Malpezzi, Bosi e Rontini scrivono a Conte e Franceschini: “Salviamo la Colonia di Castel Raniero”

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Giovanni Malpezzi, Sindaco di Faenza e Presidente dell’assemblea dell’Azienda di Servizi alla Persona della Romagna Faentina, Massimo Bosi, Consigliere comunale di Faenza, Capogruppo M5s, e Manuela Rontini, Consigliera regionale dell’Emilia-Romagna, Gruppo Pd Andrea Bertani Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, Gruppo M5s, scrivono al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini per portare alla loro attenzione il complesso monumentale della Colonia di Castel Raniero, sito nel territorio del Comune di Faenza.

Di seguito, il testo completo della lettera:

Protagonista dell’ottava edizione delle “Giornate FAI d’Autunno”, che hanno testimoniato la passione e l’amore dei quasi mille visitatori che hanno raggiunto questo luogo ricco di fascino e storia, racchiude un valore storico, ambientale e architettonico impareggiabile. Il complesso, costituito da un edificio monumentale in stile Liberty e dal parco di 7 ettari che lo circonda, ha origine nel 1922, data in cui la municipalità faentina deliberò la costruzione di un monumento ai Caduti della Prima Guerra mondiale. Grazie all’iniziativa di raccolta fondi di un Comitato che raggruppava le locali associazioni di mutilati e reduci (in cui entrò anche il Comune di Faenza che stanziò la non trascurabile somma di 50mila lire, precedentemente destinati alla costruzione del monumento ai caduti della Grande Guerra), nel 1925 nacque l’idea di creare un monumento in grado di svolgere anche una preziosa opera di pubblica utilità.

Da qui la scelta di costruire una colonia elioterapica per i bimbi “bisognosi di sole e di luce”, quindi gli “scrofolosi e i pellagrosi” e tutti i vari malnutriti dell’epoca, in particolare per gli orfani di guerra, presenti in gran numero nella comunità di allora. Il progetto venne affidato al giovane ingegnere comunale Giovanni Antenore che nel 1928 elaborò la stesura definitiva, che associava materiali moderni e funzionali (mattoni industriali e cemento armato) con un disegno classico riesumante echi ravennati-bizantini, soprattutto nella torretta centrale con elegante altana a loggette. Anche le dimensioni sono monumentali: 44 m in lunghezza per 18 in larghezza per 27 di altezza. Le enormi camerate interne avevano una capacità di 120 posti letto. Completata l’opera, l’inaugurazione avvenne nel 1935.

Nel 1944 vi furono trasferiti quasi tutti i reparti dell’Ospedale Civile di Faenza che, dopo i bombardamenti di maggio, era divenuto oltremodo insicuro. Ancora oggi, come raccontato da testimoni dell’epoca in occasione delle visite del FAI, vi è chi si reca a rendere omaggio a questo luogo perché vi è nato o ricoverato e curato durante quegli anni terribili. Anche da questi fatti si percepisce il ‘debito di riconoscenza’ che la comunità locale nutre nei confronti di questo edificio, il quale, oltre al ruolo sociale come colonia estiva per bambini, svolse anche il compito di salvare vite umane in quel doloroso 1944. Dagli anni Sessanta l’edificio riprese la sua funzione di colonia estiva per bambini che durò fino agli anni Ottanta, quando la struttura fu dichiarata inagibile. Il parco che circonda la Colonia, e che è parte integrante della sua storia, si compone di un ampio prato (per i giochi e le attività dei bambini all’aria aperta) affiancato da un doppio viale di pini e cipressi disegnato dal famoso naturalista Pietro Zangheri.

A valle del viale vi è il castagneto (produttivo fino agli anni 70) oggi tornato spontaneamente a bosco di querce misto. Mentre il parco è già stato recuperato ed è oggi sede di visite guidate, concerti, letture e spettacoli ad opera della locale associazione “Adottiamo Castel Raniero Bene Comune”, l’edificio mostra significativi elementi di preoccupazione per la sua stabilità e quindi non è agibile. Detta associazione sta svolgendo, da anni, un ruolo fondamentale per promuovere e valorizzare questo complesso monumentale e per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni verso il recupero totale dell’edificio.

L’Azienda di Servizi alla Persona della Romagna Faentina, che ne è proprietaria, ovviamente non è in grado economicamente di provvedere alla generale ristrutturazione e al consolidamento necessari (per i quali sono stati stimati costi pari a circa 5 milioni di euro). Ad oggi è riuscita, con interventi mirati, a mantenere il mimino delle funzioni per evitare che l’edificio collassi. Al momento, però, si sta palesando un’ulteriore necessità di intervento di messa in sicurezza (rifacimento del tetto dal costo stimato di circa 1,2 milioni) per il quale è urgente reperire le necessarie risorse.

Fiduciosi della Vostra sensibilità verso i luoghi che, come la Colonia di Castel Raniero, rappresentano pilastri fondamentali della memoria storica del nostro recente passato e testimoniano quanto le nostre comunità, soprattutto nei momenti di più grande difficoltà e incertezza, siano state in grado di realizzare per il bene comune, ci siamo permessi di rivolgerci a Voi per invitarVi a visitare questo ‘bene comune’ e ad ascoltare le testimonianze che queste pietre, e le persone che le hanno popolate, saranno felicissime di raccontarVi. La nostra non è solo una speranza, è una certezza: dopo che avrete toccato con mano questi luoghi e queste emozioni sarete senza alcun dubbio al nostro fianco per dare il Vostro contributo per restituire questo complesso monumentale alla sua comunità.

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