Faenza che verrà vista dall’assessore Ortolani: “Abbiamo salvato territorio da inquinamento del grande incendio: Regione e Stato ci aiutino” 

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Con la vittoria del centrosinistra alle elezioni del 20 e 21 settembre e la buona prestazione della lista “Faenza Coraggiosa” gli è stato attribuito uno degli assessorati più importanti, con le deleghe a urbanistica, edilizia pubblica-privata, ambiente, rigenerazione urbana, politiche energetiche: tutte vicine alle sensibilità ed agli interessi dei cittadini. Il 41enne Luca Ortolani si è così insediato nel grande ufficio del palazzo che fu della Cassa di Risparmio in Via Zanelli 4, normalmente frequentato dai professionisti che operano nel settore dell’edilizia. Il palazzo è anche sede del “Museo del Territorio”, visitabile con tutte le sue opere d’arte esposte come gli altri musei, quando torneranno ad essere aperti; lo stesso ufficio dell’assessore ospita alcune opere degne di essere ammirate.

“È un onore per me essere in questo posto splendido, sia come ambienti sia come persone che lavorano in questi uffici. Ho trovato una macchina che lavora sfiorando la perfezione con grandi professionalità e disponibilità a mettersi al servizio di Faenza e degli amministratori che pro-tempore la reggono nell’interesse dei cittadini. – esordisce Ortolani – Va dato merito all’architetto Ennio Nonni, che per anni fino a poco tempo fa è stato dirigente del Settore Territorio, di avere dato vita a questo museo, facendone uno strumento di lavoro per i dipendenti che vi operano.”

Si continua a discutere molto sulle zone a traffico limitato e sull’isola pedonale per arrivare a migliorare l’aria nel centro urbano: la nuova Amministrazione procederà sulla strada intrapresa dalla precedente, senza tenere conto di istanze emerse, con lamenti annessi, negli ultimi mesi anche in campagna elettorale?

“C’è un percorso che è inquadrato in una legge regionale alla quale dobbiamo attenerci, di obiettivi di pedonalizzazione e di sostenibilità del traffico; è un percorso “a tendere” che durerà dieci anni, quello del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (P.U.M.S.) nel senso che l’obiettivo non è al 2022, ma al 2030. Tutto è stato programmato dalla precedente Amministrazione ed attualmente ci troviamo alla fase delle osservazioni e delle ultime modifiche prima di passare all’adozione. Quindi si darà il via a un processo che non sarà immediato. La mobilità però non rientra fra le mie deleghe ma è in capo all’assessora Milena Barzaglia, la quale in tale settore coordina i lavori della Giunta e condivide con me e con l’assessore Massimo Bosi l’impianto che riguarda mobilità, sostenibilità e ambiente.”

Le osservazioni che sono arrivate o arriveranno “in negativo” rispetto al Pums potranno avere qualche soddisfazione, oppure sono inutili in partenza?

“Noi possiamo centrare l’obiettivo in vari modi, in un percorso che è abbastanza lungo, e, soprattutto, andando a mitigare alcune problematiche che ci sono e andando a puntare sulle opportunità che una trasformazione della mobilità può rappresentare. Una trasformazione della mobilità non vuole dire rendere inaccessibile certe zone ai veicoli a motore, ma semplicemente cambiare il paradigma: non più un tracciato fatto prima di tutto per le auto per garantirne un rapido scorrimento. Piuttosto un tracciato che dia opportunità per vivere una mobilità diversa partendo da una priorità, quella pedonale, poi ciclabile, infine ci sono le auto.”

Urbanistica, ambiente, inquinamento: i temi sono gli stessi ormai da tre decenni. La maggioranza di centrosinistra che da ottobre governa Faenza si è espressa in maniera importante promettendo grande impegno per affrontare i problemi. In prima linea c’è lei.

“Trovo importante che Urbanistica e Ambiente viaggino insieme: sono un’opportunità molto bella di potere intervenire sul futuro della città, perché è chiaro che il primo punto in cui la vita degli esseri umani sulla Terra influisce sull’ambiente è per quello che riguarda l’abitato dove si svolgono tutte le attività che impattano. Di conseguenza guardando all’“organismo città” ed alle emissioni con ricadute su aria, acqua, terreno, è chiaro che la mobilità è un aspetto importante, perché estremamente importante con il traffico veicolare. L’altra grande categoria di impatto ambientale è rappresentata dai consumi energetici delle abitazioni e delle attività industriali. In questo caso legare urbanistica e ambiente permette di tenere insieme il piano di realtà su cui si cala l’impronta ecologica di una città. È ugualmente importante intervenire con un processo di trasformazione dell’abitato su parametri di maggiore sostenibilità, che vuol dire anche utilizzare il “bonus 110 per cento” messo in campo dal Governo, sostanzialmente un grande “piano casa”, agendo su un tessuto urbano che in gran parte è riferibile agli anni ’50 dove non ci sono criteri di sostenibilità circa l’isolamento e il riscaldamento degli edifici.”

Un’altra legge regionale impone che si smetta di consumare suolo, escluse poche eccezioni: Faenza non si espanderà più e si metterà mano ad aree ed edifici in disuso?

“Quel Piano Urbanistico Generale (P.U.G.) sarà “di trasformazione” dell’esistente, sia in termini di edifici sia di trasformazione urbanistica della città. I parametri del futuro guardano sostanzialmente alla sostenibilità ambientale ed alla resilienza ai cambiamenti climatici.”

L’utilizzo del “bonus 110 per cento” si sta rivelando impossibile da parte dei potenziali interessati: sembra l’ennesimo trionfo della burocrazia e una sorta di dispetto per chi vive in medi e grandi condomini.

“In molti casi è inattuabile, è una legge complicata. Nasce da ragionamenti fatti su “bonus” del passato, a spot su caldaia, infissi e così via, ma l’aumento di efficienza energetica degli edifici si è rivelato limitato. Adesso si offre l’opportunità di pagare zero per un intervento strutturale importante su un edificio. È chiaro che diventa di difficile attuazione, soprattutto nei condomini dove vanno messe insieme disponibilità economiche e propensione all’investimento di situazioni differenti ed è difficile in centro storico. Il Comune di Faenza ha cercato di ovviare a questi inconvenienti anticipando, ancora prima della nascita del “bonus 110 per cento”, le spese di progettazione energetica degli edifici, soprattutto dei condomini. Dove ci sono difficoltà del privato avevamo emesso un bando per il pagamento sostanziale dello studio di progettazione energetica, consegnando alle persone un progetto che illustrava quanto sarebbe migliorato anche economicamente il loro edificio. Oggi questa cosa la integriamo rinnovandola per il “bonus 110 per cento”: quindi c’è un bando dell’anno scorso; lo riproponiamo l’anno prossimo con stesse risorse e sempre rivolto ai condomini. Vi aggiungiamo altri 20mila euro e un bando per edifici del centro storico, andando a premiare criticità d’intervento, per esempio riguardo ai vincoli.”

Torniamo a parlare di emissioni dagli scarichi degli autoveicoli e dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni e delle industrie. Come mai c’è la “criminalizzazione” degli impianti di riscaldamento, visto che sono ormai quasi tutti alimentati a gas metano che è puro e non inquina?

“Per quanto pulito il metano inquina… meno, ma inquina. Quando si vanno a esaminare i rapporti sull’inquinamento ci si accorge che la metà di emissioni inquinanti deriva dagli autoveicoli e l’altra metà dalle attività umane legate al riscaldamento. Oggi l’unica leva per ottenere dei miglioramenti è agire sull’efficienza energetica degli edifici. Purtroppo la maggior parte del patrimonio edilizio è stata costruita in anni in cui non c’era la coscienza ambientale e non esistevano tecnologie che consentissero la riduzione del bisogno di consumo energetico. Anche sul piano della mobilità oggi le case automobilistiche puntano sull’alimentazione ibrida ed elettrica anziché su quella derivante dagli idrocarburi, in particolare perché sta diventando un business: comincia ad avere un effetto benefico sull’ambiente, ma ci vorrà ancora qualche anno con la diminuzione dei prezzi dei veicoli perché prenda realmente piede. Ad oggi non lo è ancora e ci sono tante persone che non possono permettersi un’auto nuova.”

Incendio Lotras Faenza domato

Andiamo su un grande problema ambientale di Faenza, in via di risoluzione ma non ancora risolto: l’incendio di venerdì 9 agosto 2019, durato giorni, al grande capannone della “Lotras System”, precedentemente della “Ratio Sistemi”, in Via Deruta 7 nella zona artigianale “Naviglio”, dove sono bruciati 3-4mila ettolitri di olio, plastica per macchinari e bancali in legno: materiale di diverse aziende, come “Vulcaflex” di Cotignola e “Olitalia” di Forlì.

“La proprietà, una società del “Gruppo Lotras”, è bloccata dalle indagini della magistratura: il capannone bruciato non si può toccare. In quel luogo durante l’incendio c’è stato un lavoro molto efficace per contenere i danni che arrivavano dallo scolo dell’enorme massa d’acqua utilizzata dai vigili del fuoco nello spegnimento ed oggi abbiamo un bacino di laminazione che teniamo sotto controllo in attesa di potere attivare una bonifica completa del sito. In quell’acqua non c’è niente di tossico, nel senso che non sono state usate cose tossiche: il problema è che si tratta di un misto di acqua, olio e di ciò che si trovava dentro al magazzino; non ci sono solventi o altri materiali pericolosi per l’uomo. Chiaramente è una grande… schifezza. Come Amministrazione comunale abbiamo stanziato le risorse (per adesso 700mila euro) per realizzare la bonifica completa, che vuol dire eliminare tutta l’acqua presente che al momento è contenuta e confinata: quando piove quel bacino riceve solo la sua acqua; non è più collegato al sistema di gestione delle acque superficiali del territorio. Le procedure di bonifica prevedono il pompaggio dell’acqua e di quant’altro c’è nel bacino, quindi il grattamento, lo scortico del terreno che risulta intriso d’olio. Il progetto non è ancora definitivo in quanto è ancora in fase d’approvazione da parte dell’Arpae: è previsto che il materiale di risulta venga portato in un’area confinante in collaborazione con “Faenza Depurazioni” del “Gruppo Tampieri” che può gestire quel tipo di rifiuto e permettere la bonifica della parte liquida; la parte del terreno derivante dallo scortico sarà gestita da “Hera”. Per quando riguarda i tempi occorre attendere le condizioni meteorologiche adatte: stiamo verificando i tempi tecnici della realizzazione.”

Il disastro ambientale è stato evitato; non si può dire lo stesso per il macigno economico piombato sul Comune di Faenza: i 700mila euro menzionati poco fa si aggiungono ai 2,4 milioni finora spesi.

“Noi stiamo chiedendo aiuto anche alla Regione Emilia-Romagna. È chiaro che ci stiamo facendo carico di contenere i danni che potevano ricadere su un territorio molto più ampio: immaginiamo se quell’acqua fosse arrivata al Canale Emiliano-Romagnolo quindi al mare… Adesso che noi l’abbiamo contenuto mantenendo il danno sul territorio comunale di Faenza, occorre che Stato e Regione riconoscano concretamente l’opera svolta nell’interesse pubblico.”

C’è forse il rischio che si inneschi uno scaricabarile?

“No. Dobbiamo evitarlo. Non è una cosa che il Comune di Faenza può affrontare da solo per le dimensioni anche di quello che poteva essere il danno potenziale: crediamo di avere fatto bene a non renderlo una questione più grande di quella che doveva essere. A questo punto però non vogliamo essere lasciati soli nella gestione di questo problema, in attesa che si chiariscano le responsabilità. Può anche essere che alla fine non sia responsabilità di nessuno; dipende dalla vicenda giudiziaria. Intanto però ce ne facciamo carico. Finora la Regione ci ha dato una mano con un contributo di un milione di euro, che ci è stato dato per sollevarci un po’ dal peso delle operazioni, e mi auguro che non finisca qui, perché oltre a quello che è stato l’intervento in emergenza durante i giorni drammatici dell’incendio e in quelli successivi, oggi dobbiamo ripristinare una situazione con dei costi che comunque sono ancora notevoli.”

Luca Ortolani

CHI È LUCA ORTOLANI

Luca Ortolani, 41 anni, è laureato in Fisica con dottorato di ricerca. Dal 2011 a poche settimane fa ha lavorato al Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) di Bologna in qualità di Ricercatore presso l’Istituto per la “Microelettronica e i microsistemi” dove si occupava di nuovi materiali e nanotecnologie per sviluppare dispositivi elettronici innovativi e avanzate tecnologie nel campo del fotovoltaico. Durante la passata legislatura è stato consigliere comunale a Faenza, aderendo, fin dalla sua nascita avvenuta per scissione dal Partito Democratico, ad “Articolo Uno”, per il quale dal 2018 ha assunto l’incarico di coordinatore provinciale. Alle scorse elezioni regionali è stato candidato per l’Assemblea Legislativa nella lista di “Emilia-Romagna Coraggiosa” per la Provincia di Ravenna. Alle elezioni comunali del 20 e del 21 settembre è stato capolista di “Faenza Coraggiosa” (aggregazione di Articolo Uno, L’Altra Faenza, Partito Socialista e associazionismo di sinistra) risultando eletto consigliere comunale, ruolo a cui ha rinunciato per assumere l’incarico di assessore della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Massimo Isola.

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