Elezioni regionali 2020. Parla Giancarlo Schiano, volto nuovo del M5S e candidato a Ravenna

Giancarlo Schiano, 32 anni, ravennate doc, nato e vissuto a Ravenna, ha studiato giurisprudenza nel campus locale, laureato nel corso triennale di operatore giuridico d’impresa, a seguito della laurea è poi diventato Perito tecnico navale e successivamente Agente marittimo. Quindici mesi fa ha perso il lavoro e ha deciso di intraprendere un nuovo percorso lavorativo, perciò ha dato l’esame OAM per Agenti mediatori creditizi. È uno dei volti nuovi dei Cinque Stelle ravennati, capolista fra i candidati grillini della provincia di Ravenna nelle prossime elezioni regionali del 26 gennaio.

L’INTERVISTA

Schiano, in questa fase di vita molto turbolenta del M5S e in un’elezione che vi vede sfavoriti, chi gliel’ha fatto fare di candidarsi?

“Mi piacciono le domande difficili (ride, ndr) e le sfide difficili. Perché è nei momenti difficili che bisogna spendersi, non tanto e non solo per il movimento in sé ma proprio per la cittadinanza, per l’Italia. Penso in ogni caso che il Movimento 5 Stelle sia ancora l’unico movimento in grado di dare un’impronta di cambiamento a questo paese.”

Perché?

“Basta vedere anche solo le persone che vengono candidate dal M5S. Si tratta di persone genuine, non le solite persone marinate nella solita politica. È il punto di vista di un semplice attivista Cinque Stelle, ora candidato ma da alcuni anni cittadino attivo, fino in fondo.”

Da quanto tempo lei è attivista del M5S?

“Attivista da poco più di due anni. Iscritto alla piattaforma Rousseau e aderente alle politiche del movimento da più tempo ancora. Prima seguivo senza essere molto attivo.”

Quando ha cominciato a votare Cinque Stelle?

“Credo già dal 2010, 2011. Appena apparve il movimento trovai nei Cinque Stelle temi e sensibilità che sentivo vicini. Li ho sostenuti fin dall’inizio, si può dire.”

Il Movimento Cinque Stelle ha vinto le elezioni del 4 marzo 2018 e da poco più di un anno e mezzo sta governando l’Italia, prima con la Lega, ora con il Pd. Come sta andando secondo lei questa doppia esperienza di governo?

“È difficile dare un giudizio che non sia di parte. Io sono con il movimento e approvo ciò che ha fatto finora. Secondo me è fondamentale il passo che abbiamo deciso di intraprendere quando abbiamo scelto di entrare nella famosa scatola chiusa delle istituzioni e del potere, da aprire come una scatola di sardine.”

E l’avete aperta?

“Esserci entrati è stato il passo più importante. Poi, lo vediamo tutti i giorni, è difficile, anzi, è difficilissimo scendere a compromessi con la realtà, quando armati dei nostri ideali ci scontriamo con le enormi difficoltà nella battaglia del governo quotidiano delle cose. Però fare i conti con la realtà e con la governabilità è un passaggio obbligato. Sono orgoglioso delle cose che abbiamo fatto finora al governo e sono convinto che riusciremo ad andare avanti nel modo migliore per l’Italia.”

Veniamo alle elezioni per la Regione Emilia-Romagna. Il M5S rischia di rimanere schiacciato, anzi stritolato, fra i due schieramenti maggiori: il centrosinistra con Bonaccini, il centrodestra con Borgonzoni. Voi avete scelto di non allearvi né con l’uno né con l’altra, andate da soli con il vostro candidato Simone Benini, ma siete un po’ presi in mezzo. Che risultato vi aspettate? E quanto pensate di potere incidere alla fine dei giochi?

“I sondaggi dicono che il movimento non otterrà un gran risultato, non devo ricordarglielo io, lei lo sa meglio di me. Ma di fronte alle difficoltà noi non molliamo. Ci trovate sempre in piazza, vicino alla cittadinanza, anzi stiamo riscoprendo proprio ora in questo momento difficile quello che ci ha caratterizzato agli inizi: la vicinanza ai cittadini e ai loro problemi.”

Non si aspetta quindi un risultato positivo a sorpresa?

“No. Non possiamo far finta di niente.”

Ci sono anche queste defezioni in Parlamento. È una fase delicata, di passaggio, per il M5S?

“Sì. È una fase che non è e non sarà facile. E proprio per questo bisogna metterci la faccia adesso, quando le cose sono complicate e il risultato può essere negativo. Anche se poi non si tratta di una negatività in assoluto, perché il movimento ha pur sempre ancora un forte consenso politico in Italia. Sento l’orgoglio come attivista di metterci la faccia in questa fase per riproporre il M5S sul territorio.”

Insomma, è facile candidarsi quando si ha il vento in poppa. Più difficile quando si rischia di perdere.

“Esattamente. È il senso di quello che intendevo dire e del mio impegno qui e ora.”

Oggi correte da soli alle regionali. Dopo il voto pensa che potrebbe esserci un dialogo e un incontro con uno dei due schieramenti e dei due candidati che vincerà il 26 gennaio o rimarrete all’opposizione, comunque vadano le cose?

“Non le so rispondere. Sono decisioni politiche che prenderà il movimento e che non sono in grado di prefigurare io. Come lei sa il movimento è aperto ad alleanze con liste civiche, che sono più vicine alle esigenze dei cittadini e dei territori. Non mi sbilancio invece sul rapporto con le forze politiche di centrosinistra o centrodestra. Certamente, corriamo da soli e questa è una scelta non casuale.”

Veniamo ai temi locali. Quali sono i tre temi sui quali lei si sta impegnando di più in questa campagna elettorale?

“Intanto faccio una premessa: io mi muovo insieme e grazie anche a un team di attivisti del movimento che sono molto in gamba e molto impegnati, non mi muovo da solo. Ci tengo a dirlo. E poi a Ravenna siamo riusciti a ottenere un risultato importante, al di là di come andranno le elezioni: cioè abbiamo riunificato e riorganizzato le forze e riportato il simbolo dei Cinque Stelle a Ravenna. Riuscire a riunire gli attivisti Cinque Stelle del ravennate è stata la cosa migliore che potevamo fare.”

Questo significa che in previsione delle elezioni comunali di Ravenna del 2021 il M5S sarà della partita?

“Noi ci saremo. Mi auguro che il movimento ci dia il sostegno necessario, come in questa fase. Avere oggi la bandiera del M5S non significa necessariamente che nel 2021 ci sarà di nuovo concessa. Ci auguriamo che il nostro impegno di attivisti possa essere riconosciuto al punto tale da poterci riproporre in modo credibile l’anno prossimo.”

Voi però dovete fare i bravi e non i pasticci come accadde in quelle convulse settimane fra il 2015 e il 2016.

(Ride, ndr) Certo, noi speriamo di essere bravi abbastanza per meritarci la fiducia del movimento e quello della cittadinanza. E per cercare di fare le cose per bene ci siamo uniti anche con alcune parti della vecchia generazione di militanti Cinque Stelle che io non conoscevo, perché io sono arrivato dopo tutto quello che è accaduto in quella fase travagliata. E, insomma, credo in questo frangente siamo stati bravi a riunirci tutti sotto la bandiera delle Cinque Stelle.”

Giancarlo Schiano M5S

Veniamo al tema numero uno del suo impegno elettorale.

“Anche per ragioni professionali, oltre che per l’importanza che esso riveste per Ravenna e per la Regione, al primo punto metto il Porto. Che si collega poi ai temi del lavoro, del turismo, dell’ambiente, della salute. I macro temi che stiamo seguendo. Il Porto di Ravenna è l’infrastruttura locale sulla quale il governo nazionale e quello regionale investono di più ed è il principale volano di sviluppo.”

Progetto hub portuale e scavo dei fondali: siete favorevoli o avete ancora dei dubbi?

“Siamo favorevoli. Il porto va aiutato, i fondali vanno scavati. Però il lavoro va fatto in comunione con l’ambiente, rispettando ambiente e salute, non si possono scaricare fanghi e sedimenti in mezzo a un delicato ecosistema con il rischio di provocare danni enormi. Dunque, per noi bisogna fare le cose per bene e dare prima di tutto una soluzione sicura ed ecocompatibile al problema del trattamento e dello smaltimento dei sedimenti quando si scava.”

Trivelle sì o no?

“Be’, Simone Benini, il nostro candidato, ha ribadito chiaramente la nostra posizione nota da tempo: siamo contrari. Quindi nulla di nuovo in questo senso. Dobbiamo andare verso un altro tipo di modello energetico.”

Turismo, che cosa proponete?

“I dati parlano di un calo del turismo a Ravenna nel 2019 rispetto al 2018 e questo dimostra che servono innovazioni nel modello turistico, malgrado Ravenna vanti otto monumenti Unesco. Bisogna integrare meglio nel circuito e nell’offerta turistica anche altre eccellenze locali, bisogna proporre cose nuove e più attrattive soprattutto per i giovani negli stessi siti Unesco, bisogna sistemare il terminal crociere, bisogna gestire meglio le aree naturali come le pialasse ed evitare che succeda di nuovo ciò che è accaduto alcuni mesi fa nella Valle della Canna.”

Lei sa comunque che il turismo a Ravenna presenta una doppia faccia: va indietro l’offerta balneare, cresce la città d’arte.

“Questo è vero. Per questo bisogna riqualificare i lidi ravennati, le aree naturali, il terminal crociere. E poi bisogna vedere anche quanto influisce nella crescita della città d’arte l’offerta artistica e monumentale o quella di eventi come la Notte d’Oro, GiovinBacco, la Maratona. Certo sono attrattive per il centro, ma vanno valutate bene.”

L’ultimo tema è ambiente e salute. Che cosa proponete?

“Lo stesso episodio della Valle della Canna di cui parlavo prima, che molti dicono era prevedibile e poteva essere evitato, mi fa pensare che non ci sia tutta l’attenzione necessaria sia al rispetto e alla valorizzazione dell’ambiente, sia sui temi della salute dei cittadini. Bisogna cambiare strada.”

Che cosa pensate della gestione della sanità pubblica e che cosa proponete?

“Servono più risorse. C’è una grave carenza di personale. In pediatria, ma non solo. E ci sono liste e tempi di attesa troppo lunghi. E non mi convincono affatto le idee di esternalizzare certe prestazioni a cooperative per risolvere il problema della carenza di personale e del deficit di prestazioni. Magari per risparmiare soldi. Ma scherziamo! No, non si deve speculare sulle risorse per la salute, bisogna investire, aumentare il personale e così ridurre anche le liste di attesa e le file al Pronto Soccorso.”

Per dirla in breve, voi dite: più risorse, più personale, meno file.

“Sì, è così. Il personale sanitario oggi fa tantissimo, bisogna riconoscerlo. Il problema non sono medici e paramedici ma sta nel deficit di risorse, personale e organizzazione dei servizi.”

Giancarlo Schiano M5S