Giancarlo Giorgetti (Lega): No al Referendum, Sì a Paolo Cavina Sindaco di Faenza

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Il personaggio è di quelli che sanno attirare anche coloro che la pensano in maniera diametralmente opposta a lui, ma nella serata di giovedì 16 settembre nella centralissima Piazza Pietro Nenni l’uditorio era tutto leghista con alcune concessioni ad elettori e simpatizzanti del centrodestra. Giancarlo Giorgetti, vicesegretario e parlamentare della Lega, ha saputo con i suoi toni garbati e a tratti ironici, ma decisi, calamitare l’attenzione su tutti gli argomenti toccati. Il format scelto è stato quello dell’uomo solo sul palco intervistato dal giornalista di turno, in questo caso Francesca Carollo di Retequattro, la quale ha fatto di tutto per mettere a proprio agio l’ospite, notoriamente restio a parlare in televisione. E proprio l’avere impostato l’incontro come un’intervista televisiva ha reso il tutto un po’ “freddino”, con la platea piena – per quanto consentito – ad ascoltare attenta, a tratti per diversi minuti, in un silenzio da cattedrale: praticamente all’opposto del segretario federale Matteo Salvini. Sui contenuti, però, Giorgetti non si è distaccato dal leader del Carroccio, se non per la chiara presa di posizione sul Referendum di domenica: un “no” deciso.

“Il taglio dei parlamentari faceva parte di un accordo complessivo di governo in cui il MoVimento 5 Stelle avrebbe dovuto votare sull’autonomia del Veneto e della Lombardia. L’hanno fatto? No. E ci sta: uno rispetta gli accordi, l’altro no; in politica si fa così. Al momento di attivare la richiesta di Referendum, noi della Lega chiedevamo che si votasse contestualmente una nuova legge elettorale maggioritaria, secondo cui chi vince poi governa – ha spiegato l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio -. La Corte Costituzionale ci ha bocciato il referendum che le regioni governate dal centrodestra avevano avanzato; in compenso, per una specie di legge del contrappasso, Cinquestelle e Pd si sono messi d’accordo e proprio la settimana scorsa hanno votato per la prima volta quella che è una vera e propria disgrazia per il Paese, cioè una legge elettorale proporzionale pura, in cui lo sbarramento oggi è al 5 per cento ma diventerà al 3 per recuperare, forse, Italia Viva di Matteo Renzi e ‘Liberi e Uguali’. Con una legge elettorale così si torna al trasformismo tipico per cui un partito in Parlamento fa quello che gli pare: passa da uno schieramento all’altro perché non ha vincoli; inoltre la governabilità viene bloccata dai veti di piccolissimi partiti. Questo percorso nega all’Italia di avere un governo che decida, quando l’Italia ha bisogno di un governo che duri cinque anni e che decida. Poi, se vinciamo, mettiamo tutto a posto, ma se vincono ‘loro’ per me va bene lo stesso. Ma l’interesse del Paese non è di avere quella roba lì. Di conseguenza, io non ci sto e voto ‘no’”.

Giancarlo Giorgetti, a differenza di Salvini (2.200.000 followers) e Zaia (398.000), non ha un profilo social e non ne fa un problema: “Non ho il tempo di seguirli. Ciascuno rispetta le sue caratteristiche e le sue attitudini. C’è chi ha la necessità e l’opportunità di comunicare e chi magari preferisce approfondire, studiare, elaborare, suggerire. Io faccio questa parte di lavoro e gli altri fanno la prima. Sono due modi di concepire la politica: mi rendo contro che la politica social va molto più di moda. Io sono una specie di dinosauro e quindi condannato all’estinzione, ma la cosa non mi preoccupa”.

Preoccupato no, ma infastidito sì: così, per contro, il candidato civico del centrodestra Paolo Cavina nelle ultime due settimane sta subendo, attraverso un po’ tutti i canali messi a disposizione da internet, attacchi sempre più offensivi direttamente rivolti alla sua persona. Questa la sua denuncia.

“Ho smesso di guardarci perché non riuscito ad andare avanti – ha spiegato il presidente della lista “Insieme per Cambiare” -; ho mia moglie che mi aggiorna quando mi arrivano frecciatine troppo pungenti. Però credo che abbiano usato tutti i modi per screditare la mia persona e che la gente abbia capito che quest’arma non mi avrebbe danneggiato. Adesso questi hanno cambiato sistema, passando a diffondere dicerie sui nostri candidati consiglieri, però noi siamo stati superiori, non abbiamo reagito dimostrando che con la nostra semplicità possiamo continuare a incontrare i faentini a testa alta”.

Per il resto i temi locali sono rimasti lontani dalla gradevole conversazione fra Giancarlo Giorgetti e Francesca Carollo, entrambi rimasti colpiti dalla bellezza del centro storico di Faenza, ma non informati sulla situazione politica della città. “La piazza è magnifica, non mi aspettavo di trovare una piazza così a Faenza. Non lo sapevo, quindi confesso la mia ignoranza… – ha commentato Giorgetti -. È bellissima! Allora vuol dire che voi faentini non vi fate conoscere a sufficienza: colpa dell’Amministrazione”.

Per il resto, Unione Europea, Recovery Fund, stato di salute del governo Conte 2 sono stati altri temi trattati da Giorgetti prima di chiudere la serata organizzata dalla Lega a sostegno della candidatura a sindaco di Paolo Cavina, che è alla guida della coalizione formata da “Insieme per Cambiare”, “Per Faenza”, “Rinnovare Faenza”, Popolo della Famiglia, Fratelli d’Italia e Lega.

“Agli indecisi dico che c’è un’opportunità diversa – ha infine esortato Cavina -, c’è una persona diversa che ci mette cuore e passione, si mette al servizio, trova una buona squadra di persone competenti che vuole affiancare i nostri imprenditori, le nostre aziende, le nostre famiglie, le fasce deboli. Vogliamo raggiungere tutti e dare almeno un sostegno a queste ultime”.

Giorgetti

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