Elezioni. Morrone (Lega): l’appuntamento con la vittoria nei Comuni del ravennate è solo rimandato

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L’on. Jacopo Morrone, Sottosegretario alla Giustizia e leader della Lega Romagna, si dice soddisfatto del risultato di domenica 26 maggio in provincia di Ravenna. E come dargli torto? La Lega ha preso il 32,5% e ha quasi raggiunto il Pd che si attesta al 34%. In 9 comuni su 18 arriva addirittura davanti agli storici rivali. Eppure c’è qualcosa che non torna. Dopo il voto delle europee – e anche prima, a dire la verità – i dirigenti della Lega erano convinti di poter conquistare qualche piazza importante del ravennate e di portare via qualche “rocca” al dominio della sinistra. 

Così non è stato. O meglio, è accaduto solo in un caso, a Brisighella. Troppo poco per gli appetiti della Lega e quel 12 a 1 per il centrosinistra brucia. Ma Morrone dice serafico: ci stiamo preparando e l’appuntamento con la vittoria è solo rimandato.

 

L’INTERVISTA

On. Jacopo Morrone, in Romagna la Lega è andata bene, nell’area di Forlì, Cesena, Rimini benissimo. A Ravenna però, malgrado l’avanzata alle europee, non siete riusciti a sfondare alle comunali.

“Sicuramente nella bassa ravennate, nei tanti comuni che andavano al voto, è inutile negarlo, il Partito Democratico ha una storia decennale e una struttura molto ben organizzata. Malgrado questo, in tante realtà li abbiamo messi molto in difficoltà e il Pd è stato costretto con i suoi candidati a fare tante promesse che sicuramente non riuscirà a mantenere. Noi siamo il primo partito in Emilia-Romagna e la forza che ha trainato la coalizione alternativa alla sinistra. Ci siamo strutturati in maniera forte in tanti comuni dove fino a ieri non avevamo nemmeno mezzo consigliere comunale: adesso magari ne abbiamo 4/5, anche nei comuni più piccoli. Quindi per noi il risultato non può essere che positivo.”

Non avete vinto nei comuni ravennati, ma tallonate il Pd da vicino e questo vi soddisfa.

“Certo, quando si corre si corre per vincere, però occorre valutare anche il punto di partenza. Il Pd e i suoi alleati partivano da un’organizzazione e da una presenza sul territorio forte da decenni. Noi partiamo qui da un radicamento molto più recente e, malgrado questo, in molte realtà abbiamo insidiato la sinistra. Ora abbiamo costruito una presenza, delle squadre, abbiamo dei consiglieri dove prima non c’era quasi nulla. Il Pd pur di vincere, non solo ha fatto promesse che non potrà mantenere, ma ha anche fatto alleanze con forze difficili da tenere insieme. Sono convinto che faranno fatica a governare e in alcuni comuni le Giunte appena elette rischieranno di saltare prima del tempo.”

Il segretario del Pd Barattoni ha detto ieri che la Lega promette sempre di vincere ma qui non vince mai, fa come per le trivelle: promette soluzioni che non arrivano mai.

“Le trivelle sono un’altra cosa. È un problema che riguarda il governo nazionale e confermo che c’è la nostra attenzione massima a ciò che chiede l’impresa, a ciò che riguarda lo sviluppo economico dei territori. C’è un contratto di governo e ci sono delle dinamiche in cui noi cercheremo di far valere la nostra forza e i nostri numeri, che sono cambiati nel corso del tempo dal 4 marzo al voto europeo di domenica. Noi abbiamo già vinto e andremo a vincere in tanti comuni. Intanto a Ravenna abbiamo già vinto a Brisighella, primo comune strappato alla sinistra. Si inizia da una falla.”

Per abbattere la diga.

“Sì. Brisighella per noi è la falla importantissima che ci consentirà poi di far crollare tutto il sistema, bisogna solo aspettare un po’ di tempo. Abbiamo davanti a noi 5 anni di lavoro, abbiamo tempo, non abbiamo fretta. Magari già il prossimo anno potranno esserci delle novità a Faenza, un comune dove possiamo vincere e io sarò in campo per raggiungere questo obiettivo, sarò a breve lì a riunire i nostri militanti per mettere a punto la strategia giusta per il prossimo anno. Fossi nel Pd non sarei per niente tranquillo. Noi siamo organizzati, strutturati e non ci fermiamo.”

In parte l’ha già detto, ma glielo chiedo più esplicitamente: esiste un problema di gruppi dirigenti locali credibili della Lega nei comuni del ravennate?

“C’è una classe dirigente nuova che si è formata, che si sta formando e sta crescendo. Tanti di questi avranno cinque anni di tempo per crescere ancora, per farsi valere, farsi conoscere e per contendere la vittoria alla sinistra alla prossima occasione, forse anche prima dei cinque anni. Noi siamo agguerriti anche se sono tutti uniti contro la Lega, con situazioni intollerabili come le scritte di Lugo.”

Quelle però non sono imputabili al centrosinistra, sono imputabili a estremisti di estrema sinistra.

“Certo, certo, non voglio essere frainteso. Però vedo che c’è un sistematico attacco e un clima contro la Lega – personalmente ho dovuto rimpiazzare vetrine spaccate o togliere cartelli imbrattanti – e in certi casi mi aspettavo una condanna più netta e più forte da parte dei Sindaci locali e di tutto il sistema democratico. Comunque, a livello amministrativo ci stiamo preparando. E presto saremo pronti anche nel ravennate.”

A Lugo Davide Ranalli ha vinto al primo turno mentre 5 anni fa fu costretto al ballottaggio. Siete rimasti delusi? Dopo le europee vi aspettavate un risultato diverso? E così in altri comuni?

“Io sono sempre stato con i piedi per terra. Il voto europeo è un discorso, il voto nazionale un altro, quello regionale un altro ancora e il voto amministrativo poi è un altro pianeta.”

Adesso vi preparate a dare l’assalto alla Regione?

“Quello sicuramente. I nostri obiettivi sono la Regione e le amministrative del prossimo anno, con Faenza al primo posto, che seguirò personalmente per portare a casa il risultato.”

E poi ora, subito, avete i ballottaggi in Romagna?

“Fino al 9 giugno siamo concentrati sui ballottaggi di Forlì, Cesena, Savignano sul Rubicone. Sono tre ballottaggi importanti che possono anche cambiare il quadro non solo romagnolo ma anche regionale.”

Insomma, l’appuntamento con la vittoria nel ravennate è solo rimandato?

“Sì è solo rimandato.”

 

A cura di P. G. C.

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