Ancisi (LpRa) contro chiusure delle Poste a Porto Corsini e nel forese

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Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna lamenta che “la chiusura immediata, causa coronavirus, dell’ufficio postale di Porto Corsini, già condannato alla soppressione dal prossimo 6 aprile, è solo la punta dell’iceberg. Da un lato il governo ha imposto all’intera nazione il blocco totale delle attività pubbliche e sociali, commerciali e non, esclusi alimentari, farmacie e servizi essenziali, tra cui i “servizi bancari, postali, finanziari e assicurativi”; dall’altro, Poste Italiane, che questi servizi ce li ha tutti, non si è limitata a ridurre gli orari o i giorni settimanali di apertura dei propri uffici, ma ne ha chiuso a tempo indeterminato la maggior parte, pure in località prive di sportelli bancari o anche di bancomat. Nel comune di Ravenna ne ha tagliato 14 su 23.”

“Fatti i conti nel comune di Ravenna, uno sportello (di Poste Italiane, ndr) aperto ogni 11.500 abitanti circa non sembra la misura giusta per garantire alla sua popolazione, soprattutto la più fragile e indifesa, una serie di servizi vitali, tra cui, a titolo dimostrativo, i trattamenti pensionistici, le pensioni e gli assegni sociali, le indennità d’invalidità e di accompagnamento, le rendite vitalizie, le prestazioni assistenziali. Il comune di Ravenna, essendo il secondo più vasto d’Italia, col maggior numero di frazioni (64), paga la logica, fondamentalmente giusta, che premia i piccoli e piccolissimi comuni assicurando loro, anche in questa emergenza, almeno un ufficio aperto a giorni alterni. Ma non è di buon senso quanto stabilito dalle Poste per il nostro comune, – scrive Ancisi – come si può capire analizzando i tagli totali del servizio nelle 10 aree in cui il territorio comunale è articolato, pari tutte a comuni di media grandezza. Nelle aree di città e dintorni: Centro Urbano, Ravenna Sud e Darsena, sono aperti quattro uffici (piazza Garibaldi, via Romea Sud, via Bovini, via Lago Maggiore) e chiusi cinque (via Carducci, via Ravegnana, via Fiume Abbandonato, via Pola, Porto Fuori): significa però che restano senza servizio postale i 20.284 abitanti della Darsena, mediamente più popolata da persone anziane e bisognose. Si salvano l’area di Mezzano dove, tagliata Savarna, resta l’ufficio del suo capoluogo; l’area di Roncalceci, con l’ufficio di Coccolia, unico del territorio; l’area di Castiglione, con l’ufficio di questa località, chiuse però Savio e San Zaccaria; l’area del Mare, con Casal Borsetti, Marina di Ravenna e Lido Adriano, tagliate invece Porto Corsini e Punta Marina Terme. Ma il servizio postale è stato incredibilmente cancellato in toto anche nelle aree di Sant’Alberto (chiuso il suo unico ufficio situato nel capoluogo) con 4.956 abitanti; di Piangipane (chiusi gli uffici del capoluogo e di Santerno), con 6.527 abitanti; e di San Pietro in Vincoli (chiusi gli uffici del capoluogo, di Santo Stefano e di Campiano), con 10.403 abitanti. È stata quindi bistrattata la gran parte del forese più tagliata fuori dalle strade di comunicazione e dai mezzi di trasporto pubblico.”

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Commenti

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  1. Scritto da Giovanna

    E’ una vergogna.
    Leggo su alcuni giornali che è chiuso anche Coccolia, se uno deve fare una raccomandata entro una scadenza deve andare a Ravenna, tanto dobbiamo muoverci poco…..
    Andare a 25 km. perchè tutti gli uffici postali sono chiusi mi sembra un’incongruenza.
    Non si può protestare?
    Nella zona di S Pietro in Vincoli non ci sono nemmeno postamat anche questa è una vergogna.

  2. Scritto da Alvaro Ancisi

    Giovanna, nel comunicato di Poste Italiane Coccolia sarebbe dovuta restare aperta. In effetti, chiamando per telefono nessuno risponde. Lo scandalo è ancora maggiore. in tutto il territorio comunale a sud di Ravenna resta aperta solo Castiglione. Cosa vuole che dica? A parte Ravenna Notizie e qualche altro giornale, la mia protesta non è nemmeno apparsa. Se la situazione dura a lungo, ripeto che potrebbe essere il sindaco ad avere l’autorità di discuterne con Poste Italiane. Cordialmente.