, diritti civili, di alleanze politiche nazionali e europee. Tutto questo non c’è stato. Per questo mi rivolgo a voi, e a tutti gli altri militanti che chiedono chiarezza, un percorso comune è possibile ma solo facendo un’operazione politica, pretendendo di fare valere la nostra voce, perchè il rispetto vuole che a noi non si chieda solo di attaccare manifesti e dare via volantini.

Io voglio abolizione della Fornero, ripristino dell’articolo 18, abolizione della “buona scuola”, abolizione delle tasse universitarie, sanità pubblica di qualità, tutela per l’ambiente per la salute e per la green new deal, alleanza con i fronti antiliberisti del parlamento europeo, in particolare di Spagna, Irlanda , Portogallo e Grecia per lanciare una linea comune dei popoli contro la finanza snaturata imperante. Vi chiedo di alzare le vostre voci e pretendere un momento di confronto vero.

 

Alessandra Govoni

Segretaria (dimissionaria) di Sinistra Italiana 

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