Impianto di stoccaggio CO2 a Ravenna. Zamboni (Europa Verde): “Soluzione costosa e poco efficiente”

“Considerato che la Legge Europea sul Clima dovrebbe orientare i Paesi membri dell’Unione Europea ad adottare i provvedimenti che presentano il migliore rapporto costi/benefici e che più velocemente consentono di raggiungere i target di riduzione delle emissioni climalteranti”, secondo Europa Verde “la Legge sul Clima dell’Unione europea dovrebbe considerare l’efficienza energetica – ovvero la riduzione dei consumi di energia che concilia entrambi questi obiettivi ed è la pre-condizione per arrivare al 100% rinnovabili al 2035 – un obiettivo sovra-ordinato ai diversi target nei diversi settori contemplati dalla Legge”.  A questo proposito Europa Verde suggerisce “di inserire l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra almeno del 55% al 2030, fissando obiettivi vincolanti di efficienza energetica coerenti con gli obiettivi di aumento dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e di riduzione delle emissioni climalteranti”.

Richiamando anche l’impianto di cattura e stoccaggio della CO2 che l’Eni vuole realizzare a Ravenna, Europa Verde definisce questa tecnologia, “sulla base delle esperienze in corso in altri Paesi, una soluzione costosa e poco efficiente e tale da consentire il proseguimento dell’uso dei fossili, che invece nella transizione energetica vanno progressivamente abbandonati, per cui andrebbe esclusa dalle premialità previste dalla Legge europea”.

La cattura della CO2 va fatta con metodi nature-based, ad esempio attraverso piani di riforestazione spinti, piantumazioni di alberi ad alto assorbimento di carbonio, tutela del verde esistente”, sottolinea nel testo depositato oggi Silvia Zamboni, consigliera regionale di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna. “Inoltre vanno implementate e supportate con specifiche premialità le tecniche di cattura della CO2 in agricoltura e i progetti che mirano ad attivare mercati volontari del carbonio nella filiera agricola. E va sostenuto il metodo di coltivazione biologica che ha minore impatto in termini di emissioni di gas serra”.

In Emilia-Romagna, in particolare, nell’ambito della definizione Patto per il Clima e il Lavoro, Europa Verde propone di valorizzare il progetto Geco2 di Arpae: “Tra le fonti rinnovabili, la priorità va data all’energia solare (fotovoltaico, termico e termodinamico), all’eolico terrestre e marino, alla geotermia a bassa entalpia, riducendo, al contrario, il ricorso alla combustione di biomassa forestale con gravi rischi di ulteriore accumulo di CO2 e di polveri in atmosfera. Infine per verificare i progressi compiuti verso il raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni di gas serra, un ruolo centrale Europa Verde lo assegna al monitoraggio, con obbligo, da parte degli Stati membri, di rendicontazione biennale alla Commissione. Uno strumento, questo, importante anche a livello di Regione Emilia-Romagna per verificare l’efficacia dei provvedimenti attuati al fine di ridurre le emissioni climalteranti”.

“Con queste proposte di integrazione al documento della Giunta che ho depositato oggi – conlude Zamboni – Europa Verde intende sia contribuire a rendere la Legge Europea sul Clima più efficace nel sostegno alla transizione energetica, sia dare un contributo anche al Patto per il Clima e per il Lavoro che la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna punta a definire entro la fine del 2020”.

 

 

Commenti

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  1. Scritto da batti

    mi verrebbe da chiedere alla sig. zamboni,fare uno e l altro farebbe male????e sulle biomasse,non sarebbe meglio bruciarle per produrre energia che a campo aperto per smaltirle??come i liquami penso sarebbe meglio portarli al biodigestore che pomparli in falda