A tu per tu con Nevio Ronconi, mister GiovinBacco, che domani taglia il nastro della XVI edizione

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Domani – venerdì 26 ottobre – si apre l’edizione 2018 di GiovinBacco – Sangiovese in Festa a Ravenna. La manifestazione rappresenta una punta di eccellenza dell’offerta enogastronomica di Ravenna che per tre giorni si trasforma in capitale del buon vino e del buon cibo di Romagna. L’anfitrione di questa grande kermesse è Nevio Ronconi, 62 anni, pubblicitario, organizzatore di eventi, Presidente di Tuttifrutti e responsabile di Federpubblicità nazionale. Non solo, per hobby ama cucinare ed è un appassionato gastronomo. Di lui si ricorda una presenza anche alla trasmissione di Davide Mengacci Ricette all’Italiana dove difendeva i colori di Ravenna. A GiovinBacco si potrebbe dire che Ronconi è “casa e bottega”.

L’INTERVISTA

L’evento GiovinBacco è ormai giunto alla 16^ edizione, un risultato importante. Qual è il segreto della longevità e del successo della manifestazione?

“Sicuramente aver azzeccato una formula che piace al pubblico: una festa conviviale che punta sulla qualità, che la gente ama frequentare per stare in compagnia, assaggiando buon vino e buon cibo. Ma credo che abbia funzionato molto anche la capacità di saper far rete con tutte le realtà del territorio, rendendo GiovinBacco un evento partecipato da tutti i principali protagonisti della città e oltre: dal Comune di Ravenna ai Comuni romagnoli alla Regione, fino alle cantine e alle associazioni del commercio, dell’artigianato, senza dimenticare il Lions Club Ravenna Bisanzio. Siamo riusciti a creare attorno alla festa un coinvolgimento, una passione e una collaborazione, che sicuramente sono una delle chiavi del successo di GiovinBacco.”

Parliamo infatti di una festa molto amata, che unisce e vede partecipare tutta la città, addirittura il Ravenna Festival.

“Sì, consenso e collaborazione per noi sono due fattori molto importanti. Durante GiovinBacco abbiamo 45 ristoranti che propongono il Piatto GiovinBacco, 54 cantine che portano il loro vino in degustazione, ma anche regalano tanto vino per fare azioni benefiche insieme ai Lions. Poi ci sono le enoteche, i fornai, le gelaterie, i wine bar che propongono aperitivi, torte e piatti al Sangiovese: questo significa che abbiamo creato un clima di vero coinvolgimento di tutta la città. Anche il Ravenna Festival, il più importante evento culturale della città, apprezzato a livello internazionale, partecipa alla festa gioiosa di GiovinBacco con le bande musicali, che tutte le sere, dalle 18.30 in avanti, suoneranno per le vie del centro storico arie bandistiche o che si ispirano alle opere proposte dalla Trilogia d’Autunno.”

Parlando di Trilogia d’Autunno, anche quest’anno proponete il carnet cultura: una proposta interessante per i turisti, ma anche per i ravennati, per il collegamento enogastronomia e cultura, che è un binomio sempre vincente.

“Senza dubbio. Il carnet cultura anche quest’anno proporrà sconti per assistere agli spettacoli della Trilogia (Nabucco, Otello, Rigoletto), per le proiezioni del Ravenna Nightmare Film Fest, per l’ingresso ai siti gestiti da RavennAntica come la Domus dei Tappeti di Pietra e la Cripta Rasponi, ma anche al MAR che in questi giorni propone la mostra ?War is over. Enogastronomia e cultura: secondo me è proprio un bel binomio.”

Stretta è anche la collaborazione con Madra e con gli agricoltori e gli artigiani del mercato di prodotti tipici del territorio, che sempre voi organizzate per conto delle associazioni agricole.

“Sì, in occasione di GiovinBacco il mercato di Madra raddoppia: le oltre 30 bancarelle degli agricoltori e degli artigiani ospitate sotto i portici di via Corrado Ricci e via Gordini resteranno allestite infatti sia il sabato che la domenica, dalle 10 alle 19. Ciò rimarca lo spirito di GiovinBacco, che unisce cantine da un lato e artigiani e agricoltori, non solo della vigna, dall’altro. La novità quest’anno riguarda proprio gli artigiani, ai quali abbiamo dedicato una piazza, Piazza Unità d’Italia: qui, gli associati CNA proporranno quattro chioschi di piadina e due di pasta fresca ripiena, oltre ad un gazebo con le birre artigianali. Sarà la piazza dello street food più classico della Romagna, la piadina appunto, che incontra il cappelletto e le paste asciutte ripiene, un must della nostra tradizione locale.”

 

L’inaugurazione dell’edizione 2017

 

Entriamo ora nelle due piazze principali della festa, il piatto forte della manifestazione: Piazza del Popolo con i vini di Romagna e Piazza Kennedy con i vini italiani di Slow Wine. La formula resta sempre la stessa?

“Sì, è una formula collaudata e apprezzata. Il pubblico avrà a disposizione un carnet da 4, 6 o 10 degustazioni per il vino: per intendersi, verrà servito un bicchiere per degustare, quindi meno pieno di quello che di solito viene servito al ristorante, per permettere di assaggiare molti vini in tutta tranquillità. Basterà un tagliando a degustazione per tutti i vini, due tagliandi solo per i passiti e i Riserva. Chi si trova in Piazza del Popolo, potrà cominciare la degustazione del vino da lì, dai vini di Romagna, con il Sangiovese in testa, usufruendo del piatto stuzzichino di GiovinBacco, che costerà 3 euro. In degustazione qui ci saranno i vini di 54 cantine del territorio più quelle della Strada della Romagna e del Movimento Turismo del Vino. Probabilmente ci sono più di 200 etichette di vini per l’assaggio.”

A suo parere, quanto ha contribuito GiovinBacco a migliorare la reputazione del Sangiovese e a portare più Sangiovese sulle tavole dei nostri ristoranti?

“Quando partì l’esperienza di GiovinBacco, nei ristoranti di Ravenna e della Romagna molto spesso il Sangiovese non appariva nemmeno nella carta dei vini. Andavano di moda altri vini provenienti da tutta Italia. Il che non è un male: è bello che le carte siano ricche, con vini italiani e anche dal mondo. Ma sicuramente occorre proporre i vini del territorio e questo spesso in passato non avveniva o era molto raro. Oggi non esiste un ristorante che non abbia in carta più Sangiovesi o l’Albana o altri vini tipici del territorio. Questo è molto importante. Il problema ora è esportare i nostri vini nel resto d’Italia, dove non sono ancora conosciuti. Per questo, assieme a Slow Food, cerchiamo di collegare GiovinBacco alle Osterie d’Italia presenti nella guida di Slow Food: nella settimana di GiovinBacco 45 osterie italiane propongono un vino Sangiovese proveniente da una delle cantine partecipanti al nostro evento. Siamo ambasciatori del Sangiovese ed è un gran bel risultato per la promozione del prodotto e della Romagna.”

Veniamo a Piazza Kennedy con i vini Slow Wine e con la gastronomia di qualità. Entriamo nel suo terreno, perché lei è un esperto gastronomo, oltre che un ottimo cuoco, come ormai tutti sanno.

“Mi piace cucinare, non direi esperto gastronomo, si tratta di un hobby (ride, ndr).”

Non faccia il modesto: si è cimentato anche in pubblico, ha molti seguaci su Instagram per i suoi piatti e molti la conoscono come ottimo cuoco oltre che come organizzatore di eventi enogastronomici. Quanto c’è di passione e quanto di professionalità, nella ricerca della proposta giusta da dare anche al grande pubblico?

“La mia professione principale, quella di pubblicitario e comunicatore, è fondamentale perché questo è quello che ci consente di comunicare bene quello che facciamo. Il mio lavoro di account mi porta ad essere un coordinatore, che crea connessioni tra il cliente e l’agenzia, e questo mi ha sicuramente aiutato nella parte organizzativa degli eventi. L’essere poi, nel tempo libero, un grande appassionato di cucina, mi ha aiutato a stringere relazioni anche con grandi cuochi e chef stellati, senza timori reverenziali.”

È vero che Uliassi ha messo mi piace ad alcuni suoi piatti pubblicati su Instagram?

“È capitato una volta o due. Però mi ha fatto molto piacere.”

Lei viaggia molto e frequenta ristoranti in tutta Italia: conosce il buon cibo, ama cucinarlo e gustarlo, per questo sa scegliere per il pubblico cose di qualità?

“Io sono un appassionato di cucina, ma non vado così spesso al ristorante, è più il tempo che passo a casa mia a cucinare. Diciamo che una o due visite all’anno ad un ristorante stellato probabilmente le faccio, di più non potrei. Penso sia qualcosa di bello da concedersi, come una bella prima fila a teatro. Quello che a me piace, comunque, è la buona cucina, che si può trovare in un’ottima osteria, con prodotti selezionati e di qualità, dove spendi 20-30 euro, o in un ristorante stellato. La differenza sta nel tipo di cucina che viene proposta ma la qualità e la bontà non cambiano.”

La qualità si può trovare anche nello street food, allora. Non è solo cibo da “battaglia” o “da baracca” come spesso si dice.

“Certo. Noi lo chiamiamo più volentieri cibo di strada, all’italiana, perché con l’idea di street food si può intendere che tutto va bene, purché si mangi per strada. Non è ovviamente così. Il nostro approccio al cibo di strada tra l’altro è molto mitigato, perché collochiamo comunque tavolini, sedie, ecc… Ma soprattutto GiovinBacco e la sua proposta di cibo e vino sono legati alla qualità e ad un progetto di promozione del territorio, Ravenna e la Romagna, aperto al mondo e che si presenta dicendo: venite da noi perché qui trovate eccellenze importanti e uniche. Tanti territori italiani e stranieri hanno peculiarità d’eccellenza, a me non piace dire che siamo i migliori in assoluto: ci sono cose buone in tutto il mondo, noi mettiamo in evidenza le nostre, che sono ottime e, a volte, addirittura poco conosciute.”

La vostra collaborazione con Slow Food è strettissima fin dall’inizio e quest’anno, grazie a Slow Food, c’è la novità di Formaggi a Palazzo. Palazzo Rasponi dalle Teste nel suo piano nobile ospiterà produttori di formaggi regionali, italiani e anche internazionali. Una proposta che ha fatto capolino l’anno scorso ma che quest’anno si rafforza e si radica.

“I formaggi e i mercatini sono sempre stati presenti a GiovinBacco, ma quest’anno, su proposta di Slow Food, li proponiamo proprio come evento a sé, collegato a GiovinBacco per amplificarne gli effetti e usufruire della sua scia. Si tratta di un evento che, se decollerà come speriamo, potrebbe diventare una sorta di “biennale del formaggio”, allestita a Ravenna negli anni in cui non si tiene la manifestazione Cheese a Bra, di Slow Food, che è l’evento di riferimento per il settore caseario.”

GiovinBacco è un evento fortemente sostenuto dagli enti pubblici, oltre che da una rete di collaborazioni con soggetti privati, non è vero?

“Sì, è così, anche perché il rischio d’impresa è molto elevato nell’organizzazione di questo tipo di eventi, per il rischio maltempo e molti altri fattori. Non si potrebbero realizzare senza il sostegno pubblico. Quello che però mi sento di dire è che gli eventi pubblici hanno una marginalità di guadagno molto inferiore rispetto alle altre attività che svolgiamo come agenzia. Per noi è lavoro, ma non ci fa certo diventare ricchi. Il motivo invece per cui un ente pubblico può avere interesse a sostenere queste iniziative è il ritorno che c’è per il territorio. Il fatto che a Ravenna arrivi tanta gente, che magari soggiorna in città e mangia nei ristoranti, trasformando Ravenna per qualche giorno nella “capitale della Romagna” dell’enogastronomia, è un fatto di grande rilevanza. Tra l’altro il “food” è il primo fattore di attrattività in campo turistico, l’elemento più ricercato dai turisti. Noi con GiovinBacco possiamo dire di essere già impegnati su questo fronte, anticipando addirittura gli obiettivi di Destinazione Romagna. Mi sento di dire che con GiovinBacco siamo di fronte all’iniziativa di un’impresa che svolge anche una funzione di “servizio pubblico”, perché quando ci sono i ristoranti del centro pieni, che fanno anche il doppio turno, stiamo parlando di qualcosa che lascia segni, anche economici, molto importanti sul territorio.”

E per chiudere in bellezza, ci sarà anche quest’anno la cena finale, lunedì 29 ottobre. Ce ne parla?

“GiovinBacco chiuderà formalmente con l’ultimo evento di lunedì 29 ottobre, con la cena alla Ca’ del Pino. Si tratta di una proposta gastronomica di grandissimo livello organizzata da Slow Food, che è riuscito a mettere in contatto due grandi chef come Maria Grazia Soncini della Capanna di Eraclio, una stella Michelin, e Marco Cavallucci, lo chef di Casa Spadoni, che è già stato stellato con 2 stelle Michelin. Il filo conduttore sarà quello dei prodotti di caccia e valle, quindi pescato e selvaggina, un binomio molto gustoso. Durante la serata, presenteremo un libro di Pier Ottavio Daniele, coordinatore delle guide delle Osterie d’Italia di Slow Food per il Piemonte. Verrà poi consegnato il pidocchio o cozza d’oro, un riconoscimento pensato per una personalità che è stata capace in questi anni di tenere alto il nome della gastronomia romagnola.”

Chi premierete quest’anno?

“Lo si saprà solo quella sera. Deve essere una sorpresa, poi a tempo debito lo comunicheremo.”

 

A cura di Claudia Folli

 

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