Come distribuire le mascherine della Regione? I consigli di Alvaro Ancisi (LpRa) al sindaco di Ravenna

Alvaro Ancisi, leader di Lista per Ravenna, sulla notizia che la Regione Emilia Romagna metterà a disposizione dei cittadini emiliano-romagnoli 3 milioni di mascherine a partire da domani, mercoledì 8 aprile, interviene per suggerire all’amministrazione comunale come distribuirle.

“Se le mascherine verranno assegnate ai Comuni in proporzione alla quantità degli abitanti – dice Ancisi -, è certo che Ravenna ne avrà un numero non sufficiente a distribuirne una per residente (157.663) e neanche una per famiglia (74.217)”. E prosegue: “Volendo comunque collaborare serenamente col sindaco, pur dai banchi dell’opposizione, mi sento di esprimergli alcune elementari indicazioni di massima”.

Questi i suoi suggerimenti: “Per i professionisti e gli operatori dei servizi sanitari e socio-assistenziali potranno ovviamente essere il Dipartimento di Ravenna dell’AUSL e il Servizio sociale del Comune stesso a raccogliere le richieste di mascherine, a valutarle e a quantificarne i bisogni, eventualmente provvedendo allo smistamento”.

“Non affiderei la distribuzione a esercizi commerciali di alcun genere – continua -, neanche a quelli indicati dalla Regione, perché potrebbe incentivare l’uscita di casa “per motivi di salute”, con la formazione di file o di gruppi di cittadini in attesa non facilmente distanziabili. Quante mascherine distribuire a ciascun esercizio sarebbe difficile da valutare (a chi troppe, a chi poche). Non potrebbe impedirsi che ad ogni persona ne venga data più di una, anche recandosi in più posti di distribuzione. Eviterei, durante l’emergenza coronavirus, consegne porta a porta che non siano affidate a Poste Italiane coi “postini” che fanno ordinariamente questo lavoro, adeguatamente protetti dal rischio di contagio. Significherebbe mettere più gente per strada, con altri maggiori problemi”.

“Affiderei dunque a Poste Italiane la consegna a domicilio di una mascherina per ciascuno dei 40.639 anziani con più di 65 anni, ritenuti più bisognosi di protezione dai contatti sociali e ai quali si fanno maggiori invocazioni e suppliche di non uscire di casa – precisa -. Il loro elenco e i loro indirizzi sono immediatamente disponibili per l’Amministrazione, potendo essere stampati meccanicamente su busta in poche ore. Mi preoccuperei anche degli operatori degli esercizi commerciali e artigianali esposti ai contatti fisici coi loro clienti. Le loro associazioni potrebbero rilevarne le carenze di mascherine e segnalarle all’Amministrazione, eventualmente provvedendo alla consegna”.

“Infine – conclude -, farei capo agli uffici delle 10 aree territoriali del Comune di Ravenna, in collaborazione coi presidenti dei rispettivi Consigli, per raccogliere le richieste dei loro cittadini impossibilitati a dotarsi in proprio di mascherine, organizzandone il recapito tramite le associazioni di volontariato o singoli volontari. Sono solo idee, senza pretesa che, riflettendoci più a fondo e con i necessari apporti tecnici, non esistano  soluzioni migliori. Da prendere dunque per quello che sono: semplici spunti di collaborazione”.

 

Commenti

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  1. Scritto da Claudio

    Ben venga la distribuzione di mascherine, ma anche distribuendone una ad ogni anziano il problema rimane, anche perché in teoria ad ogni uscita di casa per spesa e varie andrebbero sostituite, credo che sia il solito fumo negli occhi all italiana

  2. Scritto da Francesco

    Non disturbatevi,dopo un mese chiusi in casa, due mesi dallo stato di emergenza, forse arriva una mezza mascherina, grazie , lasciateci un po tranquillo!

  3. Scritto da Alvaro Ancisi

    Claudio e Francesco, con tanta amicizia, penso che le Vostre giuste esasperazioni sarebbe state collocate meglio sul precedente articolo di questo giornale da cui discende: “Coronavirus. Dalla Regione tre milioni di mascherine gratuite per i cittadini dell’Emilia-Romagna”. Quando non si rappresenta (anzi) lo Stato, né la Regione, né il Comune, si cerca di far funzionare meglio o meno peggio quello che ci somministrano. Nella nostra lingua, “piutost che gnit l’è mei piuttost”. Solo di questo posso discutere. Cordialmente.