Elezioni regionali 2020. Ecco i 4 candidati di Forza Italia per la provincia di Ravenna

Lucia Borgonzoni ha scelto un aperitivo elettorale di Forza Italia - venerdì 10 gennaio al Bar Nazionale a Ravenna - per la sua prima uscita in provincia

Conferenza stampa di presentazione oggi 8 gennaio dei 4 candidati alle elezioni regionali di Forza Italia per la provincia di Ravenna. Si tratta di Alberto Ancarani, avvocato, capogruppo in Consiglio comunale a Ravenna, vice commissario regionale di Forza Italia, di Monica Burattoni consigliera comunale a Cotignola, Simone Lucchi già consigliere comunale a Cervia, impegnato nel volontariato, fondatore dell’Associazione Genitori per sempre, Daniela Mazzoni, già assessore a Faenza, consigliere nazionale Udc e presente nella lista di Forza Italia come indipendente di Lista per Ravenna.

Ma la chicca di giornata è che Lucia Borgonzoni ha scelto proprio un aperitivo elettorale di Forza Italia – venerdì 10 gennaio, alle 18.30 al Bar Nazionale in Piazza del Popolo a Ravenna – per mettere piede per la prima volta in terra ravennate in questa combattuta competizione. La candidata leghista infatti non era mai comparsa accanto al suo leader Matteo Salvini durante le sue manifestazioni a Ravenna, Faenza e Lugo né aveva finora partecipato ad alcuna iniziativa. Singolare che abbia scelto di inaugurare la sua campagna ravennate proprio con Forza Italia. E i candidati della Lista di Berlusconi – da Ancarani a Fantinelli a Mazzoni – si dicono onorati di questa scelta in quanto, dicono, “la Borgonzoni è candidata di tutti e il suo gesto è tanto più apprezzabile, poiché dimostra la sua sensibilità e consapevolezza che ogni membro della coalizione è importante per vincere.”

Vincere: è questo il leitmotiv della conferenza stampa in cui tutti i candidati di Forza Italia si mostrano piuttosto ottimisti. Stavolta ce la possiamo fare, affermano.

Comincia Daniela Mazzoni che da donna non femminista stigmatizza gli attacchi a Lucia Borgonzoni, definiti fastidiosi e fuori misura. Parla del 26 gennaio come di una giornata storica per il cambiamento: il muro di Bologna non è ancora crollato, ma può crollare stavolta. E spera, la Mazzoni, che dalla vittoria in Emilia-Romagna passi anche il cambiamento di governo in Italia. Sul fatto che in Emilia-Romagna si viva bene e le cose funzionino bene, Mazzoni ha detto che questo è solo merito dei romagnoli e degli emiliani e non di chi li ha governati. Perché qui invece c’è un sistema di potere che è una cappa soffocante da cui ci dobbiamo liberare.

Simone Lucchi partendo dalla sua esperienza di impegno nel campo dei diritti dei bambini parla del caso Bibbiano – un caso che è andato via via sgonfiandosi in questa campagna elettorale – spiegando che si tratta di una vicenda non causata dalla politica ma di cui la politica deve occuparsi per porvi rimedio. Lucchi ha attaccato la gestione Pd della Regione sulla carenza di infrastrutture e per la gestione casereccia e improvvisata in ambito turistico e ha difeso Lucia Borgonzoni dalla macchina del fango che gli avversari avrebbero montato contro di lei.

Monica Burattoni ha ribadito che l’alternanza di governo in Regione è assolutamente necessaria, un fattore di democrazia che finora gli emiliano-romagnoli non hanno conosciuto.

Sullo stesso tasto ha insistito molto Alberto Ancarani: dare il beneficio dell’alternanza a questa Regione che non l’ha mai conosciuta, secondo lui è “un fattore di igiene istituzionale”. La classe dirigente al potere è incrostata, il sistema è impallato. Ancarani ha contestato i buoni risultati di cui tutti parlano per la Regione Emilia-Romagna. Non c’è la controprova, dice, ma cosa sarebbe successo se Bonaccini e il Pd non ci fossero stati? “Senza Pci-Pds-Ds-Pd-Italia Viva e Sardine al potere i nostri indicatori sarebbero migliori” sostiene.

Poi Ancarani cita alcuni fattori di decadenza: il declassamento di Ravenna da parte del Sole 24 Ore, le criticità della sanità ravennate, a partire dal Pronto Soccorso. Infine ricorda che Forza Italia è consapevole oggi della leadership e dell’effetto trainante della Lega ma intende essere quella forza liberale e moderata che mitiga il sovranismo leghista: “i sovranisti possono governare insieme a noi, siamo diversi ma alleati, perché il nostro nemico comune è il Pd, la sinistra.” A questo proposito Ancarani ha poi precisato di avere risposto con un sonoro no alle profferte di entrare in Italia Viva, la nuova creatura politica di Matteo Renzi, che gli sono arrivate da noti esponenti locali del nuovo movimento, perché “Italia Viva vuole i voti moderati per governare con la sinistra.” E Ancarani ovviamente non ci sta.

I forzisti hanno poi spiegato che l’alleanza con la Lega non è “a tutti i costi”. La Lega deve esercitare con intelligenza e responsabilità la sua leadership e la guida del centrodestra, coinvolgendo tutti e trattando alla pari con tutti, se vuole vincere, hanno detto.

Lucchi ha precisato: “non vogliamo passare da un’egemonia all’altra, da un blocco di potere all’altro.” Ancarani a sua volta ha ribadito che alle prossime amministrative di Ravenna per vincere il centrodestra dovrà evitare di ripetere gli errori del 2016 e quelli fatti in occasione delle recenti amministrative del 26 maggio. Sottotitolo: la Lega non deve imporre agli alleati candidati e programmi preconfezionati, deve piuttosto coinvolgere e convincere gli alleati della bontà delle sue scelte.

All’incontro ha partecipato anche Alvaro Ancisi che ricordato come Lista per Ravenna in quanto lista civica non partecipi alle elezioni regionali direttamente ma appoggia le liste di centrodestra. E infatti diversi suoi esponenti si candidano da indipendenti in liste che appoggiano Lucia Borgonzoni. Con Forza Italia c’è Daniela Mazzoni. Ancisi ha usato un’espressione colorita per dire cos’è LpRa: “siamo un Comitato di Liberazione, siamo impegnati con le liste che si battono per la liberazione della Regione, pensiamo sia arrivata la possibilità di farcela.”

E se non ce la dovessimo fare – ha concluso Ancisi – ritenteremo a Ravenna nel 2021.