Donne e lavoro. In provincia di Ravenna sono 7.295 le imprese femminili attive

Il comune di Cervia registra il tasso più alto, pari al 23,4%

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In occasione dell’8 marzo, la Camera di commercio diffonde i dati sull’Imprenditoria Femminile, tratti dall’Osservatorio del sistema camerale, grazie al quale è possibile estrarre informazioni puntualmente aggiornate sulle “Imprese Femminili”, cioè imprese la cui partecipazione di genere, per il controllo e la proprietà, è superiore al 50%.

Quali sono le principali caratteristiche del sistema imprenditoriale guidato da donne?
In provincia di Ravenna al 31.12.2018 sono state contabilizzate 7.295 imprese femminili attive. Il tasso di femminilizzazione, cioè l’incidenza percentuale sul totale di imprese attive, è risultato pari al 20,9%; lo stesso indicatore in regione e in ambito nazionale risulta un po’ più elevato, rispettivamente 21,1% e 22,6%. Nel contesto europeo e precisamente nell’UE a 28 Paesi, arriva al 31%, un dato, seppure medio, ma comunque superiore al tasso di femminilizzazione delle imprese iscritte al Registro Imprese nazionale.

“Si conferma importante la presenza imprenditoriale femminile nella nostra realtà provinciale, – evidenzia Natalino Gigante, presidente della Camera di commercio di Ravenna – dimostrazione di una capacità nel fare impresa che in questi anni di grandi trasformazioni e innovazione è stata all’altezza della sfida”.
Entrando nel dettaglio comunale della nostra provincia, si evidenzia il più alto tasso per il comune di Cervia (23,4%), subito seguito da Ravenna (22,7%), ed il più basso per Cotignola (15,6%).

Per quanto riguarda la distribuzione per settore di attività, le 7.295 imprese femminili sono state rilevate per il 27,1% nel Commercio e per il 15% nell’Agricoltura; seguono le “Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione” e le “Altre attività di servizi”, rispettivamente con il 13,4% ed il 13,3%. L’analisi per natura giuridica mostra che le ditte individuali continuano ad essere la stra-grande maggioranza delle imprese femminili ravennati (68,9%); il 16% sono invece società di persone ed il 13,6% società di capitali. Molto più contenuta la scelta di strutturarsi in forma di cooperativa o di consorzio.

In provincia di Ravenna, il comparto a maggior presenza femminile, ovvero in cui le “imprese rosa” sono percentualmente più numerose rispetto al totale attive (femminili e non), risulta quello delle “Altre attività di servizi”, comprendente attività quali lavanderie, estetiste, parrucchiere ecc., ove ben oltre la metà delle imprese del settore (58,7%) è femminile; seguono “Sanità e assistenza sociale” (41,3%), le “Attività dei servizi turistici” (34,6%), “Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese” (30,6%) ed il settore del “Commercio” (25,9%).

Approfondendo l’analisi, si evidenzia che il 26,2% (1.912 in valore assoluto) delle imprese femminili operative sono artigiane; anche in questo caso, si tratta prevalentemente di imprese individuali ed il settore economico più numeroso è quello delle “Altre attività di servizio”, seguito, più a distanza, dalle “Attività manifatturiere” e dalle attività connesse al turismo (Alloggio e ristorazione).
Il 9,5% delle imprese femminili ravennati, sono anche giovanili, cioè imprese la cui percentuale di partecipazione di giovani under 35 anni è superiore al 50%.
Sono 845 invece le imprese femminili che si possono definire straniere, cioè con titolare straniera o a maggioranza dei soci/amministratori stranieri, e rappresentano l’11,6% del totale delle imprese femminili del nostro territorio.

Inoltre, l’impresa femminile è valutabile anche in base al grado di presenza femminile, cioè secondo la maggiore o minore capacità di controllo esercitato da donne (quote possedute); sono classificati tre gradi di presenza crescenti: “maggioritaria”, “forte” ed “esclusiva”. Analizzando quindi le modalità in cui le donne organizzano la loro presenza nelle imprese, i dati segnalano che le imprenditrici della provincia di Ravenna, oltre a strutturarsi in prevalenza come impresa individuale, preferiscono anche essere leader indiscusse della propria azienda: infatti, l’84,2% è a presenza “esclusiva”, il 12,9% “forte” e il 2,9% “maggioritaria”.
Per quanto riguarda l’analisi temporale, la variazione percentuale delle imprese femminili attive al 31 dicembre 2018, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, mostra una piccola flessione pari a -0,9%, un po’ più accentuata rispetto a quella evidenziata per il totale delle imprese attive della nostra provincia (femminili e non, pari a -0,6%); segno meno anche per la variazione percentuale media regionale, ma più contenuta (-0,1%), mentre è in aumento, seppure in maniera modesta, quella media nazionale (+0,2%). 
La lieve flessione delle imprese femminili ravennati deriva dalla composizione di tendenze ampiamente divergenti. Da un lato, quella positiva dell’insieme degli altri servizi e dell’edilizia, dall’altro, quella negativa derivante dalla riduzione della base imprenditoriale femminile in particolare nel commercio, nell’agricoltura e nell’industria, oltre che per i trasporti, credito e servizi di informazione e comunicazione. Inoltre, continua la ricomposizione tra il calo delle società di persone e delle ditte individuali e all’opposto, la crescita delle società di capitale, fenomeno ricorrente anche per la totalità del sistema imprenditoriale locale.

Infine, tra gennaio e dicembre del 2018, al Registro Imprese di Ravenna si sono iscritte 535 imprese femminili, ma 593 hanno cessato l’attività, evidenziando così un saldo negativo pari a -58 unità (al netto delle cosiddette cancellazioni di ufficio, cioè quelle di tipo puramente amministrativo), saldo negativo che è risultato più accentuato rispetto a quello riscontrato l’anno precedente: per il 2017 il saldo netto era stato infatti pari a solo -6 unità.

 

Anche Confesercenti Emilia Romagna si esprime sull’argomento:  “Il ruolo delle donne nell’economia della nostra regione e del nostro Paese è sempre più rilevante. Non è un caso che al vertice di Confesercenti sia stata scelta una donna, Patrizia De Luise, anch’essa imprenditrice. Secondo l’Ufficio studi di Confesercenti E.R., su dati Unioncamere E.R., nella nostra regione a fine 2018, le imprese al femminile del commercio e turismo, sono complessivamente poco più di 31.000, con un’incidenza del 26,4% sul totale delle imprese. La presenza delle imprese femminili sale al 31,8% nella ristorazione (8.094 imprese), al 32,6% nel ricettivo (1.508 imprese) e al 37,4% nel commercio al dettaglio (16.755 imprese). E’ perciò evidente come il ruolo femminile sia sempre più determinante nell’economia generale, tanto che da tempo Confesercenti dedica loro un sito ( www.impresadonna.it ) nel quale è possibile trovare tutte le informazioni utili per avviare un’attività, e alcuni servizi dedicati al mondo dell’imprenditoria femminile. Per la responsabile regionale dell’imprenditoria femminile Francesca Chittolini, imprenditrice di Parma, ‘i dati delle imprese femminili nella nostra regione confermano quanto sia importante la loro attività, per l’intera economica del nostro territorio. Le donne hanno capacità di reinventarsi e molta determinazione; è perciò importante che siamo implementati tutti i servizi che supportino l’apertura di attività in rosa’.”

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