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Alvaro Ancisi: Non è tutto blu quello che il Sindaco sventola

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Caro direttore, ci sta che “sui suoi profili social” il sindaco in carica mostri asini volanti. Ma che Ravennanotizie abbia preso da lì la sua orazione sulla bandiera blu data alle spiagge ravennati e pubblicato la foto in cui la sventola dal balcone di piazza del Popolo dal Palazzo, con tutti gli assessori rischiosamente accalcati, è solo una provocazione. Non può esserLe infatti sfuggito come Salvini, avendo appena fatto qualcosa del genere a Forlì, sia stato vituperato dal partito del sindaco stesso come epigono di Mussolini quando comiziava dal balcone di Piazza Venezia. 

Credo che la bandiera blu sia una bella cosa per tutte le 385 spiagge italiane premiate, non importa se con alto numero. Ravennanotizie è testimone che non ho mai detto né scritto niente di diverso. Indotto da Lei in tentazione, non posso però resistere a metterci qualche puntino.

La FEE, fondazione danese, rilascia le bandiere blu solo a città che lo chiedono, sottoponendosi alle sue richieste. Queste ultime non sono tutte trasparenti, come l’estate scorsa si è potuto leggere così: http://www.ravennanotizie.it/articoli/2018/06/21/ambiente.-codacons-presenta-esposto-sulle-7-bandiere-blu-assegnate-allemilia-romagna.html. Se Legambiente, che ha sangue rosso doc, avendo collaborato con la FEE per tre anni, fino al 1996, per l’assegnazione delle bandiere blu, se n’è poi distaccata, dando vita, insieme al Touring Club italiano, alla Guida Blu, è stato perché, detto dal suo responsabile nazionale per il Turismo: “I criteri di assegnazione delle bandiere blu non rendono giustizia della qualità ambientale di un territorio.

È come se entrassimo in un ristorante e valutassimo solo la qualità del servizio, le tovaglie e le posate, ma senza valutare la qualità del cibo”. Tanto è vero che nell’ultima Guida Blu (veramente blu) c’è mezz’Italia, ma non l’Emilia-Romagna: https://www.touringclub.it/news/qual-e-il-mare-piu-bello-e-piu-pulito-ditalia

Non volendo infierire, rimando alla conoscenza dei criteri attraverso cui viene dato molto largamente e quasi mai revocato (dall’anno scorso solo quattro l’hanno perduto o forse non più richiesto) l’attestato della bandiera blu:http://blog.toprural.it/come-vengono-assegnate-le-bandiere-blu-d-europa/; https://www.linkiesta.it/it/article/2016/05/17/la-grande-bufala-delle-bandiere-blu/30393/.

Entrando nel merito dei 32 indicatori da cui viene estratta la lista delle spiagge bandiera blu, molti dubbi potrebbero essere sollevati sulla loro concreta applicazione al merito delle situazioni. Ognuno li può ricavare da sé. Aggiungo solo che la FEE, non possedendo laboratori o strumenti per effettuare analisi sulla qualità delle acque, accetta dall’Italia quelle che le vengono date dalle ARPA regionali. L’altra documentazione richiesta alle amministrazioni locali è basata sulle autocertificazioni.

È stato allora detto alla FEE, per esempio, che l’estate scorsa ARPAE dell’Emilia-Romagna ha richiesto e il sindaco ha imposto tre divieti di balneazione in tempi diversi, due a Marina Romea e uno a Lido di Classe? Di più. FEE distribuisce bandiere blu non solo alle spiagge, ma anche agli approdi turistici. Ravenna ne ha dei potenzialmente favolosi, dai costi multimilionari, che si chiamano Marinara, Porto Reno e Porto Crociere, situati rispettivamente a Marina di Ravenna, Casal Borsetti e Porto Corsini. Se è vero, come il sindaco recita nel titolo che questo giornale gli ha dato, che la bandiera blu: “Valorizza la gestione del territorio”, cosa dobbiamo allora dedurre dal fatto che nessuno dei tre figura tra i 72 (!) premiati? E a proposito della capacità di “valorizzazione” dei beni ambientali, cosa vuol dire che nel 2018 i lidi ravennati hanno perso l’1,9% delle presenze turistiche, quando in Italia c’è stato un boom?

 

Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in Consiglio comunale

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