Valle della Canna: Ancisi (LpRa) fa sue e rilancia alcune proposte del Comitato degli Ambiti Territoriali di Caccia della provincia di Ravenna

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Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna continua la sua battaglia per la Valle della Canna e allo scopo ha presentato un question time al Sindaco in cui fa sue e rilancia alcune proposte dell’ATCR Comitato degli Ambiti Territoriali di Caccia della provincia di Ravenna.

“Nel corso della Commissione comunale per l’Ambiente di giovedì scorso sul “Disastro ambientale nella Valle della Canna”, convocata per iniziativa di Lista per Ravenna, Lega Nord e Forza Italia, l’ATCR (Comitato degli Ambiti Territoriali di Caccia della provincia di Ravenna), mi ha consegnato un proprio documento di estremo interesse pubblico (vedi l’allegato). Lo avrei letto e posto in discussione se, essendo durati quattro ore e mezzo i lavori predisposti, non fosse mancato alle ore 20.00 il numero legale dei commissari. Si intitola: “Ridiamo al Fiume Lamone il compito di mantenere in vita le zone umide ravennati Valle della Canna, Punte Alberete e Piallassa Baiona” ed è stato indirizzato al sindaco il 30 ottobre scorso. Ne riporto subito il primo dei due passi principali, attinente alla Valle della Canna stessa” scrive Ancisi nella sua nota.

LE PROPOSTE DELL’ATC

“Noi crediamo sia giunto il momento di intervenire drasticamente per ridare al fiume Lamone quella funzione che in passato ha sempre avuto mediante interventi strutturali che hanno certamente un costo elevato, ma che non sono più rinviabili in considerazione dell’alto valore ambientale annesso a questo comparto. Per prima cosa, scrive ATCRproponiamo di rendere indipendente ed autonoma la presa d’acqua del fiume Lamone, con una condotta che parta da monte della briglia all’altezza della traversa denominata Carrarino. In tal modo l’acqua arriverebbe nella valle della Canna (con un’opera funzionale e dai costi di manutenzione bassissimi), in un punto dal quale potrebbe defluire naturalmente verso il canale Rivalone, generando quell’effetto di flussaggio fondamentale per il mantenimento della qualità delle acque. Questa presa consentirebbe di portare in valle anche le ‘code’ delle piene fluviali primaverili e autunnali che sarebbero una manna per le biodiversità della valle, fornita gratis dalla natura. Naturalmente, serve mantenere anche la presa d’ acqua presente nella canaletta Anic e proveniente dal fiume Reno necessaria in caso di emergenza”.

“Sono perfettamente d’accordo, essendo la stessa proposta che ho presentato in Commissione Ambiente con la mia introduzione al dibattito (http://www.comune.ra.it/Comune/Consiglio-Comunale/Gruppi-consiliari/Comunicazione-dei-Gruppi/Gruppo-Consiliare-Lista-per-Ravenna/Comunicati-interventi-e-iniziative/Disastro-ambientale-nella-Valle-della-Canna). – chiosa Ancisi – Essa non coincide però con le opere previste dalla Regione tese a sfruttare le due richieste di immissione di acqua del fiume Po nel Lamone e nel Reno, presentate rispettivamente dal Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo e da Romagna Acque per loro proprie esigenze. Al termine del trasferimento nel Reno e nel Lamone, l’ acqua verrebbe immessa nella Canaletta Anic (non direttamente nel Lamone, ma attraverso altre opere di canalizzazione), sulla quale insiste l’ unica presa che attualmente alimenta la Valle della Canna. È un passo in avanti, ma soggetto a contraddizioni e non decisivo strutturalmente.”

Risolutiva per Ancisi è invece la seconda richiesta di ATCR, ovvero “Riprendere i contatti con il ministero dell’Ambiente per riattivare un progetto sulla pialassa Baiona che, utilizzando risorse europee, investirebbe oltre 5 milioni di euro”. Si tratta del “Protocollo d’intesa finalizzato al recupero e alla valorizzazione della Pialassa Baiona e del vecchio edificio del mercato ittico di Marina di Ravenna, tra Ministero, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centro-settentrionale, Ente parco del Delta del Po Emilia-Romagna”. È stato firmato il 4 agosto 2017,  ricorda Ancisi, e fu “commentato entusiasticamente dal ministro Martina, dal sindaco De Pascale e dal presidente della Regione Bonaccini (http://www.comune.ra.it/Notizie-di-copertina/Firmato-con-il-ministro-Martina-il-Protocollo-d-intesa-finalizzato-al-recupero-e-alla-valorizzazione-della-Pialassa-Baiona-e-del-vecchio-edificio-del-mercato-ittico-di-Marina-di-Ravenna-per-un-progetto-da-piu-di-5-milioni-di-euro). Il progetto intende contrastare, nell’intero comparto delle zone umide a nord di Ravenna, “il deterioramento e la progressiva perdita di biodiversità, per promuoverne il ripristino, garantirne vitalità e funzionalità”. La prima “attività” indicata è appunto: l’ “apertura di sistemi di collegamento idrico fra il fiume Lamone e la Pialassa Baiona per favorire il ricambio delle acque lagunari e la circolazione attraverso canali e bacini e adeguamento dei sistemi già esistenti per il controllo degli apporti idrici”. Prima beneficiaria, in discesa, sarebbe la Valle della Canna.

L’ATCR scrive che “purtroppo l’accordo è rimasto fermo, forse è decaduto con il governo Cinque Stelle/Lega. Chiediamo a Lei Sig. Sindaco di assumere l’impegno di adoperarsi per portare avanti queste proposte, disponibili ad approfondire le tematiche sottoposte anche con tecnici esperti”. Ancisi rilancia la richiesta di ATCR “osservando che nel nuovo governo è entrato, al posto della Lega, il partito del sindaco, chiedo a mia volta se (il Sindaco, ndr) intende dar seguito, come e con quanta rapidità all’appello ricevuto dall’ATCR, che sottoscrivo pienamente, dichiarando a mia volta la disponibilità a svolgere gli approfondimenti dovuti convocando, se ritenuto opportuno, la commissione Ambiente.”

documento ATC al Sindaco

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Commenti

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  1. Scritto da Luigi

    Concordo in pieno nel ridare valore al vecchio e secolare regime idrico del lamone che riforniva di fiumane e di acque dolci la valle della canna e le piallasse tramite il taglio è il fossatone . Aver modificato così drasticamente il regime idrico non ha portato niente di buono possibile che sia così difficile da capire ?