Faenza: Articolo Uno raccoglie l’invito del M5S e vuole un nuovo centrosinistra. Luca Ortolani: PD batti un colpo!

Il Partito Democratico dia segnali di vita. È, in sostanza, l’invito che Articolo Uno rivolge ai compagni di viaggio e soci, con i civici di “Insieme per cambiare” e di “La tua Faenza”, nella maggioranza che governerà la città di Faenza fino al prossimo maggio, quando, presumibilmente nell’ultima domenica, si terranno le elezioni dirette del sindaco e del Consiglio comunale. A farsi portavoce dell’esortazione a non latitare è Luca Ortolani, segretario provinciale di Ravenna della formazione politica scaturita dalla scissione dell’ala sinistra del PD nel febbraio 2017 e che annovera nelle sue file il ministro Roberto Speranza, oltre a Pier Luigi Bersani e a Vasco Errani.

Il 40enne Ortolani è consigliere comunale a Faenza, la sua città, assieme alla capogruppo Ilaria Visani e a Federica Degli Esposti, tutti e tre eletti il 31 maggio 2015 nella lista del PD, che dopo la scissione è passato da 12 a 9 consiglieri. Tuttavia, la frattura a Faenza non ha prodotto scossoni nell’Amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Malpezzi (Pd), con Articolo Uno che continua a garantire il suo appoggio e il lavoro dell’assessore Antonio Bandini.

Cos’è oggi a Faenza Articolo Uno, che a livello nazionale è stato all’opposizione dalla sua fondazione fino alla recente nascita del governo “Conte 2”?

“A Faenza non ci siamo mai sognati di fare opposizione; siamo ‘minoranza nella maggioranza’. Nel 2017 non siamo usciti dall’Amministrazione faentina per motivi locali, invece a livello nazionale il PD dimostrava di non tollerare al suo interno una forza che potesse esprimere un contraddittorio sui temi dei diritti dei lavoratori, sulla legge elettorale e sull’ambiente. Oggi siamo dentro un’area di centrosinistra, non siamo in alcun ambito in contrapposizione al PD, rappresentiamo un punto di vista diverso per interpretare in un altro modo il disagio sociale, che la crisi ha portato, e darvi soluzione: quanto il PD negli ultimi anni non riusciva a fare”.

L’evoluzione politica nazionale ha semplificato la vita ad Articolo Uno a Faenza, dove c’è il “problema” de “L’altra Faenza”, lista di sinistra con un consigliere e rimasta di fatto nelle minoranze a rappresentare “Sinistra italiana”, che a livello nazionale è invece al governo con Articolo Uno nell’ormai disciolto cartello “Liberi e Uguali”.

“Non lo vedo come un problema. ‘L’Altra Faenza’ nasceva nel 2015 come contenitore unitario della sinistra, mai stata in maggioranza, contro la ricandidatura di Malpezzi e quell’idea di centrosinistra. Nel tempo ha dimostrato di essere minoranza, e non opposizione, stimolante e propositiva nei confronti della maggioranza faentina. Noi non abbiamo cercato la fusione con ‘L’Altra Faenza’, perché abbiamo pensato che non ci fosse bisogno di ricostruire una sinistra unitaria; piuttosto era ed è urgente ricostruire un nuovo centrosinistra, assieme a loro”.

Appare chiaro che nella prospettiva delle elezioni comunali Articolo Uno vuole capire, essere propositivo e contare, senza dimenticare che il prossimo 26 gennaio si voterà per la Regione, ma in questo momento la situazione nel centrosinistra appare molto fluida, mentre il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Unione di Centro) ha fatto trapelare che si presenterà unito.

“Che nel campo del centrosinistra ci sia da fare ancora tutto è molto vero, inoltre immagino che ci saranno ancora delle trasformazioni nei partiti: basti pensare alla nascita di ‘Italia viva’, anche questa scaturita da una scissione nel PD. Quando non sai dove andare… è importante sapere da dove si viene. Noi veniamo dalla tradizione della sinistra di governo dell’Emilia-Romagna, che ha fatto del cambiamento continuo la possibilità di dare un futuro a coloro che stavano peggio, portandoli verso il progresso e una prospettiva di maggiore benessere: dobbiamo partire da questi intenti. A Faenza il centrosinistra deve essere capace di interpretare questa prospettiva di cambiamento. Col fatto che Malpezzi dopo due mandati non può essere rieletto, possiamo cogliere l’opportunità di presentare un nuovo progetto di centrosinistra valido per i prossimi dieci-quindici anni, che parta dalle difficoltà che ha la società faentina: in economia penso all’agricoltura che ha bisogno di trovare la strada della trasformazione per competere in un mercato altamente competitivo e penso all’industria manifatturiera che a Faenza ha punte di eccellenza ma anche settori a cui servono nuove competenze per essere accompagnati in una transizione socialmente ed ecologicamente sostenibile. La proposta nuova per il Comune deve essere in termini di progetto e di persone”.

In questo momento tutte le forze politiche, liste civiche comprese, si sono messe in moto per le elezioni comunali, il Partito Democratico appare ancora in una sorta di fase preliminare, mentre c’è attesa per le sue iniziative.

“Il PD è il baricentro della proposta di centrosinistra; noi continuiamo a stimolarlo perché possa trovare una sintesi ‘a valle’ di percorso, contenuti e programma: al di là del chiacchiericcio, siamo fermi lì, a incontri in cui ci siamo detti disponibili a ragionare su un nuovo progetto di centrosinistra che deve partire da una proposta civica col coinvolgimento di vari attori sul territorio, coi partiti che si mettano a disposizione per guidare un processo definito. Dal Pd c’è silenzio imbarazzante”.

Arriverà però il momento in cui si dovranno definire liste, candidati, simboli: il MoVimento 5 Stelle ha fatto sapere di essere aperto a costruire una proposta elaborata comunemente, assieme a liste civiche, PD e area di centrosinistra, rifiutando ‘pacchetti preconfezionati’. Ma che succede attorno a PD e Articolo Uno?

“Mi auguro che l’attuale maggioranza colga positivamente l’idea di costruire una convergenza col M5s. Il nostro Bersani lo dice dal 2013, e se si fosse fatto un esperimento con loro, oggi sarebbe un’altra storia. È utile ancora oggi, anche per stimolare il centrosinistra e lo stesso M5s, di cui accolgo con favore la disponibilità. Il centrosinistra deve accettare la sfida. Faenza ha una grande realtà di associazionismo, di volontariato e di cultura, tutta da cogliere. O sappiamo ripartire da lì, stimolando queste realtà, altrimenti la situazione resta quella che vediamo: una discussione che guarda alla pancia e alla continuità di potere. In provincia di Ravenna ‘Articolo Uno’ è stato attivo nello stimolare la nascita di associazioni culturali-politiche come ‘Punto di vista’ a Ravenna, ‘Partecipazione sociale’ a Lugo, ‘Faenza futuro’: abbiamo fatto questo mettendoci da parte, io stesso ed altri che hanno ruoli nel partito ma non in queste associazioni, cercando di essere accoglienti in questo senso. In effetti funziona: dentro ‘Faenza futuro’ ci sono persone che vengono da altre esperienze, mettendosi a disposizione. Ci sono anche ‘Fronte Comune’ che è una realtà giovanile e in un ambito un po’ più lontano da me ‘Faenza 40-20’. È da qui che dobbiamo partire per costruire la proposta di governo di Faenza per i prossimi anni”.