Marendon (LpRa): sostenere la legalità a bordo delle navi nel Porto di Ravenna

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“Il 5 novembre scorso è stato sottoscritto, presso la prefettura di Ravenna, il Protocollo della Legalità, volto a porre in essere ogni possibile misura di prevenzione e tutela dell’economia legale nelle attività portuali di Ravenna. Vi rientrano le attività  professionali e commerciali svolte abusivamente da persone prive delle necessarie qualificazioni, che, specialmente a seguito della crisi indotta dalla pandemia, si introducono in aree demaniali e a bordo delle navi esercitando mansioni che non potrebbero compiere. È il caso dei periti marittimi, obbligati ad essere iscritti all’albo dei Periti ed Esperti tenuto e regolato dalla Camera di commercio, che, insieme anche alla Capitaneria di Porto e all’Autorità di Sistema Portuale, esercita al riguardo anche le funzioni di vigilanza. Il loro ruolo è particolarmente delicato e importante per il settore delle spedizioni, perché possono salire a bordo delle navi per effettuare controlli draft, di bunker, di danni a merce o scafo, ecc. Il primo problema che si pone è dunque verificare che siano iscritti all’albo, colpendo quindi chi esercita senza esserlo. Occorre però che l’albo sia costantemente aggiornato, come invece non avviene, risultando iscritte persone che ne hanno perso il titolo non esercitando più la professione o non avendola mai esercitata (perfino addirittura defunte).” Così Maurizio Marendon responsabile per i problemi del Porto di Lista per Ravenna.

“Solleciti rivolti alla Camera di Commercio hanno ottenuto l’effetto di aggiornare al 30 settembre 2020 ciò che risaliva al 30 settembre 2019. Ma l’aggiornamento deve essere costante o almeno più frequente, come dimostra tuttora la presenza, nell’elenco attuale, di nominativi che dovrebbero essere cancellati. Ora, superato il vuoto di governo dell’ente camerale ravennate con la nomina del dr Giorgio Guberti a commissario, l’appello dovrebbe avere maggiore capacità di ascolto. Anche perché, e questo è forse il punto più importante, bisognerebbe rendere più stringenti e probanti i requisiti richiesti per l’iscrizione all’albo, atti ad accertare studi ed esperienze veramente qualificanti. La legalità discende anche dalla capacità di far bene un lavoro difficile, sapendone rispettare puntualmente le molteplici e complesse normative che lo regolano, così rifuggendo dalle ambiguità, se non peggio. È tutt’altro che un problema solamente burocratico, come dimostra il fatto che la Magistratura sceglie come propri consulenti solamente i periti marittimi con cinque anni di iscrizione all’albo della Camera di Commercio” conclude Marendon.

 

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