Legacoop Romagna a congresso. Mario Mazzotti: nel futuro tanta innovazione e la Provincia di Romagna

"Nel 2017 abbiamo registrato risultati positivi - dice Mazzotti - con un valore della produzione pari a oltre 6,5 miliardi di euro accresciuto del 6,2% rispetto al 2016. È cresciuto anche il numero degli occupati del 2,7% per un totale di 23.561 addetti"

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Legacoop Romagna celebra oggi 15 marzo il secondo Congresso a Cesena Fiera. L’assise vede la partecipazione dei delegati delle oltre 400 cooperative associate di tutta la Romagna; oltre al rinnovo dei vertici dell’associazione, l’evento è un passo fondamentale verso il 40° Congresso nazionale di Legacoop, che si terrà il 16, 17 e 18 aprile a Roma. Dei temi al centro del dibattito di oggi abbiamo parlato con Mario Mazzotti, Direttore di Legacoop Romagna e relatore al congresso.

 

Legacoop Romagna porta al congresso i dati economici relativi al 2017, mentre quelli del 2018 sono attualmente in fase di completamento e saranno formalizzati nelle prossime settimane con le assemblee di bilancio delle varie cooperative, 406 per l’esattezza in ambito romagnolo fra Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, per un capitale sociale che complessivamente ammonta a quasi un miliardo di euro.

“Nel 2017 abbiamo registrato risultati positivi – dice Mazzotti – con un valore della produzione pari a oltre 6,5 miliardi di euro accresciuto del 6,2% rispetto al 2016. È cresciuto anche il numero degli occupati del 2,7% per un totale di 23.561 addetti. Importante anche il leggero incremento delle posizioni associative, nel 2017 a quota 84.182. Infine, il complesso delle cooperative del movimento ha un patrimonio netto pari a oltre 3,2 miliardi con un incremento del 5,1%; l’incremento è quasi identico per le riserve indivisibili.”

“Nel 2017 è andato bene il settore agroalimentare, abbiamo avuto una buona ripresa di tutto il settore industriale, delle coop di produzione e lavoro e dei servizi, una tenuta delle cooperative sociali, anche se con un calo della marginalità. E questo è un dato abbastanza generalizzato. – continua Mazzotti – In definitiva possiamo dire che abbiamo superato la crisi meglio di altri, ma per via della nostra struttura siamo anche più lenti di altri, perchè le nostre sono imprese ad alta intensità di lavoro. Da questo punto di vista abbiamo recuperato i livelli di occupazione pre-crisi e siamo andati oltre quei livelli. Per il 2018 ci attendiamo risultati in linea con il 2017, magari con alcune differenze settoriali.”

 

E qui non si può non parlare della situazione di crisi della CMC, la più grande cooperativa di costruzioni d’Europa e player di dimensione mondiale, oggi in grave sofferenza finanziaria e in situazione di concordato preventivo.

“La crisi del settore delle costruzioni e dell’indotto – afferma Mazzotti – in parte era già stata scontata e metabolizzata dal nostro sistema. Nel 2018 è arrivata questa grave situazione di difficoltà della CMC, che in questo settore cambia le cose. Come Legacoop Romagna siamo vicini ai soci e ai lavoratori della CMC e siamo fiduciosi del fatto che il piano di risanamento che sarà presentato all’assemblea del 30 marzo e poi passerà all’esame del Tribunale e dei creditori sia un piano valido, che possa essere quindi approvato e diventare operativo. Penso che CMC stia mettendo a punto un piano in grado di garantire la continuità operativa della cooperativa, perchè la storia, l’esperienza e il knowhow di questa grande impresa non possono essere dispersi. Siamo anche impegnati in uno sforzo di solidarietà per la restituzione del prestito sociale: stiamo completando la restituzione di una prima tranche del 40% e siamo impegnati a proseguire in questo sforzo.”

 

Mario Mazzotti è poi passato a parlare delle sfide per il futuro. “Per prima cosa come Legacoop Romagna dobbiamo fare in modo che le nostre cooperative non perdano l’appuntamento con l’innovazione e la digitalizzazione. – sostiene Mazzotti – Dobbiamo conciliare questa spinta innovativa con la nostra natura di aziende democratiche, che fanno della partecipazione dei soci l’elemento fondante del loro essere impresa. L’innovazione deve essere un sistema aperto tale da non consentire di sostituire in toto il lavoro con la macchina: noi siamo per salvaguardare la qualità sociale del lavoro che non può essere completamente sacrificata alla logica del profitto.”

Insomma un’innovazione tecnologica che va governata e non può diventare penalizzante per il lavoro umano. “Sì. Vogliamo garantire l’accesso all’innovazione e alle nuove tecnologie a tutte le cooperative, anche le piccole cooperative. Per fare questo occorre anche costituire reti di imprese e realizzare processi di fusione. Cioè noi dobbiamo recuperare e valorizzare appieno la nostra dimensione partecipativa e allo stesso tempo dobbiamo riorganizzarci per poter essere pronti alle sfide che ci attendono, prima fra tutte la sfida dell’innovazione tecnologica e digitale. Dobbiamo auto-organizzarci meglio per costruire il nostro futuro.”

 

“In secondo luogo – continua il Direttore di Legacoop Romagna – puntiamo a un rilancio dei corpi sociali intermedi, perchè crediamo nella rappresentanza degli interessi e nella loro organizzazione democratica: tutto questo non è superato. Quindi l’obiettivo è di continuare sulla strada della costituzione di un’unica grande organizzazione dei cooperatori. È un lavoro difficile ma vogliamo andare avanti, superando le eventuali resistenze.”

Il terzo livello di impegno è quello della politica, delle istituzioni e dell’Area Vasta Romagna. “Dobbiamo puntare a un territorio che favorisca lo sviluppo, il lavoro, le opportunità di crescita, quindi un territorio riorganizzato per questo scopo. Abbiamo sotto gli occhi le conseguenze negative del depotenziamento delle Province: sono state ridimensionate senza avere creato un’alternativa. La nostra idea è che le Province vadano ricostituite su base più ampia, come nel caso della Romagna,  che vadano rilegittimate con il voto popolare e che diventino enti di programmazione dotate di risorse per operare. E tutte le struttute periferiche dello Stato dovrebbero essere riorganizzate allineandosi a questa dimensione.”

 

Il nostro territorio ha bisogno di grandi interventi di manutenzione del patrimonio e dell’ambiente, e ha bisogno di nuove infrastrutture. – conclude Mazzotti – I nodi prioritari della Romagna sono il Corridoio Adriatico come asse nord-sud attraverso il miglioramento della E45 e il suo completamento verso nord. L’altra grande priorità è quella del Porto di Ravenna: speriamo che al più presto sia pubblicato il bando per il Progetto di Hub Portuale. Poi abbiamo un problema con la rete dei collegamenti fra le città romagnole, come anche la vicenda della Ravegnana ha messo in evidenza. Dobbiamo costituire un fondo regionale per investire nella manutenzione delle strade e delle infrastrutture esistenti, la stessa cosa va fatta per investire sul riassetto idrogeologico del territorio. Infine, abbiamo tutto il tema del welfare e della sanità. Va bene l’ASL Romagna ma chiediamo che sappia valorizzare meglio i territori e si strutturi a livello ospedaliero in maniera non gerarchica, bensì con un sistema ospedaliero a rete e di qualità.”

A cura di P. G. C.

 

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