Ammesse le visite in Ospedale: la risposta del DG dell’AUSL Romagna Carradori a Lista per Ravenna

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Scrive Lista per Ravenna: “Alla nostra interrogazione al sindaco di questo 21 settembre: Visite negate in ospedale ai familiari dei degenti. Rispettare il lato umano, il direttore generale dell’AUSL Romagna, Tiziano Carradori, ha risposto (si legga l’allegato) di essere “totalmente d’accordo” con noi, rivelando come sia in vigore dal 17 agosto una propria circolare che, disciplinando l’accesso dei visitatori, degli assistenti alla persona (caregiver) e dei volontari negli ospedali della Romagna, definisce nel dettaglio come debbano comportarsi i reparti di ricovero per garantire la doverosa assistenza dei familiari ai propri cari. “La nota ha l’unico scopo di regolamentare gli accessi, mai vietarli” – scrive Carradori – “tranne casi specifici o situazioni non prevedibili in cui la tutela della salute dei pazienti superi il diritto di visita dei familiari”. In effetti, vi è prescritto minuziosamente il da farsi nelle diverse casistiche: visite, assistenza al pasto, caregiver, pazienti in fin di vita, pazienti con grave invalidità fisica e/o psichica e pazienti in età pediatrica/adolescente (fino a 18 anni).” Anche in questo caso alleghiamo la disposizione dell’ASL Romagna del 17 agosto.

“Peccato che queste disposizioni non siano state diffuse e nemmeno pubblicizzate. – afferma però Gianfranco Spadoni vicepresidente di Lista per Ravenna e delegato alla sanità – Non riuscendo a conoscerle all’interno dell’Ospedale di Ravenna, Lista per Ravenna ne aveva fatto richiesta all’URP dell’AUSL stessa, senza ricevere risposta. Di qui l’interrogazione al Sindaco in cui ha denunciato la realtà effettiva: “Nel nostro ospedale (come in altri, ad esempio in quello di Forlì) vengono applicate disposizioni tassative che impediscono l’accesso dei familiari, compresi i casi di malati terminali. Si possono unicamente lasciare effetti personali o qualche prodotto alimentare all’infermiera di turno, che provvede alla consegna al degente. Per casi veramente eccezionali, il direttore del reparto può autorizzare per iscritto il familiare ad una breve visita”.

“L’incongruenza è ora spiegata, onestamente, da Carradori stesso: “Un conto sono le parole e un conto sono i fatti. Se anche la nota detta precise indicazioni, alcuni primari possono avere derogato dalle indicazioni ed aver contingentato ulteriormente e drasticamente gli accessi, fino alla completa interdizione… Sarà mia cura rinforzare l’applicazione corretta delle norme contenute nella nota di cui sopra al fine di minimizzare le incomprensioni con le famiglie dei ricoverati”. – si legge nella nota di Spadoni, che riporta appunto le parole di Carradori – I decreti governativi volti a fronteggiare il riacutizzarsi della pandemia non hanno finora limitato le visite negli ospedali. Almeno finché non ci sarà un lockdown 2 che si applichi al nostro territorio, valgono dunque le disposizioni dettate da Carradori l’agosto scorso, da lui oggi autorevolmente confermate e avvalorate. Ci pare molto utile che il loro testo sia finalmente conosciuto ed eventualmente portato con sé da chi avesse necessità di entrare in ospedale per visitare o assistere parenti.”

Risposta di Carradori su visite in ospedale negate

DISPOSIZIONI DEL 17 AGOSTO 2020 PER L’ACCESSO DEI VISITATORI, CAREGIVER E VOLONTARI ALLE STRUTTURE OSPEDALIERE DELL’ AUSL ROMAGNA

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Commenti

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  1. Scritto da Rita B.

    Mio padre, quasi novantenne è stato ricoverato in Ospedale a fine settembre.
    Nonostante le evidenti difficoltà motorie, ci è stato impedito malgrado le nostre richieste, di poterlo assistere e visitare giornalmente.
    Ci è stato permesso di vederlo a giorni alterni solo per mezz’ora.
    Dopo la visita del sabato lo abbiamo potuto visitare solamente il martedi, credeteci.
    Quando entravamo in visita ci rattristava lo stato di non curanza e di disagio in cui lo trovavamo. .
    Mi angoscia il fatto che dopo averlo seguito per tanti anni, una volta entrato in ospedale abbia pensato che lo avessimo abbandonato a se stesso.
    Non ho conoscenze in ospedale, non dispongo di corsie preferenziali, cerco di fidarmi dei medici e di seguire le indicazioni.
    Se chiedo di poterlo vedere e mi viene risposto di no, non insisto più di tanto, perché penso ci siano valide motivazioni, che ci siano regole valide per tutti e che il personale sanitario possa provvedere efficacemente. Purtroppo sono molto delusa.
    Ci hanno telefonato dicendo che si era improvvisamente aggravato, è morto dopo alcuni minuti dalla chiamata.