Ancisi (LpRa): aprire alle offerte dei cittadini il “Fondo per la solidarietà alimentare”, i consiglieri comunali versino gettoni

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Alvaro Ancisi (LpRa) scrive al Presidente del Consiglio comunale avanzando la proposta di aprire alle offerte dei cittadini il “Fondo per la solidarietà alimentare” e di versarvi i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. “Gentile presidente, Le sarei grato se volesse sottoporre alla prossima conferenza dei capigruppo politici del Comune di Ravenna, fissata per venerdì prossimo con la partecipazione del sindaco, le seguenti proposte di Lista per Ravenna. – scrive Ancisi – L’amministrazione comunale aprirà un conto corrente presso la tesoreria comunale, gestita dalla Cassa di Risparmio di Ravenna, depositandovi i fondi del Governo destinati alla solidarietà alimentare, cosicché possano confluirvi, al netto di commissioni bancarie, anche le offerte umanitarie di chi intenderà alimentarla con la propria partecipazione. Per promuovere la generosità dei cittadini rafforzandone il senso sociale di comunità, saranno versati su questo conto corrente, col consenso di quanti interessati, i gettoni di presenza che il Comune di Ravenna riconosce ai consiglieri comunali per ogni seduta consiliare, a partire dalla prossima, fino a quando il Governo avrà dichiarato superata l’emergenza coronavirus e sia rientrata, nella popolazione ravennate, l’emergenza sociale. Potranno essere di supporto all’iniziativa i vantaggi fiscali previsti dal decreto Cura Italia per chi fa donazioni contro il coronavirus, consistenti nella detrazione del 30% per le erogazioni fino a 30 mila euro da parte delle persone fisiche e nella piena deducibilità dei versamenti da parte delle imprese. A tal fine, l’amministrazione comunale offrirà ogni chiarimento tecnico o sostegno pratico a quanti, avendone bisogno, lo richiederanno, anche solo per versare, secondo le loro possibilità, 10 euro.”

Lista per Ravenna ritiene infatti che il “Fondo per la solidarietà alimentare” debba essere implementato e consolidato, “protraendosi anche oltre l’emergenza coronavirus, fino a che non sarà superata l’emergenza sociale ricaduta sulla comunità ravennate”.

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