Alvaro Ancisi (LpRa): “Bene estensione attività, ma non infrangendo la Zona dantesca del Silenzio”

“Mentre plaudiamo a che l’amministrazione comunale favorisca le attività di ristorazione duramente colpite dalle misure anti-convid, – commenta Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna) – concedendo, per quanto possibile e compatibile, di estendere le loro attività sul suolo pubblico stradale, non condividiamo che un’attività di ristorazione collocata sulla via Oriani, benché dedicata ad una benemerita valorizzazione delle tradizionali specialità enogastronomiche della città, sia stata estesa all’aperto, con 10 tavoli e circa 40 coperti, entro la Zona dantesca del Silenzio, sulla peraltro ristrettissima via Novello da Polenta. Lo stesso risultato può essere raggiunto collocando questi tavoli sul fronte della biblioteca Oriani in via Corrado Ricci, a lato del ristorante in questione, dove sono insediate rastrelliere della bicicletta facilmente trasferibili, se mai, sul lato della biblioteca posto sulla stessa via Novello da Polenta”.

NON UN BAZAR

“Un fatto anche ben più grave si sta realizzando nello storico Palazzo Farini della stessa via Novello da Polenta, dove è stata smantellata in questi giorni l’emeroteca, prezioso servizio culturale a disposizione dei tutti i cittadini, che comunque troverà posto a breve nella biblioteca Classense. Ma ciò che appare addirittura un’offesa al sepolco del Poeta, che fronteggia Palazzo Farini, è la decisione di installarvi una “Dante Design Gallery”, in italiano un bazar di oggettistica dantesca – lamenta Ancisi – Anch’esso può trovare ospitalità confacente altrove, ad esempio all’interno del Palazzo della Provincia, nella vicinissima piazza San Francesco, più opportunamente dedicabile alla “contemporaneità di Dante”. Palazzo Farini potrebbe diventare la vera “Casa di Dante (o della Poesia)”, dove abbiano eventualmente sede anche le associazioni poetiche ravennati e l’ufficio di coordinamento delle 500 Società Dante Alighieri sparse nel mondo. Una sua parte potrebbe servire anche per un progetto di ridefinizione e informatizzazione del vicino Museo dei Frati Francescani”.

LUOGO DI RACCOGLIMENTO E SACRALITà

“Sul sito internet dell’Archivio di Stato – conclude Ancisi – si legge come la Zona del Silenzio sia stata “frutto di una serie di interventi urbanistici condotti fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso che hanno conferito all’area quelle caratteristiche che tuttora la connotano…” All’origine dell’intervento di sistemazione vi fu infatti l’intento di creare una zona di pace e tranquillità attorno al sepolcro dantesco, isolandolo dal traffico e dal frastuono della vita cittadina e conferendo al luogo quella dimensione di raccoglimento e sacralità che nelle intenzioni dei promotori dell’opera doveva spettare all’ultimo rifugio terreno dell’Alighieri”. Le due strade interne a tale Zona sono quelle, limitate al transito dei pedoni, che conducono direttamente alla Tomba del Poeta: la via Dante, con accesso da piazza Garibaldi, e la via Guido Novello da Polenta (il sindaco che ospitò Dante nel suo esilio a Ravenna), da via Corrado Ricci. Nel 2016 l’ex sindaco Fabrizio Matteucci ha avviato la procedura volta a inserirla tra i patrimoni dell’umanità. Il sindaco dei giorni nostri ha più volte dichiarato come essa “sia al centro dell’attenzione dell’amministrazione comunale in vista delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante”. Auspichiamo dunque un ripensamento delle due decisioni di cui sopra nel senso proposto”.

 

Commenti

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  1. Scritto da pippo

    Non sapendo se il testo sia stato riportato da quello di Ancisi o meno, propongo di modificare il termine “sindaco” attribuito a Guido Novello Da Polenta con quello più verosimile di “podestà”.

  2. Scritto da c

    Buonasera,
    leggendo l’articolo soprastante mi sembra sia stato scritto da due persone diverse.
    Nella prima parte si cita un ristorante sulla Via Oriani, angolo Via Novello da Polenta. Il ristorante si trova sulla Via C. Ricci e l’altra via è nota come Guido da Polenta. Poi viene scritto “sul fronte della biblioteca Oriani in via Corrado Ricci, a lato del ristorante in questione” che, quindi, non è più in Via Oriani…e sul finire dell’articolo si cita “la via Guido Novello da Polenta (il sindaco che ospitò Dante nel suo esilio a Ravenna)”. Mi sono sembrati starni questi “errori” da parte del Sig. Ancisi, di solito molto preciso nelle citazioni.

  3. Scritto da ST

    La zona del silenzio: una grande stupidaggine, visto che poi le vie vuote e silenziose fanno paura e la gente non ci va per paura di incontrare chissà chi (basta ricordarsi com’era Piazza San Francesco prima che un imprenditore coraggioso ci portasse tavolini e persone ‘normali’)… come al solito ancisi cerca la polemica e cavalca anche i piagnistei stupidi come questo… Io invece, agli imprenditori che investono e si danno da fare, garantendo posti di lavoro e strade vive, sicure ed accoglienti, dico solo ‘grazie’.

  4. Scritto da Alvaro Ancisi

    Pippo, ho usato “sindaco” per rendere più comprensibile, in un giornale fruito da ogni classe di lettori (non in un atto amministrativo o una rivista tecnica), il significato equivalente di podestà in quanto primo cittadino di una comunità locale. Conosco bene la differenza, che cito spesso anche su questo giornale quando dimostro che i sindaci dei giorno nostri si comportano piuttosto da podestà (es. quando dimenticano che in un regime democratico i primi cittadini rispondono alla loro assemblea elettiva, in Italia il consiglio comunale). La ringrazio per avermi permesso di spiegarmi.

  5. Scritto da Alvaro Ancisi

    C, “ristorante sulla via Oriani” è evidentemente un refuso (mio) essendo questa strada da un’altra parte della città. Leggendo il contesto (scritto da me) se ne ricava che si tratti di via Corrado Ricci a fianco della biblioteca Oriani (di qui il refuso), in sostanza la Ca’ de vèn. Grazie.

  6. Scritto da Alvaro Ancisi

    Pippo, stupidi sono i suoi “piagnistei”, non sapendo neppure discutere rispettosamente delle opinioni altrui e trascurando coraggiosamente di farsi riconoscere. Se la Zona del Silenzio è una grande stupidaggine deve se mai dirlo al sindaco e relativo partito che (è scritto nell’articolo) l’hanno proposta come Patrimonio dell’Umanità. Stupidaggine anche San Vitale e gli altri sette monumenti altrettanto Patrimoni dell’Umanità, senza di cui a Ravenna verrebbero solo mosche bianche e non ci sarebbe bisogno di più tavolini neppure col covid? E se volesse leggere, saprebbe che io ho semplicemente detto e chiesto che i tavolini siano messi a lato del ristorante davanti alla biblioteca Oriani sono rastrelliere di biciclette trasferibili sulla via Da Polenta.

  7. Scritto da C.

    Grazie per la risposta.

    Faccia attenzione però: ha risposto a “Pippo” sui piagnistei, mentre quel messaggio è firmato “ST”, a meno che lei sappia si tratti della stessa persona.