Faenza, riparte da zero la caccia a un candidato sindaco della Lega, e dalla base rispunta il nome di Padovani

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Per adesso la campagna elettorale per l’elezione del sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale di Faenza fa registrare un solo candidato sicuro al 100% alla massima carica di Palazzo Manfredi: Roberto Gentilini per “Potere al Popolo!”, espressione dell’estrema sinistra che ha preso le distanze da L’Altra Faenza (Sinistra Italiana), Verdi e Articolo Uno i quali assieme al Partito Socialista intendono portare avanti un progetto politico con il candidato del Pd Massimo Isola. Che è in campo per il suo partito, ma non ancora “ufficializzato” dalla coalizione.

Il centrodestra invece riparte in pratica dalla posizione in cui si trovava nello scorso dicembre: una persona da candidare a sindaco indicata dalla Lega e che abbia il gradimento degli alleati Fratelli d’Italia e Forza Italia non c’è. Il giorno dopo la “Lettera aperta a Faenza” del giornalista Maurizio Marchesi (da noi pubblicata integralmente ieri) la Lega si trova costretta a presentare un nuovo candidato che pare proprio non possa essere il segretario faentino nonché consigliere regionale Andrea Liverani, il quale ha commentato su Facebook il rifiuto dell’ultimo possibile candidato.
“La rinuncia dei vari personaggi di correre per la carica di Sindaco per mandare a casa la Sinistra, credo sia dettata dalla paura e dal non coraggio – scrive Liverani -; le ‘belle’ dichiarazioni e le ‘grandi’ lettere non contano niente, solo visibilità per gli stessi. Mi dispiace molto, ma da Leghista non demordo, tiro dritto perché Faenza merita un Sindaco con gli attributi e lo troveremo”.
Svariati i commenti arrivati alle parole del segretario locale del Carroccio. A chi ha scritto “Secondo me Marchesi è stato corretto e coerente. Ma magari non sono informato sui retroscena della questione”, Liverani ha replicato: “Ecco bravo… non conosci il retroscena”.

Parallelamente c’è da registrare un orgoglioso risveglio della base leghista faentina, rimasta in un inconsueto silenzio di fronte alle varie voci (sempre uscite in assenza di ufficializzazioni) che da gennaio si sono succedute a proposito di possibili candidate o candidati proposti dalla Lega: persone mai “native” sotto l’emblema di Alberto da Giussano, ma di “estrazione civica” o “espressione della società civile”. Parole che ai leghisti doc, in fondo, non sono mai piaciute.

Ecco quindi il ritorno in auge, dalla base leghista, di Gabriele Padovani, capogruppo in Consiglio Comunale e già candidato sindaco della sola Lega sconfitto dal sindaco uscente Malpezzi al ballottaggio nel 2015 per poco più di 800 voti.
“Rischierebbe di vincere… come 5 anni fa” scrive un simpatizzante; “… è conosciuto, preparato e indubbiamente formato in questi ultimi cinque anni; proviamo a ricandidarlo e chissà che non sia la volta buona!” carica un altro; “… conosce bene le problematiche di chi si alza alle 4 del mattino” afferma chi lo considera un amico; per arrivare a chi effettua una perfetta sintesi: “… fare politica bisogna sentirselo dentro, politica è passione è sentire, è stare in mezzo alla gente, è rinunciare tante volte alla propria carriera, per mettersi a disposizione della gente. E’ ora di smettere di scegliere candidati nelle stanze chiuse, bisogna ricominciare a fare politica fra la gente. Il candidato deve essere l’espressione di tutte queste cose…”.

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