Politica. Radicali Italiani e Socialisti in visita al carcere di Ravenna

Più informazioni su

Nella giornata in cui si celebra il 35° anniversario dell’arresto di Enzo Tortora, i Radicali Italiani hanno organizzato sull’intero territorio nazionale una serie di visite all’interno delle strutture carcerarie “per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di lottare, con le armi della determinazione e della non violenza, per una “giustizia giusta“, si legge nella nota che porta la firma di Davide Amadori e Cesare Sama (rappresentanti ravennati dei Radicali Italiani) e Lorenzo Corelli, storico esponente dei socialisti ravennati.

I tre nei giorni scorsi hanno visitato la Casa Circondariale di Ravenna, una delle 40 carceri ispezionate ad oggi in 14 regioni, accolti con gentilezza e volontà collaborativa dalla direttrice Carmela Di Lorenzo e dal personale delle Fiamme Azzurre. La delegazione ha preso atto con piacere degli importanti e costanti miglioramenti che sono stati ottenuti negli ultimi anni.

“Oggi la Casa Circondariale di Ravenna non è più quel “Non Luogo Infernale” dove sopravvivevano in condizioni vergognose per un paese civile – si legge nel comunicato inviato – 180 detenuti assieme alle guardie carcerarie. Oggi i detenuti sono 81 condannati in via definitiva a pene non superiori ai 5 anni oppure in attesa di giudizio. Più della metà della popolazione carceraria risulta essere tossicodipendente e proprio lo spaccio di droga assieme al furto e alla rapina risultano essere i reati più comuni. Anche se è difficile fare programmazioni a lungo termine in una Casa Circondariale dove continuo è il turn over dei detenuti, la dottoressa De Lorenzo ed il suo staff hanno cercato di organizzare molte attività all’interno della struttura – raccontano i tre esponenti – per permettere ai detenuti di avere una possibilità nella vita di tutti giorni dopo aver scontato la pena. Un approccio corretto per cercare di invertire il tragico dato che ricorda come in Italia la recidività nel commettere reati punibili con la carcerazione va ben oltre il 70% (il 70% di chi attualmente si trova in stato di detenzione, tornerà in carcere in un prossimo futuro)”.

Nel raccontare gli esiti e le impressioni della loro visita al Carcere di Ravenna, Amadori, Sama e Corelli, sottolineano il fondamentale appoggio delle istituzioni e del volontariato ravennati, grazie alle quali “oggi nella casa circondariale di Ravenna esiste una biblioteca molto utilizzata, una piccola palestra, un campo da calcetto, un laboratorio di mosaico, un laboratorio per la panificazione, una scuola per ottenere la licenza media e per imparare l‘italiano e le lingue straniere, la possibilità di partecipare a dei corsi certificati di formazione lavorativa. Grande importanza viene data alla cultura, al teatro, alla recitazione, all’arte. Non si può non ricordare a questo proposito l’iniziativa organizzata nell’ambito del settembre dantesco “Dante entra in Carcere“.

Un impegno lodevole che va nell’ottica di “utilizzare la pena carceraria come metodo per far calare i reati e dare la possibilità a chi ha sbagliato di camminare sulla giusta via. La dottoressa De Lorenzo auspica una collaborazione sempre più forte e continuativa anche con la società civile – conclude la nota – per far sì che il percorso formativo del detenuto possa continuare anche una volta scontata la pena. Per la delegazione che ha visitato la Casa Circondariale una piacevole sorpresa”.

Più informazioni su